lunedì 25 marzo 2019

Cilecca: il nostro matrimonio in bianco con il Monte Pisello




🔺🔺🔺ATTENZIONE: a causa del suo contento esplicito, questo articolo non è adatto ai lettori minori di 18 anni.🔺🔺🔺

Venerdì pomeriggio, ecco una notifica sui nostri telefoni. Paolino ha una proposta indecente per domenica: l’ascesa al Monte Pisello.  La destinazione ci ha immediatamente sedotti con la sua conturbanza e abbiamo quindi deciso di sposare la causa.

Ci aspettavamo un’affluenza record, invece al ritrovo a Lecco eravamo solo in tre: Veronica, Paolino e Alice. Si sarebbe trattato di un ménage à trois.

In macchina, Paolino parlava di alcuni suoi amici e suggeriva ad Alice e Veronica che questi erano proprio uomini da sposare. Il commento delle due è stato che, se proprio ci teneva, poteva sposarli lui. Era chiaro che le due erano fedeli al Monte Pisello.

Abbiamo iniziato il godimento con un bel caffè e brioche al Dolce Forno di Morbegno, prima di cimentarci nell’attività che tutti amiamo e che coniuga esercizio fisico e piacere: l’escursionismo, ben inteso.

I preliminari sono stati piacevoli: il sole ci accarezzava con i suoi raggi caldi, la salita era dolce e curvilinea. Siamo giunti ben presto a un plateau sul quale sorgeva il rifugio Piazza. Ma il Monte ancora si celava timidamente lasciandosi desiderare.

Eppure, quando si è eretto davanti ai nostri occhi...



Le sue dimensioni erano assolutamente più ingenti delle aspettative, ma a preoccuparci di più è stata la sua consistenza. O meglio, quella della neve.

Ed è stato lì che a Veronica sono tornati in mente i consigli dei suoi saggi genitori: sua madre le aveva consigliato di prendere le dovute precauzioni per evitare incidenti di percorso con il Monte Pisello. Suo padre, ancor più radicale, le aveva sconsigliato di anche solo avvicinarsi al suddetto monte, preferendo invece il vicino Monte Lago.

È stato a questo punto che, benché eccitati dall’idea di conquistare la vetta, in mancanza di ciaspole non abbiamo potuto andare fino in fondo alla nostra impresa.



Il Monte Lago si è però presentato come una validissima alternativa: sfiniti e accaldati, abbiamo raggiunto l’apice, dal quale si godeva di una vista davvero sensazionale sulle Orobie ancora innevate e anche su un piccolo angolo di lago, che aveva spiato tutta la nostra performance.



Durante l’ultima parte di salita, ripida e a tratti scivolosa, siamo venuti... a conoscenza del fatto che Paolino ha poca resistenza: le due Chedddonne sono arrivate in vetta ben prima di lui! Ma si sa che, soprattutto in queste circostanze, l’importante è stare bene con se stessi.



Abbiamo intrapreso la discesa ed è qui che il nostro matrimonio davvero è diventato IN BIANCO: la neve si era ormai afflosciata, vista l’ora tarda. Penetravamo lo strato nevoso per molti centimetri a ogni passo... Alla fine eravamo tutti bagnati. Ma ci siamo divertiti un sacco!

Di ritorno al rifugio Piazza, ci siamo goduti il meritato riposo dopo questa lunga kermesse. Nel rifugio era appeso un grembiule che pubblicizzava la nota marca di yogurt Müller: ai nostri occhi stanchi però... Mah... Lo slogan ci è parso un po’ sfocato e non ce lo ricordavamo proprio così, forse abbiamo letto male...



Anche perché il pastore aveva almeno 65 anni. Quindi abbiamo gentilmente declinato l’invito del grembiule, ritenendoci già appagati.

Dopo questa giornata, una cosa è certa: anche se colti in fallo, i Muli non si fanno certo demoralizzare e non si accontentano di prestazioni mediocri!
Infatti, mentre Alice aspettava il treno a Bellano, anziché a Lecco, rifletteva sul fatto che il piacere si può trovare in tanti posti e in tanti modi diversi.



W i flop
W provarci
W i falli(menti)
W i doppi sensi
W la MULA


mercoledì 13 marzo 2019

10 MARZO 2019_ RIFUGIO CROSTA!!!!



10 MARZO 2019_ RIFUGIO CROSTA


L’8 Marzo 2019 era cominciato bene, con la proposta del nostro amico Federico Beltrami, affetto dal alpinismo cronico, di unirci a un gruppo di persone per «qualcosa di super easy in montagna». Son sincera, non aspettavo altro: passeggiata, montagna, gente nuova. A parte l’idea di puntare la sveglia alle sei del mattino di domenica (fitta allo stomaco) le parole ‘super easy’ mi avevano convinta in un secondo. Eppure complici probabilmente i 5 anni di vita trascorsi a Roma, La Decisione Definitiva di unirci al gruppo giunge all’ultimo, il Sabato sera, con l’adesione anche di mia sorella-amica Taty e  giusto in tempo per mandare nel panico il gruppo Whatapp della passeggiata :-)

In due secondi Phil, organizzatore della giornata, ci aggiunge alla tavolata di venti persone per il pranzo al Rifugio Crosta e ci si accorda per la punta a Legnano del mattino dopo. E’ fatta! 
Contenta come da bambina il giorno prima di partire per le vacanze estive, preparo lo zaino insieme a Taty. La montagna la conosciamo: da sempre i nostri genitori hanno avuto in affitto una casa in Val Seriana, ci han fatto camminare, giocare per costruire la casa di legno nel bosco e ci hanno buttato presto sulle piste da sci. Eppure nell’armadio dobbiamo scegliere tra tuta da sci e jeans da passeggiata in Corso Buenos Aires: è evidente che abbiamo qualche lacuna da colmare :-) :-) :-)

E’ Domenica mattina e si parte!!Arriviamo al punto di incontro di Legnano alle 7.45 spaccate e in men che non si dica il gruppo è pronto per imboccare la strada per Varzo, vicino Domodossola. Il viaggio vola perché ci si conosce, si chiacchiera, in un batti baleno siamo sopra Varzo alla partenza del sentiero che ci porterà al Rifugio Crosta. Qui ci uniamo alle altre persone che arrivavano da Gallarate e diventiamo un gruppone, un gran bel gruppone. Ci si presenta, alcuni già si conoscono altri no, ma c’è una bella atmosfera, leggera e in un certo qual modo di festa. Mentre osservo bene i volti in giro incontro con lo sguardo mia sorella, poi guardo di nuovo in giro, poi mi guardo e mi viene da ridere: gli altri son tutti ben attrezzati con pantaloni tecnici, giacche tecniche e racchette pronte all’uso, le aprono le regolano; io e taty sembra che siam state raccattate in un parcheggio del centro commerciale :-). Ma bando alle ciance è ora avviarsi!!


Il percorso parte alquanto ripido, e rimane tale fino all’arrivo all’incirca! Ma io nei primi minuti penso « ok Sonia, fai 4 ore di tennis a settimana, sei in forma, tieni duro, sarà così solo l’inizio no? :-)». E invece no, ripido è e ripido rimane. I primi 10 minuti io e la Taty perdiamo passo dopo passo velocità, ci guardiamo e pensiamo a Beltra e il suo ‘super easy’: Beltraaaaaaaaaa!!


























In 15 minuti di camminata il gruppo ci ha già seminato, la Taty arranca anche più di me. Giriamo un angolo un attimo pianeggiante e son tutti li che ci aspettano. Che gioia! Han capito che siamo leggermente in difficoltà e con gran spontaneità in due minuti siamo munite di racchette e abbiamo dei motivatori che ci incitano ma soprattutto ci distraggono con belle chiacchiere..ed è così che a una certa senza neanche rendermene conto le gambe vanno, il fiato pure e comincio davvero a godermi il bosco fitto sotto cui passiamo e il paesaggio incredibile che si apre tutto d’un tratto: girandosi verso la valle la cima Breithorn è una meraviglia!








Mentre Taty rischia uno svenimento, guarda male Beltra, si mangia una barretta intera di cioccolato e viene presa a palle di neve da Danielo, guardando verso l’alto vedo che siamo quasi arrivati!!! Arrivare su è stata una gran gioia per tre motivi: primo perché nonostante il nostro essere fuori allenamento e poco attrezzate ce l’abbiamo fatta; secondo perché il contesto è mozzafiato, sperduto, vicino alla roccia nuda, tagliato dal vento; terzo perché ci aspettava una tavolata calda, in compagnia e con buon cibo










La tavolata di venti persone è allegra e si respira un gran aria di informalità: non ci si conosce ma c’è quell’atmosfera che secondo me dipende molto dal cosa stai condividendo e dove.

Qualche amaro, torneo di freccette e siam pronti per la foto di gruppo e per la discesa. 


Io personalmente a scendere mi son proprio divertita, da un lato perché ero euforica per l’aver raggiunto il rifugio nonostante i dubbi iniziali, dall’altro per il gruppo davvero piacevole di persone con cui ci eravamo ritrovate. Fatto sta che zompettoe gioco per capire come scendere velocemente, senza frenare troppo e soprattutto senza rischiare di spaccarmi una cavaglia. Mentre il gruppo si ferma ogni tanto per aspettare qualcuno un po più lento (chissà chi eh, vero Taty?), ne approfitto per osservare le architetture di alta montagne disperse ovunque intorno a noi: doveva esserci grande attività umana qui fino a un secolo fa, penso...


Si torna verso casa, son davvero distrutta e crollo felice in auto. Un’esperienza bellissima in cui prima di tutto ho capito che questa dimensione di socialità unita al trekking mi piace da matti, forse anche perché LA MULA è una dimensione speciale della cosa. La seconda cosa che ho capito è che non bisogna mai dar retta a un alpinista cronico come  Federico Beltrami :-) :-) 


GRAZIE PER LA SUPER SPLENDIDA GIORNATA A TUTTI E A LA M.U.L.A.!!!!!!!!!!!!


lunedì 11 marzo 2019

FiaccoMulata2019

Immaginate la magia di un antivigilia di Natale,immaginate quasi 60 lucine che illuminano una montagna,immaginate la voglia di sorridere e festeggiare insieme ad altrettanti giovani!!

Inizio così a raccontare l’ esperienza della Fiaccolata Mula!!Ci siamo trovati a Galbiate nel tardo pomeriggio di domenica 23 dicembre. Carichi,caldi e pronti ad illuminare la vetta di una delle montagne più famose del territorio lecchese. Abbiamo atteso una mezz’oretta l’arrivo di muli da ogni dove e,verso le 17.00, siamo partiti circa in sessanta per il monte Barro. Proseguendo il sentiero ci siamo imbattuti in ben poche difficoltà.
Solo in prossimità della cima raggiunta pian piano aspettandoci (ed illuminandoci reciprocamente il cammino tramite le fiaccoline stragicamente indossate), verso le ore 18.00.E’ qui che sono partiti i primi festeggiamenti della serata e qui abbiamo condiviso ciascuno chi un po’ di panettone,chi di vin brûlé, cioccolatini biscottini birra e dolciumi vari iniziando a scaldarci in vista della discesa intrapresa verso le ore 19.00.Il capo spedizione non mancava di fare strada tramite una divertente testa di mulo di cartone composta da piccole luci colorate.A contraddistinguere il gruppo 4 letterine di luce ugualmente e fantasiosamente composte al fine di formare la parola stessa:m.u.l.a.!!(e viva noiiii)

A mezz’ora abbondante di cammino dalla partenza su una piccola e panoramica collina ci siamo fermati per salutare insieme un infuocato è meraviglioso tramonto invernale inaugurando il primo buio con le piccole lucine colorate per lo più “montate”sugli zaini di ognuno di noi al fine di comporre la piccola e numerosa fiaccolata.








 

Scendendo da un semplice sentiero siamo giunti su una mulattiera prima della quale,in prossimitâ dell’eremo del monte,ci siamo fermati per l’ultima rapida sosta. Un po’ infreddoliti ma estremamente soddisfatti dell’impresa abbiamo raggiunto le auto verso le ore 20.00 pronti a dare il via alla seconda parte della serata:una semplice ma deliziosa cena che abbiamo gustato in compagnia in un piccolo bar a sala al barro,paesino limitrofo a galbiate.E’ qui che abbiamo riso,scherzato e festeggiato il Natale con maggiore intensità divertendoci a premiare le lucine più “simpatiche” e particolari della spedizione e a guardare i video a tema montati dagli organizzatori.Prima di salutarci definitivamente abbiamo concluso i festeggiamenti e gli auguri per il Natale scambiandoci “a random” dei piccoli regali che ciascuno di noi aveva impacchettato e portato con se e che gli organizzatori hanno casualmente redistribuito tra i partecipanti alla cena.Che dire?una serata fantastica!favolosa organizzazione,spettacolare panorama,meravigliosa idea,splendido clima di augurio e festa!uno dei migliori modi insomma di trascorrere una notte incantata come quella del 23dicembre che vedrò di spendere altrettanto serenamente l’anno prossimo!grazie mille mula e bentrascorso Natale 2018!





Giulia

martedì 5 marzo 2019

BELIN che CANYON!

Si parte da Varazze caput mundi con il tipico ritardo mulesco (e si approfitta della scusa dell' "andiamo a prendervi la focaccia"!!) Direzione Rossiglione! In riviera fa già un bel caldo mentre nell'entroterra ci attende umidità e un vento zzzelido! 
Siamo in sei: Gigia, Franci, Fede, Matt,  Clara e Davide.  Insultiamo un po' tutti coloro che hanno paccato ma soprattutto notiamo con piacere che, alla facciazza loro, il sole splende stra alto nel cielo e i fiori sono già un po' sbocciati:)


I siti descrivono il posto come un canyon,  ma, un po' per presunzione e un po' perché non ci fidiamo, di certo non ci aspettiamo la figata che è! 
È previsto un giro ad anello di 7 km con (addirittura!!) 180 mt di dislivello. Le ore sul web sono 4, ma anche di queste diffidiamo.  








Iniziamo a camminare ma da subito facciamo più pause. Il posto è effettivamente un canyon ed il fiume crea enormi pozze di acqua verde e pulitissima. È impossibile non stare a guardare in ammirazione! 




 Quando gli stomaci dei sei muletti reclamano un bello spuntino ci fermiamo a bordo fiume dove Franci fa una mossa di parkour che farebbe invidia ad un acrobata (finendo chiaramente con metà gamba in acqua). Drone per aria e via con le riprese! Bisogna che gli assenti rosichino! La pausa-decisamente più lunga del dovuto a causa dei maschietti che fanno a gara a chi ha il gingillo più grande (maliziosi... poi capirete!) - si conclude, e riprendiamo la faticosissima gita. 




Siamo così fortunati da incontrare il gruppo vacanze Piemonte che ci indica la via per la famosisssimisssima fonte sulfurea della Valle. Dopo aver superato ostacoli incredibbili e aver sconfitto 4 locals armati di spada si riusce ad arrivare alla fonte inermi. Effettivamente, la fonte è cosi bella e maestosa (Vedi foto) che siamo proprio contenti di aver allungato il percorso . 
Vabbè, torniamo sul sentiero originario dove i maschietti (piccoli lavativi) propongono di fermarsi per pranzare. Noi donne, che, non per vantarci, ma siamo l'animale più intelligente (addirittura prima della capra nelle classifiche mondiali!) Insistiamo per continuare la scalata. La nostra è indubbiamente la scelta migliore dato che, poco dopo, facciamo i fatidici 180 metri di dislivello tutti in un colpo! Abbiamo così la possibilità di gustarci il ligurbanchetto degli dei in un posto che - giurin giuretta- non ha nulla da invidiare al Grand Canyon! Franci tira fuori il drone per attaccare il buon Davide, che ha osato portare una focaccia da supermercato nordico! Clara si salamandra a terra godendosi il caldo e la natura. 
È venuto il momento di rientrare, perciò spaini in zalla e via verso l'orizzonte! L'ultimo pezzo scende da un altro versante e in battibaleno ci troviamo alle macchine. Le 4 ore sono state DAVVERO 4 (comprensive però di pause pausine e pauselle). Sono le 15.30 e non è legale finire un'uscita mula fuori regione così presto. 
Decidiamo di aperitivare nella ridente località di Masone,  dove stranamente non piove. L'unico baretto che troviamo non è granché ma ci da da mangiare più  della nonna la domenica. 
Sono le 17 e questa gita enogastronomiconaturalistica s'ha da finire. 
Si va a casa tutti con il cuore pieno dalla bellezza dello stare insieme e divertirsi con poco. 
Alla prossima liguriata mulez!
Yours
Gigia