domenica 25 dicembre 2016

APERIMULATA - 4 dicembre 2016!!!

Natale si avvicina e La M.U.L.A. non può rimanere con le mani in mano senza organizzare niente per festeggiare degnamente la ricorrenza. In teoria sarebbe dovuta essere la Panmulata ad introdurci agli infiniti pranzi natalizi ma, causa di forza maggiore, è stata spostata a gennaio. Quindi non si fa niente? Macché, figurati se ci facciamo sfuggire la possibilità di fare festa tutti insieme. Ecco quindi che il fichissimo, competentissimo e ispiratissimo C.D.A. (al quale, per inciso, sono stato appena introdotto dopo le elezioni dell’ultimo compleanno) ha partorito l’idea: da buoni milanesi noi si fa un aperitivo! Visto però che la città non è il nostro regno, o almeno lo è durante la settimana lavorativa ma il nostro spirito la ripudia nel weekend, lo stile sarà ovviamente quello mulesco: gita pomeridiana per godere del tramonto, banchetto degli dei in vetta, discesa e, infine, il tanto agognato aperitivo.
La meta scelta è il monte Barro, spartiacque tra Lecco e la Brianza, e il ritrovo è previsto per le 15.30 al parcheggio poco sotto l’eremo del suddetto monte. A me piace la puntualità, parto quindi per tempo dalla ridente Rescaldina Beach senza però tenere conto che le 14.30 sono un orario pessimo; tutti quelli che escono dal ristorante belli mangiati e bevuti conducono il loro mezzo di locomozione talmente lentamente che il Bod in bici potrebbe superarli agilmente. Ciononostante riesco ad arrivare pseduo-puntuale al punto di ritrovo, dove trovo già ad aspettarmi i fratelli Corti, l’Ernesto e la Chiara. A spizzichi e bocconi arrivano tutti, alla fine si parte a camminare con un’ora di mulesco ritardo.
Siamo talmente tanti, ne ho contati 24, che sembra di essere ad una gita con l’oratorio. L’onere del consueto appello tocca a colui che apertamente aspira alla carica di presidente, Zucco, che però dimostra di necessitare ancora di un lungo periodo di training non ricordandosi i nomi di almeno il 30% dei presenti. Il colpo di stato per ora è scongiurato, il C.D.A. continuerà a vigilare con amore di madre sulla M.U.L.A. e i suoi membri.
Iniziamo a salire lungo il sentiero creando un biscione di essere umani che il Barro raramente ha visto; le ultime luci del giorno ci permettono di fare la breve salita (45 min. circa) senza far uso delle luci frontali, mentre sotto di noi la pianura immersa nella nebbia è sempre più lontana.



Certo, se avessimo goduto del tramonto sarebbe stato molto più bello ma ci viene negato dal mare di nuvole che ci sovrasta. Tuttavia i santi protettori hanno messo anche questa volta il loro zampino e ci consentono di sostare, stupiti, di fronte ad un tramonto insolito, un sole rosso fuoco crea uno squarcio tra le nubi lasciando passare qualche prezioso raggio prima di essere nuovamente inghiottito.











Se Asterix e Obelix avevano il bardo canterino Assurancetourix, la Mula ha il Piter che, di fronte a cotanto stupore, decanta uno dei suoi celebri componimenti in rima.



La salita prosegue facile e veloce fino a quando incontriamo una deviazione indicata da un cartello che recita “sentiero impegnativo”; quella maledetta dell’Anna, al grido di “Chi non la fa non gli tira più”, pensa bene di mettere alla prova l’orgoglio maschile e così un branco di pecoroni si incammina verso quel sentiero che, ben presto, si scopre essere solo un’inutile perdita di tempo e null’altro. Ricompattato il gruppo arriviamo velocemente in vetta mentre intorno a noi comincia a fare veramente buio.

  

Il panorama che si gode dalla cima è stupendo, siamo sopra uno spuntone roccioso che domina da un lato la pianura e dall’altro Lecco e il suo lago. 


La vetta larga è un tavolo perfetto per apparecchiare il banchetto degli dei, la croce di vetta illuminata, oltre ad essere uno spettacolo per gli occhi, è utilissima perché ci permette di non utilizzare le frontali. Facciamo la consueta foto di gruppo (anche con gli assenti di lungo corso) poi banchettiamo e beviamo… alcolici ovviamente, non esiste banchetto senza il sontuoso nettare degli dei.


  

 

Stiamo quasi per scendere quando ci raggiunge lui, il nostro presidente accompagnato dal fido scudiero e tesoriere Simo Melzi, entrambi visibilmente accaldati per lo sforzo profuso nella veloce salita. Son talmente sudati che si vede il calore corporeo disperdersi nell’aria, pensiamo di raccogliere un po’ del prezioso essudato presidenziale un’ampolla ma poi desistiamo, sarebbe un dono completamente indegno per noi. 



Appurato di non aver lasciato rifiuti scendiamo velocemente all’eremo per far quello per cui è stato organizzato il pomeriggio: l’aperitivo. Ci accoglie un locale riscaldato da una stufa potentissima, uniamo i tavoli e ci fiondiamo verso il secondo banchetto della serata, stavolta preparato dall’oste. I “cotoletta” (espressione molto cara al Castagna) l’aperitivo ce l’hanno nel sangue quindi noi si opta prevalentemente per lo spritz, rigorosamente a base di Aperol o Campari. Ovviamente due giri per tutti, così si sta sicuri che il livello alcolico rimanga sempre bello alto.



Questo è il tempo della convivialità e delle chiacchiere, inframezzate da un numero pazzesco del sottoscritto che pensa bene di rovesciare sul pavimento del prezioso alcol, ma che salva prontamente il bicchiere da sorte certa con un riflesso degno di un supereroe. 
Sul filo di lana ci raggiungono anche Bod, Ale Dinota e Simone, giusto in tempo per ricevere l’ennesimo gesto di cura che la Mula rivolge a chi partecipa alle uscite. È una piccola scatolina di carta al cui interno contiene un braccialetto verde; siamo tanti singoli ma un solo gruppo, ognuno ha quindi il suo braccialetto, ma tutti ottenuti dalla stessa corda.





BUON NATALE!

#vivalamula
#vivailpresidente
#lamulaincordata
#aperimulata
#lamulaalbar
#lamulaèfesta
#lamulaèdono
#lamulaèstareinsieme

Loris





venerdì 23 dicembre 2016

PORACCI SUGLI SCI, APPELLI, BATTESIMI, VITI, NEOZELANDESI, TRAMONTI E MERENDE.

Svizzera, dicembre 2016. Era un sabato di svago quello del 17 dicembre; alcuni esponenti della M.U.L.A., gruppo di amici appassionati di montagna, aveva organizzato una giornata sugli sci, attirati dall’offerta: “i poracci, se in gruppi superiori a 10, oggi pagano meno al comprensorio di Corvatsch!”.
Gabriele (new-entry mulesca n. 1) fu il primo a svegliarsi quel giorno. Il programma prevedeva: ore 5:10 partenza da Lodi, ore 5:45 Milano con caricamento Chiara (new-entry mulesca n. 2), ore 6:30 Lecco con caricamento Fede e Gerva. Nel frattempo anche i cernuschesi (Blingio, Luchino e Zucco, noto oratore del gruppo) partivano da quel di Cernusco sul Naviglio…

Tutti diretti a Majola, luogo stabilito per l’incontro con la restante compagine di sciatori: Claudiano il diversamente nordico, Loris il bello, Andrea (detto il Mario perché “c’ha la faccia da Mario”) e il NEOZELANDESE, misterioso amico del Mario…. Di lui si sapeva poco: le voci raccontavano di un ragazzo alle prime armi con gli sci, un neofita al quale Il Mario avrebbe dovuto dare le iniziali e rudimentali basi per diventare il futuro Bode Miller (anche se è americano).


L’immaginario collettivo, quando si parla di un “baldo neozelandese”, porta a pensare al classico rugbysta maori degli All Blacks… quando alle 8:00 il gruppo, puntualissimo, si riunisce in casa Corti, Willis (il Kiwi) viene presentato al resto del gruppo: “Hi Willis, nice to meet you!”. Un personaggio particolare, alto quasi due metri… niente di più lontano dall’immagine di Jonah Lomu poteva presentarsi loro davanti.
Il primo approccio con la neve non è mai facile per nessuno, ad ogni modo la completa mancanza di familiarità del Kiwi con l’ambiente montano ha instillato nel pensiero del gruppo dubbi orografici sulla terra dei Maori.

                                                                     Zucco: "Ma in Nuova Zelanda ci dovrebbero essere                                                                                     le montagne, vero?"
Gabriele: <<Magari vive nella “terronia” della Nuova Zelanda e, come alcuni dei nostri del sud, non è mai stato in montagna…>>

Ad ogni modo la giornata del nostro gruppo prosegue come da programma, o meglio… ritardo di 1 ora sulla tabella di marcia perché gli attacchi strafighi e super professional di Claudiano perdono subito una vite, ma nonostante questo tutto procede per il meglio.



Sole, neve, panorami mozzafiato, momenti selfieeeee e sassi attentatori alle vite dei poveri snowboarders (che non riescono ancora a “slalomizzare” come gli sciatori) fanno il resto.





Si giunge finalmente al meritato pranzo al sacco, consumato proprio a 3.303 m s.l.m. davanti al cucuzzolo del Piz Corvatsch e al gruppo del Bernina, con un sole quasi primaverile e con gli svizzeri che guardavano con stupore e disprezzo “i poracci” accampati per terra a consumare il loro scarno pasto.
Nota di merito per la “slinzega” del Gerva e per la maionese più buona del mondo del Mario. Anche il Kiwi mostra di apprezzare le italiche delizie, e senza proferire parola, riesce a trangugiare tutto ciò che gli viene posto innanzi (“mangiava qualsiasi cosa”, ricorderà il Gerva più tardi).
Proprio in occasione della pausa pranzo, si ha una delle pochissime testimonianze fotografiche che lo ritraggono in gruppo:












A fine giornata, un tramonto memorabile sui laghi e le montagne dell’Engadina accompagna i nostri eroi alla meritata merenda a casa Corti (non prima dell’ultimo momento selfieee con tanto di sci in primo piano e Gerva in corsa nell’atto di perdere la sfida con l’autoscatto).






La merenda a base di thè, ottimi muffin fatti dalla Fede, “Nascondini” del Mulino Bianco, focaccine, brioches e altre goloserie, viene consumata con ingordigia dagli astanti. Ma ancora una volta è la performance del Kiwi a regalare le migliori soddisfazioni. Racconta il Gerva di aver assistito ad un episodio chiave: “Kiwi chiede una caramella e fa per prendere una zolletta di zucchero. Qualcuno lo blocca dicendo che non è una caramella e lui, dopo averla un po' assaggiata, con gesto rapido e fulmineo la rimette nella scatoletta delle zollette e si guarda in giro circospetto. Io incrocio il suo sguardo e mi fissa interrogativo… Nessuno saprà mai che zolletta era... Forse l'ha usata il Mario...”
Insomma, gran bella giornata!
Lezioni imparate:
-          Il Mario fa un uso improprio dell’aggettivo “baldo”;
-          I Neozelandesi non sono tutti Maori;
-        I cani al confine svizzero sono sottopagati



Chiara e Gabriele