domenica 18 febbraio 2024

LA PACE SIA CON VOI! MONTE GUGLIELMO

Giovedì con i ragazzi con cui lavoro parliamo delle emozioni e, in modo particolare, del sentimento della tristezza.
Mi sono trovato a chiedergli:
"Ragazzi, quando è stata l'ultima volta in cui siete stati tristi"?
Il silenzio riempie la sala...


Domanda tostina...
E anche io comincio quell'esercizio di memoria che dovrebbe aiutarmi a ricostruire i miei personali eventi di tristezza.
Non ne trovo! 
O meglio; i miei ricordi negativi sono legati solo ad episodi di lutto e perdita di persone care.
...Condivido la mia scoperta con i ragazzi, affermando con non ho ricordi recenti di momenti di tristezza...

Rimango colpito quando un ragazzo prendendo la parola chiede:

"Ma quindi voi adulti soffrite meno perchè avete imparato a gestire le emozioni?"

Sto zitto due secondi, sorrido e dico:"Bhè...Non lo so, non credo...Ma devo pensarci su".


Ragionando ad alta voce con la collega ci accorgiamo entrambi che, crescendo, il nostro rapporto con i sentimenti appare mutato.
Che, con gli anni, le emozioni hanno un impatto meno forte nei nostri confronti.
La gioia è meno piena, il dolore fa meno male, la felicità è più rara.

Quasi il frutto di un processo di anestesia ed addomesticamento dei sentimenti.


...Si prende la distanza dal dolore perchè fa male con il rischio di prendere le distanze anche dai sentimenti più positivi perchè, quando si crea una barriera, una corazza, un filtro, questa agisce indistintamente su ciò tutto ciò che ci tocca.
La routine della vita di ciascuno è un ulteriore limite al contatto vero con i propri sentimenti;
imbrigliati come siamo un un modello che ci porta a vivere sempre con il piede sull'acceleratore e a riconoscere come eventi potenzialmente emozionali solo eventi estremi, dimentichiamo che i sentimenti possono risiedere anche nelle piccole cose.

I ruoli son invertiti.

Vengo toccato da una domanda scomoda che però mi riguarda.

Quand' è l'ultima volta che son stato felice, triste, innamorato, soddisfatto, contento.... E potrei andare avanti.


Certo la questione centrale e focale è cosa sono per me tali sentimenti. Ma quella è una cosa soggettiva!

Forse forse mi porto a casa l'idea che arrivati verso i 40 anni, per differenti processi le nostre emozioni tendono un pò ad appiattirsi in tutte le sue forme.
Ed è un grandissimo peccato!
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E' mercoledì e sento la cognata Clara.
Abbiamo da tempo la promessa di un Monte Guglielmo e, valutando le condizioni meteo e neve, crediamo che il sabato possa essere un ottimo giorno per riuscire a salire questa vetta per noi nuova.
Nonostante il post su fb e Wapp non troviamo amici che abbiano voglia di deambulare.


Il processo di invecchiamento precoce, o meglio, di scarsità di ricerca di emozioni "montagnesche" che sta colpendo la compagine mulesca è un ulteriore elemento di pensiero per me.

Solo venerdì sera si uniscono a noi Brusa, Fede, Emeret e utlimo, ma non per importanza, Rizzi il presidente.

Il ritrovo è alle 7.01 al solito parcheggio di Agrate.
Ci compattiamo nella macchina di Fede e raggiungiamo Zone.
Il tempo di una colazione e raggiungiamo il parcheggio dove ritroviamo Brusa.
Le temperature son miti.
Cominciamo a salire seguendo un gruppo organizzato, ma poi chiedo informazioni.
Stiamo sbagliando strada, o meglio, potrebbe essere anche una buona strada, ma più lunga e su cresta, quindi sconsigliata.
Torniamo sui nostri passi e prendiamo il sentiero giusto.
Prendiamo una mulattiera e, solo dopo un pò di cammino, chiedo ad Emeret di controllare la traccia sul gps.
Siamo dalla parte sbagliata della montagna!!
Senza tornare sui nostri passi risaliamo ancora leggermente per poi prendere il sentiero del Grap che, in un lungo traverso ci rimette sulla strada corretta.
Durante il traverso racconto agli amici della questione delle emozioni.
E' un argomento però che non desta particolare interesse se non in Clara, con la quale ci scambiamo idee a riguardo.


Sino a a questo punto la gita non è particolarmente panoramica.
Siamo in un bosco e camminiamo su strade sterrate in un'infinita serie di tornanti.

Ad un certo punto prendiamo un sentiero che sale più deciso, calpesto i primi sprazzi di neve e...
la bellezza arriva!



Prendo un buon passo e procedo a camminare davanti da solo attendendo i miei amici nelle zone più comode alla sosta.
Mi piace, ogni tanto, camminare da solo seppur in gruppo.
Finalmente la neve si fa una presenza costante e cominciamo a vedere la cima del monte.



Fa un caldo indecente per essere metà febbraio.
Ma non ci lamentiamo neanche troppo perchè è un caldo che ci coccola.
Dopo una piccola risalita arriviamo al Rif. Almici




La cima è sempre più vicina.
Su uno stretto sentiero mi metto a fare delle foto, ma dietro di me sento Emeret imprecare nei miei confronti.
Lui odia la gente che si impianta in mezzo alla strada.






Arrivati in vetta soffia finalmente un pò di vento.
La visuale sarebbe bellissima se non fosse per la foschia della bassa che ci priva del panorama del lago.
In lontananza le montagne però svettano e se ne vedono in gran quantità.
Il grande rammarico è quello di vedere che la neve, ovunque, è sopra i 1600 mt.

Che Antero e tutti i santi portino neve e freddo!!



Facciamo l'immancabile foto di gruppo.



Riscendiamo al Rif. Almci dove pranziamo su un tavolino.
Si sta bene, è caldo e siamo riparati dal vento.
Tutti mettiamo più volte la crema solare per paura di scottarci.
Son le 14.00 e dobbiamo ripartire.
Io non resisto... Tiro su la neve con la "paperella" del bastone da trekking e la scarico in testa a Emeret facendo scontrare un bastone con l'altro per far staccare la neve.
L'ex presidente mi insulta.

Ma è un gioco troppo bello e mi metto, in questo modo, a lanciare neve addosso a tutti affinando sempre di più la mia tecnica e la mia precisione.
So di essere molesto, ma la cosa mi fa sorridere.
Il gioco finisce quando Brusa mi abbatte nella neve.
Io però rido ancora di più!

La neve da gioia!!


Ci rimettiamo in cammino e imbrocchiamo la strada corretta che ci porta a passare dal sentiero degli Gnomi creato da tale Signor "Rosso", nel quale vi sono molte statue intagliate nel legno.
Le gite Mula terminano sempre in birra e finiamo nell'unico bar della zona.

Alcuni, assetanti, si sparano una Radler  media.
Io, Clara e Rizzi proviamo il "Pirlo", lo spritz dei bresciani, fatto con vino fermo.
Per me è NO!



Troniamo alle macchine, ci cambiamo e salutiamo.

Portiamo a casa una bellissima giornata su un monte nuovo.
Smarrirci ha reso la gita più ingaggiosa visto che, con la dovuta approssimazione per ECCESSO, portiamo a casa un trekking di 18 km con 1400 mt d+ con un giro ad anello che non saprei dire a cosa assomiglia




Si è parlato di emozioni, di sentimenti....
Penso allora che l'emozione più grande che vivo in montagna è quella della PACE.

Sui monti provo pace!

Sarà che il fatto stesso di dover andar via del mio contesto di vita quotidiana mi porta a trascurare tutta una serie di pensieri ordinari, scomodi e anche superflui.
Sarà che l'atto stesso di dover procedere, un passo dopo l'altro, in un gesto di utile fatica mi porta ad aver testa al qui e ora della situazione contingente.
Sarà che la bellezza dei posti in cui ci si trova, rinvigorisce i cuori.
Sarà come sempre, che andare sui monti con amici distende i pensieri.
Sarà che, mangiare in mezzo alla neve con bellissimi panorami a 1600 mt vestiti solo in maglietta fa venir voglia di restare li in eterno.

Torno quindi dai monti più quieto, più appagato.
Riappacificato con le parti di me con le quali entro in conflitto durante la settimana o, per assurdo, più consapevole delle parti di me con cui entro in conflitto.

Perchè nel silenzio dei monti le emozioni eccheggiano e risuonano.
Per un breve momento le riscopro e ne prendo lucida visione e con alcune, ci faccio pace.


                                                            VivaLaMula!!!
                                                CheLaPaceSiaConVoi!!!
                                                    VivaChiCammina!!!
                                VivaLaNeve e che Dio ne mandia metri!!!
                                                           VivaLaPace!!!


                                                                    Dani

sabato 10 febbraio 2024

CDA Mulesco in Valmalenco

Questa è la narrazione epica di un evento organizzato con maestria, dove la volontà collettiva ha reso possibile ciò che sembrava un sogno lontano. Grazie alla guida illuminata del nostro caro compagno Loris, i valorosi Muli si sono uniti in una nuova avventura, pronti a sfidare le asprezze della montagna e a conquistare ogni istante di puro spirito proletario.

Giorno 1

L'alba ci accoglie con un raggio di luce, simbolo della lotta incessante contro le avversità della natura. In questo giorno di gennaio, quando il freddo dovrebbe mordere le carni e la neve si dovrebbe fare veicolo della nostra resistenza, ci dirigiamo verso l'alpe Lago, una terra inesplorata (almeno per il narratore) dove la solidarietà tra i compagni e l'unità di intenti ci guidano nella nostra missione.

I Nostri Muli all'Alpe Lago: il presidente emerito, con maestoso portamento, indossa una maglietta rossa, simbolo sacro della nostra unione e della nostra forza collettiva

Dopo aver sistemati i bagagli presso la comune a Caspoggio, ci prepariamo per la partenza dal parcheggio di San Giuseppe. Il sentiero si presenta ghiacciato, un monito delle sfide che ci attendono, ma la nostra determinazione non vacilla di fronte alla dura realtà.

I Barchi: luogo di perdizione dove l'ardore proletario viene messo a dura prova, dove le tentazioni capitalistiche cercano di corrompere il nostro spirito combattivo. Ma noi, con fermezza e determinazione, resistiamo a queste insidie, consapevoli che la nostra lotta per un mondo migliore è più forte di ogni tentazione e che solo uniti possiamo superare ogni ostacolo sulla via della rivoluzione

La sfida è inoltre rappresentata dal rigelo serale, avversario insidioso che cercherà di opporsi al nostro cammino. Tuttavia, i Muli, con il loro ardore rivoluzionario e la loro determinazione incrollabile, riusciranno a sconfiggerlo, dimostrando ancora una volta la superiorità del nostro spirito di lotta. Questo ghiaccio non è soltanto un fenomeno meteorologico, ma un segno inequivocabile del cambiamento climatico, nemico implacabile che anche quest'anno non risparmia la sua ostilità. Tuttavia, non ci scoraggiamo di fronte a questa minaccia, poiché il nostro impegno e la nostra determinazione sono più forti di ogni avversità.

Compagno Paolino, con impavido coraggio, mostra il suo torso segnato dal lavoro e dalla fatica proletaria, un simbolo tangibile della nostra lotta quotidiana

Arrivati al rifugio Palù, ci attende una cena frugale ma nutritiva, simbolo della nostra umiltà e della nostra capacità di adattamento alle condizioni avverse. Tra una mangiata e l'altra, giungono notizie sorprendenti per la Mula: il presidente, Il Rizzi, ed un altro mulo comunicano che si sposeranno con le rispettive consorti nell'anno in corso! Un segno di progresso nella nostra lotta per un mondo più giusto e solidale.

Auguriamo al nostro sommo presidente e al nostro valoroso consociato un augurio di fertilità e prosperità. Che l'unione con le rispettive compagne possa portare alla M.u.l.a. nuove generazioni di rivoluzionari, pronti a continuare la lotta per un mondo migliore e più equo. Che questi futuri compagni e compagne crescano nella consapevolezza dei valori della solidarietà, della giustizia sociale e dell'uguaglianza, per contribuire con forza e determinazione alla causa della rivoluzione proletaria.

La serata prosegue tra discorsi accesi, canti proletari e la condivisione di una stellata mozzafiato, simbolo della nostra speranza di un futuro luminoso.

Foto di gruppo: e teste si levano alte, gli sguardi sono determinati, e le mani si stringono in segno di solidarietà e unità

Ma l'avventura continua, e così il compagno Bolla (nostro presidente emerito), deciso a vivere al massimo l'ebbrezza della velocità, parte in pole position per la discesa con il Bob. Tuttavia, al primo tornante tosto, esce di strada e vola nel bosco, fortunatamente indenne, bandiera gialla! Perde gli occhiali, ma grazie alla solidarietà dei compagni riesce a ritrovarli e a scendere a valle.

La discesa si rivela pericolosissima, con il ghiaccio ovunque e pezzi di bob che fanno scintille sull'asfalto. Tuttavia, alla fine, tutti arriviamo sani e salvi a casa, un po' esausti ma fieri del nostro coraggio e della nostra determinazione.

Giorno 2

La domenica si apre con una nuova sfida, un'altra occasione per dimostrare la nostra forza e la nostra solidarietà. Ci dirigiamo verso l'alpe Prabello, dove ci attende un'attività di spalatura della neve, simbolo della nostra dedizione alla causa comune. Accolti dall'energia travolgente del compagno Paolino, il Piccolo Uomo dalle Grandi Pianure, affrontiamo il lavoro con determinazione e spirito di squadra.

Il pizzo scalino si erge come una maestosa Montagna Bella, simbolo della nostra fede incrollabile nella rivoluzione

Ma non è solo il lavoro a caratterizzare la nostra giornata. Paolino, con la sua generosità infinita, ci sorprende con dei dolci rumeni deliziosi, il marchio "Eugenia", simbolo della fratellanza tra i popoli e della nostra solidarietà internazionale. Tra una pausa e l'altra, assaporiamo ogni boccone con gratitudine e condivisione, consapevoli che solo insieme possiamo vincere le sfide che ci attendono.

Il compagno Danielo, con il suo spirito rivoluzionario e la sua determinazione, si avvicina al gruppo, sollevando il suo telefono per catturare un autoscatto di gruppo. Attorno a lui, i compagni e le compagne si stringono, fieri e uniti, pronti a immortalare questo momento di solidarietà e di lotta

E così, immersi nell'atmosfera di cameratismo e di condivisione, chiudiamo il weekend di avventura con un sorriso sulle labbra e nel cuore, pronti a continuare la nostra lotta per un mondo più giusto e solidale.

Nel cuore della battaglia contro il capitalismo, in un fine settimana glorioso, si ergono come pilastri della nostra lotta il valoroso Loris, organizzatore instancabile, e il Supremo Presidente Rizzi, guida illuminata del popolo. Ai compagni della M.u.l.a. va il nostro sentito ringraziamento per aver contribuito con zelo proletario a un evento straordinario. La solidarietà e la determinazione di tutti hanno fatto risplendere la fiamma della rivoluzione. Avanti, verso la vittoria finale!