10 MARZO 2019_ RIFUGIO CROSTA
L’8 Marzo 2019 era cominciato bene, con la proposta del nostro amico Federico Beltrami, affetto dal alpinismo cronico, di unirci a un gruppo di persone per «qualcosa di super easy in montagna». Son sincera, non aspettavo altro: passeggiata, montagna, gente nuova. A parte l’idea di puntare la sveglia alle sei del mattino di domenica (fitta allo stomaco) le parole ‘super easy’ mi avevano convinta in un secondo. Eppure complici probabilmente i 5 anni di vita trascorsi a Roma, La Decisione Definitiva di unirci al gruppo giunge all’ultimo, il Sabato sera, con l’adesione anche di mia sorella-amica Taty e giusto in tempo per mandare nel panico il gruppo Whatapp della passeggiata :-)
In due secondi Phil, organizzatore della giornata, ci aggiunge alla tavolata di venti persone per il pranzo al Rifugio Crosta e ci si accorda per la punta a Legnano del mattino dopo. E’ fatta!
Contenta come da bambina il giorno prima di partire per le vacanze estive, preparo lo zaino insieme a Taty. La montagna la conosciamo: da sempre i nostri genitori hanno avuto in affitto una casa in Val Seriana, ci han fatto camminare, giocare per costruire la casa di legno nel bosco e ci hanno buttato presto sulle piste da sci. Eppure nell’armadio dobbiamo scegliere tra tuta da sci e jeans da passeggiata in Corso Buenos Aires: è evidente che abbiamo qualche lacuna da colmare :-) :-) :-)
E’ Domenica mattina e si parte!!Arriviamo al punto di incontro di Legnano alle 7.45 spaccate e in men che non si dica il gruppo è pronto per imboccare la strada per Varzo, vicino Domodossola. Il viaggio vola perché ci si conosce, si chiacchiera, in un batti baleno siamo sopra Varzo alla partenza del sentiero che ci porterà al Rifugio Crosta. Qui ci uniamo alle altre persone che arrivavano da Gallarate e diventiamo un gruppone, un gran bel gruppone. Ci si presenta, alcuni già si conoscono altri no, ma c’è una bella atmosfera, leggera e in un certo qual modo di festa. Mentre osservo bene i volti in giro incontro con lo sguardo mia sorella, poi guardo di nuovo in giro, poi mi guardo e mi viene da ridere: gli altri son tutti ben attrezzati con pantaloni tecnici, giacche tecniche e racchette pronte all’uso, le aprono le regolano; io e taty sembra che siam state raccattate in un parcheggio del centro commerciale :-). Ma bando alle ciance è ora avviarsi!!
Il percorso parte alquanto ripido, e rimane tale fino all’arrivo all’incirca! Ma io nei primi minuti penso « ok Sonia, fai 4 ore di tennis a settimana, sei in forma, tieni duro, sarà così solo l’inizio no? :-)». E invece no, ripido è e ripido rimane. I primi 10 minuti io e la Taty perdiamo passo dopo passo velocità, ci guardiamo e pensiamo a Beltra e il suo ‘super easy’: Beltraaaaaaaaaa!!
In 15 minuti di camminata il gruppo ci ha già seminato, la Taty arranca anche più di me. Giriamo un angolo un attimo pianeggiante e son tutti li che ci aspettano. Che gioia! Han capito che siamo leggermente in difficoltà e con gran spontaneità in due minuti siamo munite di racchette e abbiamo dei motivatori che ci incitano ma soprattutto ci distraggono con belle chiacchiere..ed è così che a una certa senza neanche rendermene conto le gambe vanno, il fiato pure e comincio davvero a godermi il bosco fitto sotto cui passiamo e il paesaggio incredibile che si apre tutto d’un tratto: girandosi verso la valle la cima Breithorn è una meraviglia!
Mentre Taty rischia uno svenimento, guarda male Beltra, si mangia una barretta intera di cioccolato e viene presa a palle di neve da Danielo, guardando verso l’alto vedo che siamo quasi arrivati!!! Arrivare su è stata una gran gioia per tre motivi: primo perché nonostante il nostro essere fuori allenamento e poco attrezzate ce l’abbiamo fatta; secondo perché il contesto è mozzafiato, sperduto, vicino alla roccia nuda, tagliato dal vento; terzo perché ci aspettava una tavolata calda, in compagnia e con buon cibo
La tavolata di venti persone è allegra e si respira un gran aria di informalità: non ci si conosce ma c’è quell’atmosfera che secondo me dipende molto dal cosa stai condividendo e dove.
Qualche amaro, torneo di freccette e siam pronti per la foto di gruppo e per la discesa.
Io personalmente a scendere mi son proprio divertita, da un lato perché ero euforica per l’aver raggiunto il rifugio nonostante i dubbi iniziali, dall’altro per il gruppo davvero piacevole di persone con cui ci eravamo ritrovate. Fatto sta che zompettoe gioco per capire come scendere velocemente, senza frenare troppo e soprattutto senza rischiare di spaccarmi una cavaglia. Mentre il gruppo si ferma ogni tanto per aspettare qualcuno un po più lento (chissà chi eh, vero Taty?), ne approfitto per osservare le architetture di alta montagne disperse ovunque intorno a noi: doveva esserci grande attività umana qui fino a un secolo fa, penso...
Si torna verso casa, son davvero distrutta e crollo felice in auto. Un’esperienza bellissima in cui prima di tutto ho capito che questa dimensione di socialità unita al trekking mi piace da matti, forse anche perché LA MULA è una dimensione speciale della cosa. La seconda cosa che ho capito è che non bisogna mai dar retta a un alpinista cronico come Federico Beltrami :-) :-)
GRAZIE PER LA SUPER SPLENDIDA GIORNATA A TUTTI E A LA M.U.L.A.!!!!!!!!!!!!
Nessun commento:
Posta un commento