Sabato mattina 29 dicembre: mi sveglio
all’alba nella mia casetta comasca chiedendomi perché mai mi sia venuto in
mente di organizzare una Santa gita mulesca proprio oggi. È sempre così quando
devo svegliarmi presto, un trauma.
La meta è... in effetti non lo so bene, io ho solo fatto finta di organizzare tirando insieme gente a caso e pubblicando un messaggio fumoso che non precisava né la meta precisa, né l'orario, né il luogo di ritrovo. Tutto nella norma mulesca, insomma.
Qualcuno di più direttivo mi ha comunque intimato di muovermi e prendere l'autobus delle 7, perchè sa che non ce la farò mai a essere in orario. Infatti, arrivo al ritrovo con un buon quarto d’ora di ritardo. Gli
altri si son già bevuti due caffè. Così quando
arriviamo alla stazione a prendere Alice, lei già ci aspettava da più di 20
minuti e neanche le facciamo prendere il caffè per strada. Siamo buoni e glielo
concediamo comunque a Erve, in un bar dell’Arci, dove la gente ci guarda
allegramente chiedendosi chi siano questi matti in giro alle 9 per andare in
montagna con un cane... passando nel paesino vediamo pure i presepi allestiti
nei giardini per una gara.
Prendiamo il sentiero che sale ripido verso la
Capanna Monza. Una volta lì, non c’è tempo di riposare, il buon brianzolo va
oltre.
Solo che quando arriviamo a uno scollinamento
verso il Rifugio Resegone ci rendiamo conto che comunque diventerebbe troppo
tardi per proseguire e tornare indietro a un’ora decente. Le giornate invernali
ci limitano a orari ridotti. Perciò ci accontentiamo della buona compagnia e di
un lauto banchetto mentre discutiamo su cosa cucinare all’imminente cenone di
capodanno se dobbiamo escludere carne e latticini (data la maggioranza di
tendenti al vegetariano). Si salverà forse un cotechino, per gioia della
tradizione. Per il resto, si spazia da sedani rapa in crosta a zuppa di cavolo
verde e orecchiette alle cime di rapa. Sarà una bontà!
È già ora di tornare prima che il buio ci
assalga, passando nuovamente di corsa dalla Capanna Monza che ha finito sia la
birra che il caffè. L’unico rimedio è un bar un po’ tamarro di Calolzio.
Anche oggi possiamo dirci soddisfatti dei due
passi fatti per digerire il pranzo di Natale, del sole invernale che ci ha
accecato, del nuovo sentiero scoperto che sale da Erve e che in estate
dev’essere fantastico con le sue pozze d’acqua cristallina.
Domani sarà già il 30. E dopodomani il 31. Quindi... questa è l’ultima gita mulesca
dell’anno!!
Ora che ci penso un anno fa nemmeno conoscevo
la Mula. In effetti, nessuno dei presenti alla gita di oggi, salvo il buon Paolo detto
Paolino, la conosceva un anno fa. Eravamo tutti così vicini, eppure non ci conoscevamo.
Non può che venirmi in mente la citazione di
William Butler Yeats: “Non ci sono estranei, solo amici che non hai ancora
incontrato”.
Perciò... un grande
GRAZIE al Presidente della mula e a tutti i fondatori, perché si sono lasciati travolgere
da tanti sconosciuti, e a tutte le mule e i muli che quest’anno ho conosciuto e
a quelli che devo ancora conoscere!
P.s. Neanche alla fine si è capita quale fosse la nostra meta, ma si è capito che quello che conta non è la meta, ma il cammino! Buon cammino nel 2019 ovunque cammineremo!
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