lunedì 13 ottobre 2014

PARTENZA, PROGETTI E PRIMA GITA 2014.

Nell'attesa che compagni Muli postino i loro articoli sul blog (scigamatt, legnone, vari ed eventuali), mi permetto di postare un altro scritto di una gita vissuta con Biba.
Scrivere serve a me!
Per ricordare,
                per non dimenticare,
                                    per scoprire cose che davo per scontate,
                                                                                       per condividere una persona eccezionale!



E' il 23 luglio.
Biba arriva verso le 11. Suona il citofono e, come al solito, sale le scale di casa a piedi con quella valigia che pesa almeno almeno 15 kg. Pochi vestiti, qualche bottiglia di buon vino piemontese, qualche altro pensiero destinato ad altri.
La partenza era stata progettata assieme, ritardata un pò per faccende che entrambi dovevamo chiudere prima delle ferie.
I giorni a disposizione sono pochi. Il 26 sarei partito per il trentino per una decina di giorni.
A tavola con Bea parliamo del più e del meno.... La mamma, apprensiva, ci ha preparato qualche scorta di cibo ben sapendo che Annibale in cucina è un disastro e che io, pur arrangiandomi, tendo a evitare di cucinare qual'ora non sia strettamente necessario.
Partiamo nel primo pomeriggio ma dopo poco son costretto a tornare indietro. Avevo dimenticato il cellulare a casa!!
il viaggio trascorre tranquillo.
Il leggero traffico che incontriamo ci permette di notare montagne mai viste e particolari sempre sfuggiti al nostro sguardo in una strada fatta centinaia di volte avanti e indietro dalla valtellina.
Biba non si fida gran che della mia guida un pò distratta. E' un continuo frena, cambia, attento....
Arrivati alla Capitania ci fermiamo a salutare la zia Giulia. Se non altro, sapendo che siamo li, ci avrebbe potuto invitare a mangiare... 
Arriviamo a casa, la vera casa mia e di Biba. Quella d 'Isolaccia.
La presenza di Annibale in montagna nelle estati e negli inverni con la mia famiglia è sempre stata una cosa scontata, ovvia, dovuta .... E' sempre stato così ed è sempre stato giusto che fosse così. Non c'erano ospiti o ospitanti. Si era un'unica cosa con quello zio che era quella bella presenza in più che spaccava un po’ la routine famigliare e che si opponeva all’ozio con delle belle proposte contagiose.
E' già tardi quando Biba mi guarda e mi chiede cosa avremmo fatto l'indomani. Me l'aspettavo ed ero pronto a rispondergli!!!
Io, dai tempi del Pallon de la Mare, son diventato un pò più grande, un pò meno pigro, ma continuo a sputar sangue e fiato ogni volta che affronto una cima. Annibale è uguale a sempre... Un pò più vecchiarello e con qualche chilo in più che non gli avevo mai visto addosso.
Ben volentieri avrei approfittato di una giornata che non si prevedeva troppo piovosa per una gita.
Era tempo di trattative :”caro Biba !! facciamo che partiamo per le 9!!”
Ma come dice lui?!? Le 9 sarebbe già ora di tornare!!
Il compromesso storico!! Partenza 8.30 destinazione Pichin .....
Biba con i nomi non era proprio un asso e per lui le montagne diventavano tutti pichin, picogn,pizzo tal dei tali...
Il pichin in questione è una cimetta prima di San Colombano che ha una bella visuale sulla Cima Piazzi.
Una meta tranquilla per iniziare …
Sveglia, colazione e avvicinamento strategico in macchina sino al Zardin.
I più ferrati rideranno nel sapere che il nostro avvicinamento sia stato solo di poche centiania di mentri .... Ma Biba era così! Non disdegnava gli avvicinamenti con le macchine. Anzi!! Per lui la vera montagna era quella sopra i 3000 mt, quindi tutta la strada che veniva fatta prima era una bella, affascinante e sacrosanta “scocciatura”.... Ma vuoi mettere poter partire dai 2400 mt e poi salire....Si sarebbe potuti stare su molto più tempo in cima alle montagne per guardare il mondo.
Questo amava Biba!! Guardare il mondo dall’alto. Veder le cose da un’altra prospettiva. Veder la sua isolaccia dall’alto!!
Non amava le cime in se, il far fatica o lo scalare montagne tecnicamente difficili.
Annibale amava la visuale, i panorami, la libertà che la montagna gli concedeva.
Si stupiva sempre di quello che incontrava. E famosi erano i suoi :” Baaaaaaa che roba!!!” a contatto con la meraviglia che è il creato.… Ma quella volta non voleva fare più strada in macchina. Era il primo giorno sulle sue montagne e voleva godersi tutto ….
Saliamo sul versante sinistro del Rivo Bociana. Biba cammina e come sempre va il doppio di me nonostante io abbia 39 anni in meno. Arranco, ma il ventolin per l'asma utilizzato prima di partire mi aiuta un po’. Arriviamo a Raion e risaliamo dalle piste per poi ridiscendere per attraversare il bociana al Crap della Piscia.
Giungiamo a Pezzel.
Sicuramente Annibale sa bene che strada fare, ma non la condivide con me. Io come al solito mi fido, consapevole che avrebbe rallentato il passo e che, aimè, avrebbe preso i sentieri o meglio, i non sentieri più irti.
A Biba i sentieri proprio non piacciono. E' come se lo stanchi il fatto di dover per forza far passare i propri passi dove li fanno passare tutti gli altri.
Non è una questione di conformismo o di dissidenza.... A lui piace trovare le strade... Strade per lui, strade per gli altri. Recuperare vecchi sentieri, vecchie vie, vecchi ricordi.
A Pezzel capita quello che temevo... Abbandonata ogni speranza il "pistola" comincia a tirar su dritto per il bosco. Mi dice di voler arrivare a Le Pone e mi chiedo come diamine faccia a pretendere di arrivar su dalla strada che si sta inventando.
La realtà è che arriviamo veramente.
Ci fermiamo per una frugale merenda e vediamo una sorgiva male incanalata che si sta disperdendo.
Da che ho ricordi ho sempre un’immagine di Annibale che si attarda nelle gite del Don Giovanni, magari con qualche ragazzino a carico, per deviare qualche fiumiciattolo nel lago per far si che non scompaia. O a tirar su pietre per costruire ometti nel tentativo di segnare dei sentieri o, ancora, nel mettere mani in fango è muschio per ricostruire qualche vecchia fontana.
Le fonti gli piacciono proprio e mantenerle è per lui una cosa prioritaria.
Ci ritroviamo così in men che non si dica a tirar su sassi per ricomporre la fonte. Dio solo sa quant’era fredda quell’acqua!!!
Ricominciamo a salire. Saliamo alla “sperindio” fermandoci a raccoglier taneda proprio nei luoghi in cui quand’era piccolo veniva mandato dalla mamma Uccia. Allora, racconta Biba, si partiva la mattina presto con una federa del cuscino per raccogliere l’achillea. Si passava su tutta la giornata e la sera rientrava a casa con il “bottino” che sarebbe poi stato venduto. Era un buon modo per aiutare la famiglia.
La cima è vicina!!
Arriviamo e ci godiamo un po’ il panorama anche se il tempo già da un po’ stava tendendo al brutto.
Mangiamo un panino al tonno e un po’ di formaggio. La montagna non ci mette fame.
Iniziamo a parlare con due ragazzi che nel frattempo hanno raggiunto la cima.
Annibale è un gran chiacchierone e uno degli aspetti che preferiva della montagna era quello della socialità.
In montagna si è tutti uguali!! Nella fatica, nel sudore, nel bel tempo, nella pioggia …. E nell’essere “più uguali” ci si riesce a vivere con maggior naturalezza e onestà.
Il livello di socialità e di amicizia che si può incontrare in montagna è ben lontano da quello che si sperimenta nella nostra quotidianità.
La montagna invita all’amicizia e alla condivisione!
Da buona guida Biba comincia a dare consigli su possibili gite da poter fare non nascondendo il grande amore che ha per le sue montagne.
Salutiamo i due ragazzi che cominciano a scendere e, dopo un pisolino, ripartiamo anche noi.
Naturalmente non avremmo fatto la strada dell’andata …
Scendiamo per la dritta al Gofen e poi giungiamo ai Ciuc.
Più in alto verso la cima Piazzi sta già piovendo. Affrettiamo il passo e non so come Biba si inventa un sentiero solo a tratti segnato che taglia tutto a mezzacosta la boscosa montagna.
Ci coglie la pioggia.
Io indosso la mia super giacchetta da 200 euro antivento e antipioggia. Biba si ripara sotto una pianta.
Credo abbia ancora una volta vinto lui nel cogliere l’essenza e la semplicità delle cose.
Se poi tanto ci si dovrà bagnare ci si bagnerà…
Aspettiamo che spiova e poi ripartiamo.
Giungiamo a Pezzel e poi scendiamo ancora . Arriviamo in tardo pomeriggio alla macchina e con questa fino a casa.
E’ stata una bella giornata, una bella gita.
Qui si pone il vero problema della giornata … Cosa mangiare?!?
In qualche modo ci saremmo arrangiati.
Il giorno dopo riposo e pranzo dalla zia Gabriella a Livigno (altro problema risolto) e, se proprio si dovrà cucinare …
Bhè … Allora faremo 1 kg di ris cunc (riso con patate e cipolla sferzata) così da farcelo bastare per un po’.
Peccato che in un pranzo Biba da solo ne mangi 500 gr!!!

Dani

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