lunedì 29 agosto 2016

CEVEDALE, TEMPO DI PROMESSE!!




Ogni tanto mi capita di aprire questo umilissimo blog per rileggere le storie che contiene.
Ogni tanto vado diretto a ricercare un racconto che in qualche modo, per chissà quale motivo, mi risuona in testa. Altre volte mi ritrovo a scorrere l'elenco delle uscite M.U.L.A. per poi finire a riguardare una o più storie spinto invece dal titolo o dalla curiosità...
Quello che fa questo blog è in qualche modo quello di "immortalare", di racchiudere in brevi racconti ricchi di foto giornate con amici o sconosciuti, giornate di sole, vento, neve, giornate di fatiche e di gioie.
Insomma.... qua si trattano i ricordi!!
Gli si da una forma, li si ammaestra e li si rende meno mortali.
Oggi scelgo di "immortalare"una storia che non è direttamente collegata alla M.U.L.A., ma che in qualche modo ne è figlia...
Perchè la montagna è come una bella donna!!
Una donna che ti porta ogni tanto ad alzare il tiro, a desiderare qualcosa di più.

Non più di tre settimane fa ero con Ugo Rocca, cugino di mia madre, in gita al rifugio Casati.
Il giorno prima della nostra escursione era nevicato e ci ritroviamo a camminare in mezzo a montagne ammantante di un candido bianco che sa di purezza.






Adesivo M.U.L.A. dietro a Rif. Guasti





Raggiungiamo il rifugio alle 11 e la titolare ci chiede se vogliamo l'attrezzatura per salire in vetta.
A mio parere è tardi e il tempo non è buono.
C'è molta nebbia, non ne vale la pena!!
Rifiutiamo la "bislacca proposta", ma la titolare ci invita comunque ad andare a vedere i cannoni della prima guerra mondiale che si trovano li vicini.
Ci indica più o meno la strada e ci liquida.
Io e Ugo camminiamo in mezzo ad una fitta nebbia scendendo sotto il rifugio e seguendo quelle che paiono essere delle tracce.
Attorno a noi il silenzio rotto solo dallo sfruscio dei nostri passi.
La nebbia comprime tutto, il suono, il tempo , lo spazio.
Non sappiamo dove siamo e dove stiamo andando.
Ad un tratto scorgo qualcosa in basso a destra.
Mi fermo e dico:"Ugo, guarda in basso che c'è un persona vestita di nero"!!... Guardiamo entrambi attraverso la nebbia. Le distanze si annullano poichè non ne abbiamo reale concezione.
L'essere è li, con la testa nella neve.
E' un orso, porcadiquellavacca!!
Guardo sotto di me e vedo chiaramente delle tracce poco umane.
Facciamo un rapido dietro front e risaliamo verso il rifugio.
Riprendiamo la via di casa e raggiungiamo il parcheggio dei Forni.

E di per se questa storia sarebbe anche finita se non che, giunti alla macchina, Ugo mi guarda e mi dice :" Ah... se oggi avessi insistito un pò io sarei salito in cima"....
Calcio carpiato allo stomaco!!
Ugo ha 60 anni e va più forte di me nonostante abbiamo 30 anni di differenza. Non mi stupisce che lo Zio Biba se lo tirasse volentieri dietro per le sue escursioni...
Guardo Ugo ed affermo:"Bhè...dai...magari l'ultimo week end di agosto...Se il tempo è buono"....
Ugo non è mai salito in vetta. Tanti anni fa, durante il militare arrivò quasi in cima con gli sci durante un'uscita nella quale rimasero bloccati per 5 giorni nel rifugio Guasti a causa di una tormenta.

Passano due settimana che trascorro a camminare sul cammino di Santigo.
In un momento di impeto scrivo a Fra: "venerdì 26 partiamo, dormiamo ai Forni e poi facciamo il Cevedale".
La cosa bella delle "proposte oscene" è che spesso si fa fatica a dir di no a chi te le fa...
Fra accetta e così anche Luca.
E' mercoledì e chiamo Ugo.
Gli dico:"Tieniti libero che andiamo su". Ugo è felice...Infondo gli avevo fatto una mezza promessa...
Il giovedì il piede mi fa malissimo!!
Mi dopo di fastum gel, di ghiaccio e di antinfiammatori.
Ormai il dado è tratto e non posso tirarmi indietro.
Venerdì partiamo verso le 18.30 e, con calma, risaliamo la valtellina e raggiungiamo il parcheggio dei Forni.
E' caldo e ci spianiamo su un prato con i nostri sacchi a pelo.




E' una serata bellissima!!
Il cielo è pieno di stelle.
Si dorme un pò, più o meno...
Umidità, spifferi d'aria, sassi e l'idea della sveglia rendono il nostro sonno un pò incerto.
Alle 4 ci svegliamo.
Ci prepariamo.
Ugo ci raggiunge  e partiamo a camminare nel buio più totale.
Pian piano albeggia e ci si para davanti agli occhi il Gran Zebrù in tutta la sua maestosità.


Saliamo regolari.
Luca e Ugo viaggiano duro.
Io e Fra un pò più lenti e in crisi a causa della banana che abbiamo mangiato poco prima.
Purtroppo il sole ha fatto il suo lavoro e i ghiacciai appaiono ben meno belli e più neri di quanto non fossero tre settimane prima.
Alcune jeep con guide e clienti ci superano.
Saliamo e giungiamo al Casati. 
Ci agghindiamo come farebbero delle belle fanciulle prima di uscire il sabato sera.
Ramponi, imbrago, corda...
Si sale gustandoci tutto quanto è intorno a noi.
L'ambiente è bellissimo e la salita dolce.
Le foto si sprecano in tutto questo incanto.

















 La giornata è fantastica!! Un caldo sole e nessuna nuvola in cielo. Attorno a noi le cordate sono molte.Superiamo un traverso più irto.
Giungiamo ad un'anti cima dove, bellissima, si staglia contro l'azzurro del cielo una cornice di neve.
Camminiamo sulla crestina finale e, poco dopo, alle 10 vinciamo la vetta.









E' caldo, dannatamente caldo per essere a quasi 3800 mt.
Si sta benissimo!! E' tempo di foto e di panorami.
Tutte le 13 cime della catena dell'Ortles sono attorno a noi.
Scorgiamo il Palon de la Mare e sotto di esso il bivacco Colombo, tante volte cercato dallo zio Annibale.
Il Vioz, il San Matteo, il Tresero...
E' bellissimo!!
In cima si sta da Dio!!!



La M.U.L.A. C'E'!!!





Decidiamo di riscendere e risalire per raggiundere il Zufallsputze che è solo 12 mt più basso del Cevedale.
La neve sta "mollando" e camminare con i ramponi da qualche impedimento.
Vinciamo anche questa cimetta e ci rimettiamo sulla strada di discesa.
Scendiamo rapidi.
Sulla piana, stufi, tiriamo via ramponi, imbrago e corda. Non contenti, ci portiamo fuori traccia per andare a vedere i cannoni.
Una lenta attraversata in neve molle.
Abbiamo portato poca acqua e ci troviamo ad essere un pò disidratati.
Infine raggiungiamo il Rifugio dove finalmente riusciamo a bere costosissime Radler.
Ugo vorrebbe salire sulla cima di Solda, ma noi rifiutiamo.
Siamo stanchi di camminare e la discesa è ancora lunga
La montagna è carica di persone, le più salgono per tentare la vetta l'indomani.
Dopo 13 ore in giro e 3400 mt di dislivello raggiungiamo il parcheggio.
Siamo stanchi ma strafelici!!!
Che spettacolo!! Che giornata!! Che avventura!!

E' stata una piccola spedizione che ha portato nel cuore tutto lo spirito più puro della M.U.L.A...
La voglia di osare, di adattarsi, di andare oltre, di improvvisare, di coinvolgere, di gustare.
Grazie ai miei compagni Luca e Fra!!
Grazie a Ugo!!
Grazie alla M.U.L.A. che in qualche modo da sempre lo stimolo di cercare altro.
Un cercare che che ha in qualche modo la pretesa di poter dare.
Dare ad altri sensazioni, desideri o sogni inaspettati. Dare ad altri un'idea sconosciuta del bello,  l'idea del possibile nello sforzo.
Per chi cammina e non sa, o per chi queste storie le può vivere solo dal computer di casa....
Rendo il ricordo un pò meno mortale e lo faccio dono con queste storie.
.....O almeno ci provo.....


W LA M.U.L.A.!!
W UGO, BUON AMICO!!
W BIBA CHE COSI' TANTO SENTIAMO VICINO QUANTO PORTIAMO IL CUORE IN ALTO!!




Danielo