🔺🔺🔺ATTENZIONE: a
causa del suo contento esplicito, questo articolo non è adatto ai lettori
minori di 18 anni.🔺🔺🔺
Venerdì
pomeriggio, ecco una notifica sui nostri telefoni. Paolino ha una proposta
indecente per domenica: l’ascesa al Monte Pisello. La destinazione ci ha immediatamente sedotti
con la sua conturbanza e abbiamo quindi deciso di sposare la causa.
Ci aspettavamo un’affluenza
record, invece al ritrovo a Lecco eravamo solo in tre: Veronica, Paolino e
Alice. Si sarebbe trattato di un ménage à trois.
In macchina,
Paolino parlava di alcuni suoi amici e suggeriva ad Alice e Veronica che questi
erano proprio uomini da sposare. Il commento delle due è stato che, se proprio
ci teneva, poteva sposarli lui. Era chiaro che le due erano fedeli al Monte Pisello.
Abbiamo iniziato
il godimento con un bel caffè e brioche al Dolce Forno di Morbegno, prima di
cimentarci nell’attività che tutti amiamo e che coniuga esercizio fisico e
piacere: l’escursionismo, ben inteso.
I preliminari
sono stati piacevoli: il sole ci accarezzava con i suoi raggi caldi, la salita
era dolce e curvilinea. Siamo giunti ben presto a un plateau sul quale sorgeva
il rifugio Piazza. Ma il Monte ancora si celava timidamente lasciandosi
desiderare.
Eppure, quando si
è eretto davanti ai nostri occhi...
Le sue dimensioni
erano assolutamente più ingenti delle aspettative, ma a preoccuparci di più è
stata la sua consistenza. O meglio, quella della neve.
Ed è stato lì che
a Veronica sono tornati in mente i consigli dei suoi saggi genitori: sua madre
le aveva consigliato di prendere le dovute precauzioni per evitare incidenti di
percorso con il Monte Pisello. Suo padre, ancor più radicale, le aveva
sconsigliato di anche solo avvicinarsi al suddetto monte, preferendo invece il
vicino Monte Lago.
È stato a questo punto che, benché eccitati dall’idea
di conquistare la vetta, in mancanza di ciaspole non abbiamo potuto andare fino
in fondo alla nostra impresa.
Il Monte Lago si
è però presentato come una validissima alternativa: sfiniti e accaldati,
abbiamo raggiunto l’apice, dal quale si godeva di una vista davvero
sensazionale sulle Orobie ancora innevate e anche su un piccolo angolo di lago,
che aveva spiato tutta la nostra performance.
Durante l’ultima
parte di salita, ripida e a tratti scivolosa, siamo venuti... a conoscenza del
fatto che Paolino ha poca resistenza: le due Chedddonne sono arrivate in vetta
ben prima di lui! Ma si sa che, soprattutto in queste circostanze, l’importante
è stare bene con se stessi.
Abbiamo
intrapreso la discesa ed è qui che il nostro matrimonio davvero è diventato IN
BIANCO: la neve si era ormai afflosciata, vista l’ora tarda. Penetravamo lo
strato nevoso per molti centimetri a ogni passo... Alla fine eravamo tutti
bagnati. Ma ci siamo divertiti un sacco!
Di ritorno al
rifugio Piazza, ci siamo goduti il meritato riposo dopo questa lunga kermesse.
Nel rifugio era appeso un grembiule che pubblicizzava la nota marca di yogurt Müller:
ai nostri occhi stanchi però... Mah... Lo slogan ci è parso un po’ sfocato e
non ce lo ricordavamo proprio così, forse abbiamo letto male...
Anche perché il
pastore aveva almeno 65 anni. Quindi abbiamo gentilmente declinato l’invito del
grembiule, ritenendoci già appagati.
Dopo questa
giornata, una cosa è certa: anche se colti in fallo, i Muli non si fanno certo
demoralizzare e non si accontentano di prestazioni mediocri!
Infatti, mentre
Alice aspettava il treno a Bellano, anziché a Lecco, rifletteva sul fatto che
il piacere si può trovare in tanti posti e in tanti modi diversi.
W i flop
W provarci
W i falli(menti)
W i doppi sensi
W la MULA
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