Fin da quando è arrivata la proposta non vedevo l’ora di
questa avventura. Il gruppo 3000mila e oltre ha allargato a qualche reduce
della spedizione Canale Camosci 2018 la proposta di andare in Orobie e fare il Canale nord
del Cabianca.
Le premesse dicono che sarà impegnativo: 1500 mt di dislivello positivo,
3.30 stimate di salita, canale con 45° di pendenza, ma soprattutto ritrovo alle 7.00 a Carona, che per
molti significa una sveglia verso le 4.32 scarse.
L’entusiasmo è comunque alle stelle, prima di addormentarmi mi sento con Fede e questa chat descrive bene l’umore del pre-partenza!!
La mattina Paolino passa a prendermi puntuale alle 5.05,
andiamo al ritrovo con Fede, Ernesto e Berry alle 5.50 a Cisano. Li aspettiamo
un buon 10 minuti, scrivendogli pure “siamo qui”, ma…. eravamo nel qui sbagliato! Risolto l’equivoco,
salgono tutti sulla macchina di Paolino e si parte alla volta di Carona.
Giusto in tempo per ricevere un audio del Brusa che dice che
non gli è suonata la sveglia. Ci raggiunge, ma dice di andare avanti e che
magari ci vediamo al rifugio Calvi. Ce la prendiamo quindi tutti con un po’ più
di calma.
Il viaggio nella Mottadelli Car è condito da grandi
aspettative sulla conoscenza delle strade locali di Berry, che prova in tutti i
modi a spiegare che lui non è della zona, ma gli altri occupanti della macchina
non ne vogliono sapere: continuano a dargli del “local” e soprattutto a
riprenderlo quando non ci avvisa per tempo delle svolte facendoci sbagliare
strada.
Ritrovo non programmato all’unico bar di Carona aperto all’alba,
mentre siamo all’interno ci raggiungono Erika, Luchino, FraLodolo e Danielo. Si
colaziona e ci si organizza per andare al parcheggio più comodo per la
partenza.
Sarà nemmeno 1km dal bar al parcheggio, ma riusciamo
comunque a perderci… arriviamo e incredibilmente (o forse no visto la nostra
lentezza) ci raggiunge Brusa. Ci tiriamo
insieme e si parte!!
Ben presto sul sentiero di mettiamo i ramponi visto un fastidioso
ghiaccetto che rende la mulattiera scivolosissima.
Durante la salita c’è anche il tempo perché ci si renda
conto che la gita è anche una sorta di “pellegrinaggio”. Proprio al rifugio
Calvi, lì in valle, 5 anni fa è nata La M.u.l.a. Daniele e Luca, unici presenti
anche allora, lo ammettono che proprio non se lo aspettavano che quella idea
nata in una giornata di pioggia sarebbe diventato quello che è ora, che avrebbe
fatto camminare e incontrare così tante persone! (leggere l’elenco uscite
Mula per credere).
In un paio di ore tra chiacchiere e racconti arriviamo alla diga. Da lì si vede chiaramente il canale nord del Cabianca. Sosta per mangiare qualcosa, ricaricarci e saliamo.
Poco prima del canale, ci fermiamo per fare il cambio
bastoncini-picozza e in fila iniziamo a salire.
Ho salito il canale volutamente un po’ da sola, tenendomi ad
alcuni metri di distanza sia da FraLodolo e Fede che mi stavano davanti, sia
dagli altri che seguivano.
Mi sono goduta la salita in solitaria, per il
gusto di scoprire che ce la potevo fare, per godermi il canale (che senza vento
ho scoperto è un luogo favoloso!), per far frullare per la testa un sacco di
bellissimi pensieri.
All’uscita il panorama è da togliere il fiato, forse anche
di più vista la soddisfazione della salita! Siamo sul versante sud e il sole
riesce persino a scaldarci un po’.
Facciamo la foto di rito, nonostante la macchina di Luchino
ce la metta tutta a non collaborare e continui a cadere.
Per fortuna la descrizione del percorso l’avevano letta bene
solo Fede Corti e Brusa: ancora non lo sappiamo, ma ci aspetta una cresta non
facilissima. Per fortuna ne siamo ignari, altrimenti la tentazione per qualcuno
di scendere dal canale ci sarebbe stata e ci saremmo persi una fine di itinerario
memorabile.
Qui le foto descrivono meglio di quanto io non sappia fare. La
cresta è a tratti strettina, ci sono un po’ di roccette, ma si riesce lo stesso
a fare qualche foto.
Forse l’unica cosa che le foto non rendono è il vento che in
cresta ha preso a soffiare. Diciamo che improvvisamente ci siamo resi conto di
quanto leggeri e volatili possiamo essere e… abbiamo desiderato non esserlo!
Si lascia la cresta e riscendiamo verso la diga. Giusto in
tempo per incontrare “gli eroici”: un gruppo di 6-7 persone che si apprestava a
salire il canale all’alba delle 3. Tra l’attrezzatura in loro dotazione spiccavano
almeno un paio di caschetti da bici e una picozza vintage (manico in legno e
becche di quelle che pesano più di un alpinista).
Sosta alla diga per goderci l’ultimo quarto d’ora di sole e
per mangiare. Il momento #MulaSharing non manca, il limoncello di Ernesto e la
grappa regalata da Paolino ci fanno chiudere in bellezza.
Si ritorna alle macchine stanchi, ma più che soddisfatti,
con tanti grazie detti e pensati!
Sulla via del rientro, tappa allo stesso bar della mattina,
per una birra e qualche chiacchiera. Il proprietario è molto cortese, si
informa su dove siamo stati, scambia qualche parola e ad un certo punto chiede “Ma
proprio tutti siete saliti dal canale e in cresta?!”. Evidentemente la nostra
difficoltà anche solo nel fare un ordine ordinato di 10 birre, gli ha fatto
dubitare che avessimo potuto conquistare il Cabianca, ma si sbagliava ;-)
Mi prendo qualche riga per dire due parole in più come l'ho vissuta io questa avventura, parole che forse però dicono tanto anche de La Mula!
L’assist
me lo ha fornito Luchino con una domanda mentre stavamo scendendo dopo la
cresta: “Ma te lo saresti mai immaginata due anni fa di riuscire a fare una
cosa come questa?”(ndr. Sono meno di 2 anni che conosco i muli). In qualche
modo quella domanda ha catturato un pensiero che mi era frullato nella testa
per tutta la giornata.
La verità è che sicuramente due anni fa sarei stata in grado
di farla quella salita, ma non avrei potuto!
L'altro giorno ho potuto farlo grazie a chi mi ha invitato all’uscita
dicendomi implicitamente che ce la potevo fare; a chi si è caricato con me di
entusiasmo nei giorni prima; a chi salendo si è accorto che avevo i ramponi
larghi; a chi anche con le mani ghiacciate me li ha comunque sistemati usando
perfino una picozza; a chi durante la salita mi ha dato qualche dritta su come
mettere i piedi; a chi nel canale mi ha chiesto se era tutto ok; a chi in cima
ha festeggiato con me il successo della salita; a chi appena iniziata la cresta
mi ha ricordato come si usa la picozza su quel terreno; a chi ha fatto il passo; a chi in
discesa ha provato a spiegarmi come si scende faccia a monte; a chi ha condiviso che un po’ di paura durante la
cresta ce l’ha avuta pure lui; a chi nonostante la fatica riesce a notare che
sto per perdere un orecchino e me lo salva; a chi ha condiviso il pranzo al sole
e un limoncello niente male!
L'altro giorno ho vissuto l’avventura del Cabianca solo grazie a chi l’ha
resa possibile!!
E La Mula in fondo forse è proprio questa cosa qua:
APRIRE
POSSIBILITÀ,
con la splendida gioia di essere a volte gli apripista di sentieri
per altri
e altre volte la persona che degli apripista ha bisogno!
Viva la Mula
Viva il presidente (cicredochesistianchesenontihomaivisto)
Viva salire insieme
Viva i 3000eoltre, anche se il Cabianca era un 2600 ;-)
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