domenica 24 luglio 2022

CHE KAYAK VUOI!?

 

Il titolo di questo articolo, che all’orecchio meno esperto può suonare come una frase offensiva, è la domanda che bisogna porsi prima di iniziare ad avventurarsi nelle acque di un qualsiasi lago.

Così, come comitiva di 19 coraggiose persone, ci siamo dati appuntamento verso le 10 di mattina di  sabato 16 luglio al lago di Idro. Scrivo coraggiose perché, effettivamente, non è da tutti sfidare i consigli di Studio Aperto, il quale invita spassionatamente le persone a rimanere a casa nelle ore più calde della giornata. Ebbene, noi come gruppo ce ne siamo altamente infischiati: primo perché non siamo anziani, e secondo perché non siamo bambini.

A parte questo piccolo incipit, ne abbiamo approfittato per dare un’occhiata all’attrezzatura in esposizione al bancone della struttura del noleggio, mentre aspettavamo i mancanti all’appello. Alcuni, tra cui il sottoscritto che prima di allora aveva visto il kayak solamente in foto, si sono gentilmente prestati a una dimostrazione su come manovrare la pagaia sotto le attente indicazioni di Marco. Le premesse sembravano delle pegg... (coff coff) migliori.


La partenza da Anfo non poteva che essere altrimenti: armati di cappello e con uno strato massiccio di crema solare sul viso e sulle braccia, siamo partiti alla conquista del lago. Nemmeno il caldo ci avrebbe fermati, sebbene ci fossero già trentordici gradi di primo mattino.

Seppur Elena e Dario abbiano scelto di pagaiare con il loro bel SUP ritrovandosi in leggero svantaggio, sono riusciti comunque a tenere il “passo” con chi, invece, pagaiava in coppia. Tutto sommato la prima tappa è stata piuttosto agevole, dato che avevamo la forza nelle spalle e il venticello soffiava a nostro favore.





Il pericolo maggiore di aver in comitiva delle persone scordinate come me e Laura, è che, procedendo a zigzag, abbiamo quasi disarcionato gli altri kayak innumerevoli volte. Qualsiasi compagnia assicurativa, se ci avesse visto, si sarebbe rifiutata di stipulare una polizza assicurativa a vita, e ci avrebbe anche inserito nella sua lista nera.



Dopo aver attraccato alla riva di Baitoni, che è il punto superiore del lago, ci siamo concessi una pausa per bere un po’ di acqua, fare il bagno e goderci la vista di Idro.

 

Il percorso verso la seconda tappa è stato il più problematico per alcuni motivi pratici. 


Oltre al sole che picchiava peggio di un fabbro che ha appena saputo di dover fare gli straordinari di venerdì pomeriggio (era ormai mezzogiorno), il venticello si era un pochino più intensificato e soffiava nella direzione contraria a quella verso cui dovevamo pagaiare. La maggior parte della comitiva si è distaccata da me e Laura e da Marco e Stefano. Si è persa quella che Piero Angela, in una puntata di SuperQuark, chiamerebbe una tranquilla lite tra fratelli. Persino i pesci sono ammutoliti e sono affiorati in superficie per godersi lo spettacolo. D’altronde è comprensibile: "Fratelli e sorelle sono nemici per natura, come gli inglesi e gli scozzesi, o i gallesi e gli scozzesi, o i giapponesi e gli scozzesi o gli scozzesi e altri scozzesi! Dannati scozzesi, hanno distrutto la Scozia!" direbbe Willy il giardiniere.

Una volta scesi sulla spiaggia di Vesta, abbiamo pranzato sotto un sole cocente che ci ha cotto per bene i panini.
Esattamente come le automobili hanno bisogno del carburante per funzionare, gran parte di noi ha sentito il bisogno di fare rifornimento di birra al baretto lì vicino. La birra, in momenti come questi, serve per rinfrescarsi le idee e riuscire a risolvere complessi dilemmi esistenziali che colpiscono i canottieri, quali: “I pesci bevono?”, oppure “I pesci pensano che ci sia un’eclissi solare quando navighiamo sopra di loro?”. La sosta è durata un po’ di più su questa spiaggetta anche per avere il tempo necessario di abbronzare la panza. Laura e Elena hanno pensato bene di costruire una complessa costruzione architettonica per ripararsi dal sole, della serie: “piramide di Cheope, levati!”, come si può vedere dalla foto.



Il pomeriggio stava procedendo tranquillo, finché è giunto il momento di riprendere in mano la pagaia e continuare il percorso.

 

L’ultima tappa in programma era Vantone, ma per convenienza di orario abbiamo preferito virare all’ultimo verso Anfo. Qualche coppia, però, è cambiata, come ad esempio la mia. Io ho scelto Jacopo come compagno di pagaiata, mentre Laura è andata con Marta. (Marta, se anche tu hai avuto l’impulso di colpirla con la pagaia, ti capisco benissimo. Hai tutta la mia solidarietà). Io e Jacopo siamo stati attentamente studiati dalla Swatch per riuscire a sottrarci i segreti sulla sincronia da applicare ai loro orologi. Eravamo davvero precisi, non sto scherzando. E lo sono stati anche gli altri ragazzi e ragazze con il kayak che procedevano in linea retta.
Per nobile altruismo ci siamo per di più offerti di rimorchiare Elena con il suo Sup, che era in visibile lotta contro il cinismo spietato della corrente che la spingeva in direzione contraria :-D. Dopo qualche centinaio di metri si è slegata da noi e ha proseguito la rimanente distanza con Dario, anche lui vittima della stessa sorte.

 

Sarà stato per il caldo torrido, la faccia grondante di sudore e le scottature che abbiamo deciso di rientrare alla base.

Ad Anfo, dopo aver riconsegnato il materiale preso in prestito, ci siamo rilassati praticando yoga sotto la guida di Alice all’ombra degli alberi. Le varie posizioni sembravano inizialmente compromettere le articolazioni dei più vecchi del gruppo, ma alla fine, questi ultimi sono riusciti a dimostrare di avere tenacia da vendere. Nessuna ambulanza è stata chiamata.

La lezione di yoga ha rinforzato la sintonia tra noi e l’ambiente circostante.




Il momento clou del tardo pomeriggio, tanto atteso quanto necessario, è finalmente arrivato: il secondo rifornimento al bar della giornata, conosciuto anche come aperitivo, con l’annesso festeggiamento del compleanno di Elisa per i suoi 27 anni. Però, al posto di sederci ai tavolini del bar, abbiamo preferito sederci spartanamente per terra sulla spiaggetta.

Non potevano mancare ovviamente due boccali di spritz e campari da dividere in gruppo, accompagnati da stuzzichini portati da casa. In una situazione come questa abbiamo inoltre appreso che i bambini (tedeschi? Olandesi?) sperduti non si lasciano facilmente attrarre dalle patatine o dai tarallini offerti dagli sconosciuti, pur sembrando noi delle brave persone. La temperatura è calata via via che il sole è tramontato dietro la montagna, lasciandoci così la temperatura adatta per goderci il clima tiepido del lago all’imbrunire.

 


Fattasi una certa ora ci siamo salutati e dati appuntamento per la prossima gita.


CARLO

mercoledì 13 luglio 2022

DuegiorniMula2022

Non c'è cosa più bella che andare in montagna con gli amici.

Partiamo alla due giorni della Mula con questa frase in testa.

Grazie a Luigino Airoldi ed alla sua citazione che abbiamo fatto stampare sulle nostre bellissime magliette.


Perché dopo 3 anni di assenza causa covid, avevamo veramente tanta voglia della DuegiorniMula con gli amici!

E così è stato!!!

C’è chi è partito alle 5 del mattino dalla Lombardia e chi invece, più comodo (e forse più saggio), ha deciso di partire alla sera prima per dormire a Madonna di Campiglio.

Ci troviamo al parcheggio di Vallesinella alle 8.45; c’è chi arriva puntuale e chi arriva in ritardo ... non facciamo nomi…:D

Arrivati tutti, facciamo l’appello! Siamo in 39 Muli: molti volti conosciuti ma anche alcuni volti nuovi.

Perché la Mula è di tutti e per tutti!
Partiamo quindi in direzione del Rifugio Brentei.

Incominciamo a camminare sotto la calda giornata. Il sentiero inizialmente passa nel bosco e la caldazza si fa sentire.

Dopo averlo superato la valle si apre, ed una leggera brezza ci allieta la giornata.



Il gruppone si spacchetta un po’, ma arriviamo tutti al rifugio Brentei dove in origine dovevamo dormire ma poi, per “problemi di comunicazione”, abbiamo dovuto cambiare meta.

Dovevamo dormire qui anche perché in inverno alcuni di noi, vedendo la trasmissione Dmax “Falegnami ad alta quota”, hanno visto la ristrutturazione di questo bellissimo rifugio da parte della famiglia Kurz (falegnami).


Il paesaggio è favoloso, incastonato tra le dolomiti con un bellissimo cielo azzurro; cosa chiedere di più?


Si fa quindi pausa pranzo e si beve una meritata birra!

Ci svacchiamo nel prato: si da inizio al banchetto degli Dei..

Passa ogni tipo di cibo; si mischiano ed invertono i gusti: dolce salato…salato dolce…in pieno stile Mula.


Ma oggi è anche il compleanno di Luca e Daniele, ed allora, insieme a Laura che ha compiuto gli anni il giorno prima, offrono a tutti 3 bottiglie di amari. Partono quindi vari giri di cicchetti…

Si fa poi un gioco per i festeggiati e per i nuovi arrivati, e si immortala una tradizione della due giorni: il riposino del Bolla!!



Verso le 14:45 riprendiamo il cammino verso il rifugio Pedrotti dove dormiremo.

Il sentiero si sviluppa lungo tutta la valle, dove in fondo troveremo qualche piccolo passaggio con qualche catena da superare.

 


Arrivati alla forcella vediamo il rifugio che ci aspetta incastonato tra le dolomiti.


Ci aspettano anche le immancabili birre che berremo in compagnia del tramonto.






Ne approfittiamo per fare una bella foto di gruppo, anche con il drone di Anna&Gerva.




Alle 19 si cena! Scelta tra 3 primi 3 secondi e 3 dolci. Tutto molto buono!!

La serata scorre piacevolmente tra chiacchiere e canti.


Video Canto al rifugio: quel mazzolin di fiori

Video Canto al rifugio: il galletto


Siamo stranamente abbastanza intonati! Vengono a cantare con noi anche gente di altri tavoli.

Ma poi succede l’inimmaginabile: Daniele vede Gio Kurz della serie dmax "Falegnami ad alta quota" nella sala a fianco; si emoziona anche un po’, e va a farsi fare una foto con lui.




Continuiamo la serata con vari canti e poi Gio Kurz entra in sala con una grappa e 10 bicchieri ed esclama: caxxo  quanti siete?!
Beviamo quindi insieme a lui e brindiamo al “Supremo” (il papà Kurz presente nella trasmissione).

Il Supremo





video: Gio Kurz

Prima di andare a dormire progettiamo gli itinerari del giorno dopo.

Ci divideremo in 2 gruppi: uno andrà a fare la ferrata delle bocchette centrali, mentre l’altro riprenderà il sentiero del ritorno verso il Rifugio Brentei.

Avremo due radioline per tenerci aggiornati sui vari spostamenti.

E’ una notte agitata… il pensiero della sveglia non mi fa dormire bene.

Il cellulare suona ancora presto: sono le 5:30!

Ci si prepara in silenzio per non svegliare gli altri, ognuno con il proprio ritmo e le proprie abitudini.

La sveglia presto ci regala però un’alba da togliere il fiato: usciamo quindi ad ammirarla ed a gustare il momento in (quasi) silenzio. Molta gente del rifugio era infatti già sveglia e pronta a partire per fare vie o ferrate.





Colazioniamo e partiamo in direzione delle bocchette centrali.


(io a questo punto racconto solo la parte della mia giornata, spero che qualcun altro scriverà la sua parte:D)

L’inizio, come spesso accade in ferrata, è un pochino da selezione naturale ed il Bolla esclama: speriamo che non sia tutta così..:D


Dopo un primo tratto leggermente impegnativo la ferrata è piacevole, mai difficile e molto panoramica che sfrutta le caratteristiche cenge per collegare le varie vallate rimanendo in quota.


Dopo ca 3 ore arriviamo alla bocchetta delle armi dove vediamo il rifugio Alimonta in fondo alla valle, e salutiamo Ernesto e Beatrice che decidono di andare a fare le bocchette alte, un'altra ferrata che collega la bocchetta delle armi alla bocca di Tuckett. Molto bella e panoramica anche questa.


Arrivati al rifugio tiriamo fuori salamini e formaggi e ci facciamo un mini-aperitivo.

Incominciano a raggiungerci i primi Muli che hanno deciso di venire all’Alimonta invece che andare al Rifugio Tuckett.

Fanno in tempo a fare una foto al 2° riposino del Bolla..:D




Un gruppetto di noi vorrebbe provare a fare il sentiero attrezzato Sosat, pensando che fosse una variante facile e soprattutto corta; il rifugista invece ci dice che è una ferrata vera e propria e che dura 3 ore e mezza.

Sentito questo, anche se un po’ dubbiosi, ci imbraghiamo subito e partiamo in direzione della nuova ferrata.

Nella discesa che porta al suo attacco vediamo altri piccoli gruppetti di muli che stanno salendo all’Alimonta.

La ferrata Sosat si dimostrerà  essere più tecnica del previsto e viene apprezzata molto da tutti noi.

Sono quei piccoli passaggini che ti fanno venire un po’ di adrenalina in corpo e che ti gasano al loro passaggio.

D'altronde la montagna è fatta anche di questo, e non solo di camminate.

La ricerca del di più, di alzare l’asticella, di piccoli brividi che ti fanno apprezzare molto di più quello che stai facendo. Sempre con coscienza, attenzione e sicurezza.


Finita la ferrata sosat, dopo ca 2.30 ore arriviamo al rifugio tuckett dove troviamo un piccolo gruppetto di Muli che sta mangiando.

Loro, non essendo passati dal rifugio Alimonta, hanno deciso di venire al Tuckett a mangiare.

In attesa che finiscano di mangiare noi ci facciamo l’ennesima meritata birra.


L’altro gruppo sta invece già scendendo direttamente alle macchine e quindi, aspettato tutti, ci incamminiamo in discesa verso il parcheggio di Vallesinella.

Prima di scendere abbiamo sentito Ernesto e Bea che erano ancora alla forcella Tuckett.
Li avvisiamo che saremmo scesi.

Dopo ca 1 ora e mezza arriviamo a Vallesinella dove ci attendono gli altri che stavano riposando, mangiando e bevendo.

Io arrivo abbastanza affaticato alle macchine (sarà l’età….), ma soprattutto affamato.

Mi divoro un panino!

Ormai sono quasi le 17 e ci attende un bel viaggio per il rientro a casa e quindi pian piano tutti prediamo la via del ritorno in macchina.

Io, esausto, faccio guidare a Clara e mi addormento in macchina.



Arriviamo a casa alle 21:30, stanchi ma enormemente soddisfatti e carichi della DuegiorniMula.


Sono stati due giorni di panorami, di avventure, di bellezze, di amicizie e di scoperte (vero Giro???:-) )

Sono giornate che anno dopo anno ti ritrovi sempre a rifare perché ne vale sempre dannatamente la pena!

Ti stancano fisicamente ma ti ricaricano mentalmente.

 

Un grazie particolare a tutti gli organizzatori che si sono adoperati per organizzare e per gestire questo evento.

Perché dietro tanta bellezza c’è tanta organizzazione e responsabilità.

Viva la 7° DuegiorniMula

Viva gli organizzatori

Viva le birrette

Viva il Presidente


Luca