domenica 6 gennaio 2019

Cabianca: canali, creste e possibilità!




Fin da quando è arrivata la proposta non vedevo l’ora di questa avventura. Il gruppo 3000mila e oltre ha allargato a qualche reduce della spedizione Canale Camosci 2018 la proposta di andare in Orobie e fare il Canale nord del Cabianca.

Le premesse dicono che sarà impegnativo: 1500 mt di dislivello positivo, 3.30 stimate di salita, canale con 45° di pendenza, ma soprattutto ritrovo alle 7.00 a Carona, che per molti significa una sveglia verso le 4.32 scarse.

L’entusiasmo è comunque alle stelle, prima di addormentarmi mi sento con Fede e questa chat descrive bene l’umore del pre-partenza!! 
La mattina Paolino passa a prendermi puntuale alle 5.05, andiamo al ritrovo con Fede, Ernesto e Berry alle 5.50 a Cisano. Li aspettiamo un buon 10 minuti, scrivendogli pure “siamo qui”, ma…. eravamo nel qui sbagliato! Risolto l’equivoco, salgono tutti sulla macchina di Paolino e si parte alla volta di Carona.

Giusto in tempo per ricevere un audio del Brusa che dice che non gli è suonata la sveglia. Ci raggiunge, ma dice di andare avanti e che magari ci vediamo al rifugio Calvi. Ce la prendiamo quindi tutti con un po’ più di calma.
Il viaggio nella Mottadelli Car è condito da grandi aspettative sulla conoscenza delle strade locali di Berry, che prova in tutti i modi a spiegare che lui non è della zona, ma gli altri occupanti della macchina non ne vogliono sapere: continuano a dargli del “local” e soprattutto a riprenderlo quando non ci avvisa per tempo delle svolte facendoci sbagliare strada.

Ritrovo non programmato all’unico bar di Carona aperto all’alba, mentre siamo all’interno ci raggiungono Erika, Luchino, FraLodolo e Danielo. Si colaziona e ci si organizza per andare al parcheggio più comodo per la partenza.
Sarà nemmeno 1km dal bar al parcheggio, ma riusciamo comunque a perderci… arriviamo e incredibilmente (o forse no visto la nostra lentezza) ci raggiunge Brusa.  Ci tiriamo insieme e si parte!!


Ben presto sul sentiero di mettiamo i ramponi visto un fastidioso ghiaccetto che rende la mulattiera scivolosissima. 

Durante la salita c’è anche il tempo perché ci si renda conto che la gita è anche una sorta di “pellegrinaggio”. Proprio al rifugio Calvi, lì in valle, 5 anni fa è nata La M.u.l.a. Daniele e Luca, unici presenti anche allora, lo ammettono che proprio non se lo aspettavano che quella idea nata in una giornata di pioggia sarebbe diventato quello che è ora, che avrebbe fatto camminare e incontrare così tante persone! (leggere l’elenco uscite Mula per credere). 
In un paio di ore tra chiacchiere e racconti arriviamo alla diga. Da lì si vede chiaramente il canale nord del Cabianca. Sosta per mangiare qualcosa, ricaricarci e saliamo.

Poco prima del canale, ci fermiamo per fare il cambio bastoncini-picozza e in fila iniziamo a salire. 
Ho salito il canale volutamente un po’ da sola, tenendomi ad alcuni metri di distanza sia da FraLodolo e Fede che mi stavano davanti, sia dagli altri che seguivano. 
Mi sono goduta la salita in solitaria, per il gusto di scoprire che ce la potevo fare, per godermi il canale (che senza vento ho scoperto è un luogo favoloso!), per far frullare per la testa un sacco di bellissimi pensieri.





All’uscita il panorama è da togliere il fiato, forse anche di più vista la soddisfazione della salita! Siamo sul versante sud e il sole riesce persino a scaldarci un po’.





Facciamo la foto di rito, nonostante la macchina di Luchino ce la metta tutta a non collaborare e continui a cadere.  


Per fortuna la descrizione del percorso l’avevano letta bene solo Fede Corti e Brusa: ancora non lo sappiamo, ma ci aspetta una cresta non facilissima. Per fortuna ne siamo ignari, altrimenti la tentazione per qualcuno di scendere dal canale ci sarebbe stata e ci saremmo persi una fine di itinerario memorabile.
Qui le foto descrivono meglio di quanto io non sappia fare. La cresta è a tratti strettina, ci sono un po’ di roccette, ma si riesce lo stesso a fare qualche foto.






   
Forse l’unica cosa che le foto non rendono è il vento che in cresta ha preso a soffiare. Diciamo che improvvisamente ci siamo resi conto di quanto leggeri e volatili possiamo essere e… abbiamo desiderato non esserlo!  


Dalla cresta più di una volta ho buttato un occhio giù e ad un certo punto qualcuno urla indicando in basso nella valle: “Si vede il Calvi!”. I santi ci hanno tenuto d’occhio da vicino!!

Si lascia la cresta e riscendiamo verso la diga. Giusto in tempo per incontrare “gli eroici”: un gruppo di 6-7 persone che si apprestava a salire il canale all’alba delle 3. Tra l’attrezzatura in loro dotazione spiccavano almeno un paio di caschetti da bici e una picozza vintage (manico in legno e becche di quelle che pesano più di un alpinista).

Sosta alla diga per goderci l’ultimo quarto d’ora di sole e per mangiare. Il momento #MulaSharing non manca, il limoncello di Ernesto e la grappa regalata da Paolino ci fanno chiudere in bellezza.


Si ritorna alle macchine stanchi, ma più che soddisfatti, con tanti grazie detti e pensati!

Sulla via del rientro, tappa allo stesso bar della mattina, per una birra e qualche chiacchiera. Il proprietario è molto cortese, si informa su dove siamo stati, scambia qualche parola e ad un certo punto chiede “Ma proprio tutti siete saliti dal canale e in cresta?!”. Evidentemente la nostra difficoltà anche solo nel fare un ordine ordinato di 10 birre, gli ha fatto dubitare che avessimo potuto conquistare il Cabianca, ma si sbagliava ;-) 

Mi prendo qualche riga per dire due parole in più come l'ho vissuta io questa avventura, parole che forse però dicono tanto anche de La Mula! 
L’assist me lo ha fornito Luchino con una domanda mentre stavamo scendendo dopo la cresta: “Ma te lo saresti mai immaginata due anni fa di riuscire a fare una cosa come questa?”(ndr. Sono meno di 2 anni che conosco i muli). In qualche modo quella domanda ha catturato un pensiero che mi era frullato nella testa per tutta la giornata.

La verità è che sicuramente due anni fa sarei stata in grado di farla quella salita, ma non avrei potuto!

L'altro giorno ho potuto farlo grazie a chi mi ha invitato all’uscita dicendomi implicitamente che ce la potevo fare; a chi si è caricato con me di entusiasmo nei giorni prima; a chi salendo si è accorto che avevo i ramponi larghi; a chi anche con le mani ghiacciate me li ha comunque sistemati usando perfino una picozza; a chi durante la salita mi ha dato qualche dritta su come mettere i piedi; a chi nel canale mi ha chiesto se era tutto ok; a chi in cima ha festeggiato con me il successo della salita; a chi appena iniziata la cresta mi ha ricordato come si usa la picozza su quel terreno; a chi ha fatto il passo; a chi in discesa ha provato a spiegarmi come si scende faccia a monte; a chi  ha condiviso che un po’ di paura durante la cresta ce l’ha avuta pure lui; a chi nonostante la fatica riesce a notare che sto per perdere un orecchino e me lo salva; a chi ha condiviso il pranzo al sole e un limoncello niente male!


L'altro giorno ho vissuto l’avventura del Cabianca solo grazie a chi l’ha resa possibile!! 

E La Mula in fondo forse è proprio questa cosa qua: 
APRIRE POSSIBILITÀ, 
con la splendida gioia di essere a volte gli apripista di sentieri per altri 
e altre volte la persona che degli apripista ha bisogno!

Viva la Mula
Viva il presidente (cicredochesistianchesenontihomaivisto)
Viva salire insieme
Viva i 3000eoltre, anche se il Cabianca era un 2600 ;-) 

Clara

NOTA BENISSIMO: per chi si lo fosse perso il video bomba di FraLodolo , guardatelo QUI 

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