martedì 25 dicembre 2018

GITA VAL GEROLA 18/11/18


Ammetto che non ho una memoria di ferro, dopo più di un mese dalla gita potrei non ricordarmi molte cose... Mi sono però aiutato con tutte le foto e i video caricati su Facebook :-) La camminata è stata proposta da Loris come parte due - il ritorno - della gita organizzata sempre in Val Gerola ( #melascialloalpescegallo ) da Paolo, circa un mesetto prima. L'obiettivo" ri-ammirare" il foliage e i caldi colori dell'autunno, prima dell'arrivo della neve.
Ci siamo ritrovati come sempre al Parini a Lecco, e una volta pervenuti tutti, o quasi (Claudiano ci ha dato buca all'ultimo!!!) siamo partiti un po' in ritardo, come sempre :) verso la meta. Raggiunta la Val Gerola, la gita è iniziata con l'appello di tutti i partecipanti in diretta Facebook, e la presentazione dei nuovi membri eletti nel CdA della Mula, Clara e Paolo. Eravamo davvero in tanti, poco meno di una trentina, e all'appello non è voluta mancare nemmeno Breva!

 Terminate le presentazioni, abbiamo preso il sentiero da Gerola in direzione del rifugio Trona Soliva in località Gerola Alta. Il tempo era nuvoloso (a differenza di quanto promesso da Paolo durante la campagna elettorale!) e faceva abbastanza freddo; il paesaggio però era davvero incantevole, il sentiero e gli alberi brinati ci hanno immerso in un'atmosfera quasi invernale.
Poco dopo la partenza abbiamo incontrato il primo ostacolo, e abbiamo attraversato senza grandi difficoltà un guado.
La salita è stata tranquilla, niente di troppo difficile! L'unico inconveniente il rapporto conflittuale tra Breva e Andrea Chiesa, che quasi viene morso! Dopo circa 2/ 2.30 ore di cammino siamo arrivati a destinazione. Il rifugio era piccolo, ma molto accogliente, e con un'atmosfera familiare. Siamo entrati subito a scaldarci vicino alla stufa nella saletta che ci avevano occupato per noi. I gestori ci hanno deliziato con un assaggio di schat e ottimi pizzocheri, serviti con buon vino. Degna di nota anche la vellutata di zucca, che a detta di chi l'ha mangiata ne valeva davvero la pena! Finito il pranzo con un paio di torte fatte in casa (molto buone anche queste!), ci siamo preparati, e dopo aver fatto la rituale foto di gruppo fuori dal rifugio, siamo ripartiti.

Abbiamo preso una strada diversa dall'andata, scegliendo la strada carrabile, più dolce e meno ripida, perché temevamo che il sentiero della mattina fosse gelato. L'unico problema è che non avevamo considerato quanto tempo in più ci volesse, e pensavamo di arrivare alle macchine prima che facesse buio! Nel frattempo il cielo era diventato tutto sereno, e il panorama intorno a noi era davvero stupendo - la cima del Monte Disgrazia appariva sopra un manto di nuvole illuminata dai caldi colori del tramonto!
 Penso che le foto di questo tramonto potrebbero dare molto filo da torcere per la prossima edizione del "Mula Contest"! L'unico inconveniente della discesa è che si è rotto lo scarpone a una ragazza (scusate, ma con i nomi sono un disastro...), ma questo è stato prontamente sistemato con dello scotch e la discesa è proseguita senza ulteriori problemi. Il gruppo si è diviso in diversi gruppetti nello scendere, e visto che il sentiero su strada si è rivelato più lungo di quanto pensassimo, quando è diventato buio non eravamo ancora arrivati alle macchine. Paolo, Loris e Fusetti hanno deciso senza timore di scendere di corsa alle macchine per andare poi a recuperare con le macchine gli ultimi rimasti indietro. Grazie ragazzi!!! Alla fine, immersi nel buio e illuminati solo dalle poche luci della valle, e dalle nostre torce, siamo arrivati tutti sani e salvi alle macchine! Un semplice grazie a tutti coloro che hanno partecipato e reso questa gita eccezionale e inimitabile!
E per finire... come tradizione....
W il presidente! (...anch'io non l'ho ancora conosciuto!)
W la Mula!
W la Val Gerola!

Stefano


Stefano

domenica 16 dicembre 2018

Muli, Orsetti e Amari gentilmente offerti.


Il bello del ponte dell’immacolata è che regala sempre molte gioie ai comuni lavoratori infrasettimanali, una di queste è un buon vecchio caro ponte. Esatto, avete letto bene… e cosa c’è di meglio in questi giorni di ferie e di relax? Una bella gita in montagna!
La destinazione di oggi è Moggio ridente località di circa 500 anime, nel Lecchese. Scelto come punto di partenza per un obiettivo più ambizioso: i piani di Artavaggio. Il viaggio parte subito frizzantino, ognuno pensa al sonno, ed a suoi dubbi esistenziali del tipo: “Ho preso tutto?” presi dal terrore di aver dimenticato qualcosa a casa… <<<tipo gli scarponcini>>> ma niente paura… La mula è fornita di ogni genere di confort, oltre simpatia ed allegria, nell’utilissimo “package” c’e’ anche chi, sicuramente porterà un paio di scarponcini in più, con il tuo stesso numero, da poterti prestare.
Nel mentre, già arrivano le prime foto su whatsappppp dei più puntuali, ci aspetta un fantastico panorama per la lieta partenza, Andrea, delizia subito con un suo mega scatto. 

Ci siamo tutti, una dozzina, carichissimi. Prendiamo i nostri zaini e via verso il sentiero. Partiamo dal piccolo parcheggio, ci aspetta un dislivello di circa 900 metri, la salita non difficoltosa, mediamente dolce in quasi tutto il percorso, in alcuni punti con tratti ghiacciati che hanno richiesto in alcuni casi più attenzione onde evitare varie cadute di deretano, molte volte scongiurate; ci accompagna quasi sempre una meravigliosa distesa di alberi intorno, freddino…


Proseguiamo fino ad arrivare ad un passaggio aperto e bellissimo, Il panorama è incantevole, con un cielo cosi’ terso ed azzurro che ti invoglia a non distogliere lo sguardo da quella che è una tavola piena di colori. La neve indurita dalle basse temperature ed un sole che ci sta proprio di fronte che ci riscalda dopo il fresco lino precedente.


 Direi che si è fatta una certa e la fame si fa sentire (Gnamgnam), saliamo verso i piani, la prima meta è il rifugio Casari, alcuni di noi decidono di aspettare qui, dove poi pranzeremo, i restanti impavidi che decidono di proseguire verso il rifugio nicola..
Spicca da lontano uno stranissimo monte Sodadura, noto per la sua forma piramidale: ed in prenda al delirio per la fame, partono le sinapsi ma partono anche le prime boiate su Stargate, Marziani, e il mitico Giacobbo con le sue coincidenze, che ovviamente, possono accompagnare solo. 




Si prosegue diritti verso il rifugio Nicola, la giornata è veramente splendida:







Dopo le nostre belle due orette di cammino arriviamo finalmente al (S.) Nicola, il rifugio è molto bello e la struttura è curata, praticamente nuovo, ne approfittiamo per ristorarci, chi con qualcosa di caldo e chi con una bella birretta. Ovviamente non possono mancare i classici dispersi della giornata, ci accorgiamo all’improvviso che Silvia e Laura, hanno intrapreso la scalata del Sodadura, guidate da un sosia di Paolino.
Ne approfittiamo subito per dei mega Selfieess davanti a Sodadura e Resegone prima di ripartire per la discesa e raggiungere i rimanenti del gruppo al rifugio precedente e magari avere notizie dei dispersi.










 Si riparte carichissimi dal rifugio (san) nicola e con una fame assurda, c’e’ un vento freddissimo sui piani, ma per fortuna il sole ci riscalda discretamente, discesa mediamente dolce come la solita, ed in men che non si dica siamo tornati al Casari, dove troviamo il resto del team;
Prima del pranzo è d’obbligo un buon prosecco, scala quaranta e briscola chiamata per ingannare l’attesa del pranzo, le pance iniziano a brontolare!!




 


Un banchetto degli dei decisamente gustoso,  tagliatelle al ragù di cinghiale, al ragù di lepre... Scaloppine ai funghi, coniglio arrosto, brasato di cervo e vino in quantità industriale... nulla da dire! Il tutto condito con tante belle chiacchiere e risate!!

E’ quasi ora di tornare e…..prima di incamminarci… 


… c’e’ chi si fa un sonnellino…



c’e’ chi sorseggia un buon amaro, gentilmente offerto…..


 E chi coccola Orso yoghi!!!




Ci spariamo un foto con 100 kg di “orsetto” e iniziamo la discesa, accompagnati da un tramonto meraviglioso e pronti per una fantastica prossima avventura!!
Grazie a tutti per questa bellissima giornata!!
W il presidente (che ancora non conosco)
W l’orso Yoghi
W i Sonnellini
W gli amari gentilmente offerti
W S. Ambrogio e S. Maria Immacolata
W S. Nicola di Bari
W la MULA
E brindiamo tutti alla cosa che finisce per “No”

Maurizio


lunedì 3 dicembre 2018

La coperta della pianura e lo spettacolo della natura


E’ venerdì pomeriggio e ricevo un messaggio vocale dal Brusa di più di due minuti.
Mi spaventa quasi la cosa, ma lo ascolto: mi invita ad andare il giorno dopo sul Legnone con la possibilità di fare il canalone ovest, se la neve è buona (anche se era un po’ pessimista).

Accetto senza esitazione … è molto tempo che volevo fare qualcosa “di più”… perchè la Mula è anche #alzarelasticella.
Mi mobilito subito andando a speseggiare e recuperare una seconda picozza da Danielo.
Il ritrovo del giorno dopo è molto presto: ore 5:45 al Parini. Nessuna colazione e nessuna mulo/a ci fa tardare, anzi siamo tutti in anticipo: all’appello siamo io, Brusa, Loris e Ste Riva.
L’unica persona che ci frena un po’ è Loris il bello con i suoi tempi diciamo … un po’ lentini!:D
Ci fa anche tornare indietro al Parini perchè aveva lasciato il cellulare in bella vista nella macchina .
Arriviamo alle 7 al punto della partenza, Loris ci fa attendere ancora dei minuti preziosi prima di poter partire, in quanto moooolto lento a prepararsi, :D ma una volta incamminati procediamo abbastanza spediti.


Incomincia ad albeggiare: il cielo si tinge di rosa e la nebbia avvolge la pianura padana che sta ancora dormendo avvolta nella sua coperta: uno spettacolo pazzesco!


Troviamo la neve quasi subito lungo il sentiero ma si cammina volentieri con gli scarponi.
Con noi c’è Brusa, l’amante degli animali; con lui sono sempre assicurati!
In un minuto vediamo un camoscio ed una bella aquila appena sopra di noi che lo teneva d’occhio.
Maestosa si librava nel cielo!
Arriviamo ad uno spiazzo dove ci si apre un panorama fantastico. Tutte le punte delle cime davanti a noi sono rosa, e questa volta il Monte Rosa è proprio di questo colore!:D



Riprendiamo la via, la neve sotto i nostri piedi aumenta sempre di più e facciamo un po’ di fatica in quanto si sprofondava parecchio. Superiamo un passaggino con la corda fissa dove bisognava stare attenti a non finire di sotto  (altrimenti erano cavoli amari:D) e raggiungiamo il bivacco “ca de legn” dove decidiamo di indossare i ramponi e di usare la picozza.
La neve incominciava ad essere troppa e la via sempre più irta.
Attendiamo sempre che Loris abbia finito di prepararsi per ripartire…:D


Continuiamo a salire, inizialmente anche dovendo tracciare la via: una faticaccia! Ci si trovava  spesso con la neve fino alle ginocchia.

Nel mentre l’alba è stata sostituita da un bellissimo cielo azzurro! La giornata è freddina ma il sole (e soprattutto la fatica della salita) ci riscalda.


Fortunatamente due persone ci superano così non dobbiamo più tracciare.
Continuiamo lo stesso a faticare con questa neve bastarda! Per un attimo pensiamo anche di fermarci e di rinunciare alla vetta, più che altro pensando alla discesa vista la neve non bellissima trovata lungo la via… ma la croce ormai era troppo vicina per rinunciare … e quindi decidiamo di proseguire!

Facciamo la crestina finale con un bel passaggino e, dopo quasi 5 ore di ravanamento nella neve arriviamo in vetta dove ci aspetta la croce ed uno spettacolo indescrivibile.


 Un panorama a 360° : dalla Grigna vicino a noi, al Monviso, al gruppo del Rosa, al Badile, al Cengalo, al Disgrazia… mentre la pianura padana è sempre avvolta nella nebbia….troppa troppa roba!!!

Il canale ovest alla fine abbiamo deciso di non farlo vista la brutta neve che abbiamo trovato.
Tempo di fare la foto con la bandiera della Mula e mangiare due barrette che scendiamo.


La temperatura era sotto lo 0° ... la bandiera si è anche semi ghiacciata mentre era all’aria aperta.
Più che altro non volevamo sprofondare nella neve nel rientrare. La bella giornata poteva fare diventare la neve troppo molle…
Scendiamo di buon ritmo. Superiamo i punti critici senza grossi problemi.
Per sentirci più fighi utilizziamo entrambe le picozze!:D



Arriviamo nuovamente al bivacco ca de legn dove mangiamo qualcosina e sorseggiamo dell’ottimo braulio.
Dopo esserci sbarazzati dei ramponi e delle picozze ci rilassiamo un pochino, pensando alla salita che avevamo fatto ed ammirando la vetta che era sopra ai nostri occhi.

Riprendiamo poi la via del ritorno. Ora senza particolari difficoltà a parte sempre qualche buco nascosto sotto la neve.
La discesa, come sempre, è infinita…
Nell’ultima mezz’ora, forse per stanchezza o forse per distrazione, scivolo per terra 7/8 volte…l’ultima delle quali a 3 metri dalla macchina…che finalmente raggiungiamo, stanchi della giornata ma molto contenti di ciò che avevamo fatto.
Sono giornate che ti ricaricano, ti soddisfano! E poi, il pensiero che il giorno dopo potevamo dormire ci rincuorava. Per la cronaca il giorno dopo ho dormito dalle 22 alle 11 di mattina.:D
Neruda aveva ragione: Se non scali la montagna non potrai mai godere del paesaggio.
Mai fu più vera questa frase.

Viva le improvvisate
Viva il braulio
Viva #alzarelasticella
Viva il Presidente 




 
             Luchino