lunedì 13 ottobre 2014

Un anno di M.U.L.A!!!

Ieri sera i 6 fondatori della M.U.L.A. si sono riuniti per una cena conviviale a casa di Fra allo scopo di banchettare, bere, ridere, parlare dell'anno mulesco appena trascorso e progettare al meglio il primo compleanno della M.U.L.A.

I dati ci fanno pensare che quello trascorso sia stato un bellissimo anno per la M.U.L.A.!!!
Alla sua fondazione, la compagine mulesca contava solo sei maschietti.
Durante l'anno 31 persone hanno partecipato ad uscite organizzate dal nostro gruppo. Questo è un incremento del 483%!!!
Di questi 29 il 24% sono donne e, a tutti gli effetti, nell'ultimo periodo sono proprio queste a essere le più presenzialiste!!
Sono state organizzate 20 uscite sotto i nostri colori, 21 se contiamo la "mattata" alla soap kayak race.

RIFUGIO CALVI (alla fondazione)
LEGNONE
CORNIZZOLO (2 volte)
PIZZO ALTO
SCIGAMATT
LEGNONE
MOREGALLO
VAL CODERA
ASCENSIONE ALLA SELLA DEL PRETE NEL POLLINO (prima gita sotto il pò!!)
MONTE RAI
CORNO RAT (via ferrata affrontata 2 volte)
RIFUGIO GIANETTI
PIZZO DEI TRE SIGNORI (2 giorni)
MONTE BARRO
CIMA ROUTOR (ascensione su ghiacciaio)
GITA IL VAL SASSINA (pianera o qualcosa di simile)
PIANI D'ARTAVAGGIO IN INVERNALE
BAITA DEL LAGO (legnone in invernale con ciaspole e tempoammerda, nottata a Valmadrera)
PIZZO ALTO (Val Seriana)
PIZZO DEI TRE SIGNORI (Val Sassina . 13 partecipanti!!!)


In questo anno la M.U.L.A ha creato il suo blog nel quale si vogliono raccontare le uscite.
Questo per poterle condividere con chi non ha potuto farle e poter dare la possibilità a chi le ha vissute di rileggerle e rigustarle a posteriori.

La M.U.L.A ha il proprio logo e la propria maglia che attrae sempre l'attenzione di chi la vede.

Ma questo non ci basta!! Vogliamo crescere, vogliamo espanderci, conoscere sempre più persone e scoprire sempre nuove mete.
Il nostro stile piace perchè è accogliente, senza pretese.
Perchè si basa sulla condivisione, sull'integrazione e sulla sana fatica che è il guardare il mondo da altre prospettive.
E in questo siamo proprio bravi :-) !!!

C'è un pò la tristezza nel vedere che tanti mancano a tante uscite e pochi sono i fedelissimi presenzialisti. Ma ognuno ha i suoi impegni e le sue priorità...
Certo, e parlo per me, che la fatica è tanta nell'alzarsi la domenica mattina alle 6 per andare a far fatica in montagna, me ogni volta la soddisfazione è grande e credo sempre di più che il gioco valga la candela!!!

W il presidente!!!
W la montagna!!!
W la M.U.L.A!!!











Dani


PARTENZA, PROGETTI E PRIMA GITA 2014.

Nell'attesa che compagni Muli postino i loro articoli sul blog (scigamatt, legnone, vari ed eventuali), mi permetto di postare un altro scritto di una gita vissuta con Biba.
Scrivere serve a me!
Per ricordare,
                per non dimenticare,
                                    per scoprire cose che davo per scontate,
                                                                                       per condividere una persona eccezionale!



E' il 23 luglio.
Biba arriva verso le 11. Suona il citofono e, come al solito, sale le scale di casa a piedi con quella valigia che pesa almeno almeno 15 kg. Pochi vestiti, qualche bottiglia di buon vino piemontese, qualche altro pensiero destinato ad altri.
La partenza era stata progettata assieme, ritardata un pò per faccende che entrambi dovevamo chiudere prima delle ferie.
I giorni a disposizione sono pochi. Il 26 sarei partito per il trentino per una decina di giorni.
A tavola con Bea parliamo del più e del meno.... La mamma, apprensiva, ci ha preparato qualche scorta di cibo ben sapendo che Annibale in cucina è un disastro e che io, pur arrangiandomi, tendo a evitare di cucinare qual'ora non sia strettamente necessario.
Partiamo nel primo pomeriggio ma dopo poco son costretto a tornare indietro. Avevo dimenticato il cellulare a casa!!
il viaggio trascorre tranquillo.
Il leggero traffico che incontriamo ci permette di notare montagne mai viste e particolari sempre sfuggiti al nostro sguardo in una strada fatta centinaia di volte avanti e indietro dalla valtellina.
Biba non si fida gran che della mia guida un pò distratta. E' un continuo frena, cambia, attento....
Arrivati alla Capitania ci fermiamo a salutare la zia Giulia. Se non altro, sapendo che siamo li, ci avrebbe potuto invitare a mangiare... 
Arriviamo a casa, la vera casa mia e di Biba. Quella d 'Isolaccia.
La presenza di Annibale in montagna nelle estati e negli inverni con la mia famiglia è sempre stata una cosa scontata, ovvia, dovuta .... E' sempre stato così ed è sempre stato giusto che fosse così. Non c'erano ospiti o ospitanti. Si era un'unica cosa con quello zio che era quella bella presenza in più che spaccava un po’ la routine famigliare e che si opponeva all’ozio con delle belle proposte contagiose.
E' già tardi quando Biba mi guarda e mi chiede cosa avremmo fatto l'indomani. Me l'aspettavo ed ero pronto a rispondergli!!!
Io, dai tempi del Pallon de la Mare, son diventato un pò più grande, un pò meno pigro, ma continuo a sputar sangue e fiato ogni volta che affronto una cima. Annibale è uguale a sempre... Un pò più vecchiarello e con qualche chilo in più che non gli avevo mai visto addosso.
Ben volentieri avrei approfittato di una giornata che non si prevedeva troppo piovosa per una gita.
Era tempo di trattative :”caro Biba !! facciamo che partiamo per le 9!!”
Ma come dice lui?!? Le 9 sarebbe già ora di tornare!!
Il compromesso storico!! Partenza 8.30 destinazione Pichin .....
Biba con i nomi non era proprio un asso e per lui le montagne diventavano tutti pichin, picogn,pizzo tal dei tali...
Il pichin in questione è una cimetta prima di San Colombano che ha una bella visuale sulla Cima Piazzi.
Una meta tranquilla per iniziare …
Sveglia, colazione e avvicinamento strategico in macchina sino al Zardin.
I più ferrati rideranno nel sapere che il nostro avvicinamento sia stato solo di poche centiania di mentri .... Ma Biba era così! Non disdegnava gli avvicinamenti con le macchine. Anzi!! Per lui la vera montagna era quella sopra i 3000 mt, quindi tutta la strada che veniva fatta prima era una bella, affascinante e sacrosanta “scocciatura”.... Ma vuoi mettere poter partire dai 2400 mt e poi salire....Si sarebbe potuti stare su molto più tempo in cima alle montagne per guardare il mondo.
Questo amava Biba!! Guardare il mondo dall’alto. Veder le cose da un’altra prospettiva. Veder la sua isolaccia dall’alto!!
Non amava le cime in se, il far fatica o lo scalare montagne tecnicamente difficili.
Annibale amava la visuale, i panorami, la libertà che la montagna gli concedeva.
Si stupiva sempre di quello che incontrava. E famosi erano i suoi :” Baaaaaaa che roba!!!” a contatto con la meraviglia che è il creato.… Ma quella volta non voleva fare più strada in macchina. Era il primo giorno sulle sue montagne e voleva godersi tutto ….
Saliamo sul versante sinistro del Rivo Bociana. Biba cammina e come sempre va il doppio di me nonostante io abbia 39 anni in meno. Arranco, ma il ventolin per l'asma utilizzato prima di partire mi aiuta un po’. Arriviamo a Raion e risaliamo dalle piste per poi ridiscendere per attraversare il bociana al Crap della Piscia.
Giungiamo a Pezzel.
Sicuramente Annibale sa bene che strada fare, ma non la condivide con me. Io come al solito mi fido, consapevole che avrebbe rallentato il passo e che, aimè, avrebbe preso i sentieri o meglio, i non sentieri più irti.
A Biba i sentieri proprio non piacciono. E' come se lo stanchi il fatto di dover per forza far passare i propri passi dove li fanno passare tutti gli altri.
Non è una questione di conformismo o di dissidenza.... A lui piace trovare le strade... Strade per lui, strade per gli altri. Recuperare vecchi sentieri, vecchie vie, vecchi ricordi.
A Pezzel capita quello che temevo... Abbandonata ogni speranza il "pistola" comincia a tirar su dritto per il bosco. Mi dice di voler arrivare a Le Pone e mi chiedo come diamine faccia a pretendere di arrivar su dalla strada che si sta inventando.
La realtà è che arriviamo veramente.
Ci fermiamo per una frugale merenda e vediamo una sorgiva male incanalata che si sta disperdendo.
Da che ho ricordi ho sempre un’immagine di Annibale che si attarda nelle gite del Don Giovanni, magari con qualche ragazzino a carico, per deviare qualche fiumiciattolo nel lago per far si che non scompaia. O a tirar su pietre per costruire ometti nel tentativo di segnare dei sentieri o, ancora, nel mettere mani in fango è muschio per ricostruire qualche vecchia fontana.
Le fonti gli piacciono proprio e mantenerle è per lui una cosa prioritaria.
Ci ritroviamo così in men che non si dica a tirar su sassi per ricomporre la fonte. Dio solo sa quant’era fredda quell’acqua!!!
Ricominciamo a salire. Saliamo alla “sperindio” fermandoci a raccoglier taneda proprio nei luoghi in cui quand’era piccolo veniva mandato dalla mamma Uccia. Allora, racconta Biba, si partiva la mattina presto con una federa del cuscino per raccogliere l’achillea. Si passava su tutta la giornata e la sera rientrava a casa con il “bottino” che sarebbe poi stato venduto. Era un buon modo per aiutare la famiglia.
La cima è vicina!!
Arriviamo e ci godiamo un po’ il panorama anche se il tempo già da un po’ stava tendendo al brutto.
Mangiamo un panino al tonno e un po’ di formaggio. La montagna non ci mette fame.
Iniziamo a parlare con due ragazzi che nel frattempo hanno raggiunto la cima.
Annibale è un gran chiacchierone e uno degli aspetti che preferiva della montagna era quello della socialità.
In montagna si è tutti uguali!! Nella fatica, nel sudore, nel bel tempo, nella pioggia …. E nell’essere “più uguali” ci si riesce a vivere con maggior naturalezza e onestà.
Il livello di socialità e di amicizia che si può incontrare in montagna è ben lontano da quello che si sperimenta nella nostra quotidianità.
La montagna invita all’amicizia e alla condivisione!
Da buona guida Biba comincia a dare consigli su possibili gite da poter fare non nascondendo il grande amore che ha per le sue montagne.
Salutiamo i due ragazzi che cominciano a scendere e, dopo un pisolino, ripartiamo anche noi.
Naturalmente non avremmo fatto la strada dell’andata …
Scendiamo per la dritta al Gofen e poi giungiamo ai Ciuc.
Più in alto verso la cima Piazzi sta già piovendo. Affrettiamo il passo e non so come Biba si inventa un sentiero solo a tratti segnato che taglia tutto a mezzacosta la boscosa montagna.
Ci coglie la pioggia.
Io indosso la mia super giacchetta da 200 euro antivento e antipioggia. Biba si ripara sotto una pianta.
Credo abbia ancora una volta vinto lui nel cogliere l’essenza e la semplicità delle cose.
Se poi tanto ci si dovrà bagnare ci si bagnerà…
Aspettiamo che spiova e poi ripartiamo.
Giungiamo a Pezzel e poi scendiamo ancora . Arriviamo in tardo pomeriggio alla macchina e con questa fino a casa.
E’ stata una bella giornata, una bella gita.
Qui si pone il vero problema della giornata … Cosa mangiare?!?
In qualche modo ci saremmo arrangiati.
Il giorno dopo riposo e pranzo dalla zia Gabriella a Livigno (altro problema risolto) e, se proprio si dovrà cucinare …
Bhè … Allora faremo 1 kg di ris cunc (riso con patate e cipolla sferzata) così da farcelo bastare per un po’.
Peccato che in un pranzo Biba da solo ne mangi 500 gr!!!

Dani

martedì 7 ottobre 2014

Ascensione al Palon de la Mare. Ricordo di uno zio un pò matto.

Ascensione al Pallon de La Mare
E' giorno di lupi in quel di Isolaccia e siamo nel 2011....
Piove che dio la manda e tutta la vallata è ricoperta di quelle nuvole basse e cattive che si incontrano talvolta in estate quando il tempo vuole beffarsi dei vacanzieri.
La stufa di casa Gurini è accesa e tutti, ma proprio tutti sono rintanati nelle loro case per scaldarsi da quello che sembra un anticipo di inverno...
In quel momento arriva Biba. Io sono seduto, o meglio "svaccato" sul divano a guardar la televisione.
Mi guarda con il suo sguardo che parla prima ancora di aprire bocca. Parlano gli occhi!!
Occhi furbi, sornioni...
Capisco immediatamente che ne sta pensando una delle sue...
Mi dice :" c'è un bivacchino che è un pò che cerco...."
ed io :" ma quando?!"
Annibale sorride e dice :" domani!!!"
:"Ma sei matto?! Fuori diluvia"...
Non risponde e non so come mi ha convinto...o meglio... in cuor mio ero convinto che l'indomani avrebbe diluviato.
In quattro e quattrotto siamo da Ugo, compagno di tante gite. Ci guarda incredulo quando varchiamo la soglia di casa sua.
Un pò ascolta Annibale e lo guarda negli occhi, un pò sbircia fuori dalla finestra come a soppesare la situazione.
Viene però travolto dall'entusiasmo dello Zio. Calamitico, entusiasta...
Si decidono gli ultimi particolari e ci si da appuntamento alle 6.00 a casa Gurini.
Vado a letto tranquillo... la buona notte è data dalla pioggia... Il materasso amico mi accoglie in un buon sonno speranzoso. L'indomani sarebbe stato sicuramente brutto.
Annibale mi sveglia che è già vestito. Mi viene da chiedergli il motivo, ma lui spalanca le persiane.
Fuori è miracolosamente bello. Un cielo senza nuvole e con un'alba amica lo gasano da morire.
Mi sbrando, mi vesto e faccio pigramente colazione.
L'idea della delusione delle mie previsioni e della fatica che mi avrebbe atteso mi incupiscono un pò.
Ugo arriva. Ultimi acquisti a Fiordalpe per il pane e arriviamo dopo 30 minuti al parcheggio dei forni.
Incomincia la nostra scarpinata!!
Arriviamo al Rifugio Branca e da li seguiamo per un tratto il sentiero glaciologico, poi il sentiero s'inarpica tra paesaggi mozzafiato.





Saliamo rapidi. Annibale naturalmente guida il gruppo!!
Il suo senso d'orientamento in montagna è straordiario.
La notte ha nevicato è le cime attorno a noi sono tutte di un bianco purissimo. Tutto tace incontaminato e amico.
La montagna ti mette in contatto con la fatica, con i tuoi limiti. Il silenzio ti mette a nudo nella consapevolezza delle tue vere emozioni.
Saliamo e arriviamo all'attacco del ghiacciaio.
Cominciamo a risalirlo in stile Annibale : scarponicini e.....e basta.... zero imbrago, zero ramponi..... La neve caduta ci fa procedere bene, ma ( e questo lo imparerò solo con il tempo) ci nasconde i crepacci.
Annibale non amava il ghiaccio e, se poteva lo evitava, evitava anche tutti quei suppellettili da scalatori che lui riteneva inutili poichè la montagna offriva milioni di possibili vie.





Il suo è un approccio purista, un pò folle e allo sbaraglio forse. Non amava lo stile "zaino pieno di puttanate tecnicamente fighe" che però lasciano meno spazio ad una buona merenda, un buon vinello e alla possibilità di godersi il creato in libertà.
E' strano come mi sia sempre fidato della sana incoscienza di Annibale... Solo un pò più adulto ne ho preso un pò consapevolezza.
Biba ti trascina, ti gasa, ti fa respirare aria mai annusata, ti porta in posti mai visti, ti trascina giù dal letto controvoglia per poi farti tornare felice come un bambino dopo aver sputato sangue per salire e aver consumato le ginocchia per scendere...
Procediamo cercando di aggirare i saracchi più vistosi.
Siamo sul ghiacciaio del Pallon de la Mere.
Pain piano una nebbia infame ci avvolge e ci abbraccia in una stretta fredda.
Arriviamo a quella che pensiamo sia la cima poichè troviamo un ometto con scritto il nome della vetta.
Mangiamo, ma Biba non si accontenta e sorridendoci si allontana alla ricerca del bivacco colombo cevedale.
Io e Ugo lo richiamiamo più volte... E' freddo e c'è la nebbia ed in più... piccolo particolare... Dobbiamo ridiscendere.
Ma Biba è curioso, lo è sempre stato.... cercava sempre degli angoletti diversi. E' in questo era un campione!! Affamato di scorci e di rocce sconosciute. Mai avaro!! Cercava di condividere sempre i luoghi più belli che trovava, ma i più erano , a noi umanamente limitati, inaccessibili.
Ne ha combinate di bravate in montagna o come direbbe la sua mamma , di Asinate... Alcune le sappiamo, altre le sapremo quando lo rincontreremo in cielo.
Fattostà che procede un pò e poi, forse stressato dalla nostra apprensione ritorna indietro un pò insoddisfatto. Era da tempo che cercava di raggiungere quel bivacco.
Non dico nulla, ma incomincio a preoccuparmi poichè non si vede che a un paio tre di metri dal proprio naso.
Biba è invece tranquillo, sereno...
Cominciamo a ridiscendere seguendo le impronte che abbiamo lasciato durante la salita.
Ci scappa anche qualche sana corsa sui nevai, attività molto amata da Biba.
Una volta per salvare una ragazza che stava scivolando su un nevaio riscendendo dalla Cima piazzi si è procurato 15 punti sulla mano.
Scampato il pericolo vedendo del sangue sulla mano della fanciulla si è subito preoccupato per la ragazza. L'"asino" non si era mica accorto che si era fatto male lui!!!
Ci fermiamo a far merenda in una fortificazione della prima guerra mondiale. Impressionante come gli alpini stessero a combattere a quelle altezze!!!
Ci rilassiamo un pò e poi continuiamo la nostra discesa.
Arriviamo, dopo aver corso giù per gli sgraioni (nome utilizzato da Biba per indicare quelle zone in cui il terreno è più morbido poichè composto da piccole pietre miste a terra dove si può correr giù come matti) al Rifugio Branca.
Da qui andiamo verso il ghiacciaio dei Forni e attraversiamo sul ponte tibetano del museo glaciologico il fiume che sfocia imponente dalla base della montagna.
Riscendiamo lungo un bel sentierino alla destra orografica della valle.
E' tardi e siamo un pò di fretta.
Arriviamo alla macchina e ripartiamo .
Durante il viaggio veniamo contattati al telefono dalla mamma BEa, in apprensione perchè non riusciva a sentirci. Il telefono non prendeva.
Giungiamo a casa.
Ancora una volta Biba mi da la possibilità di aver qualcosa, tanto di cui parlare.
Magari tralasciando qualche particolare alla mamma... giusto per lasciarla più tranquilla....