sabato 23 aprile 2016

Passeggiata da fiaba in Val Roseg

E' un sabato pomeriggio tranquillo in cui mi sto riprendendo dalla stanchezza per lavoro e altro e guardo le foto di 3 Muli grandissimi che hanno appena fatto una piccola avventura nel canale Comera per il Resegone...
Quando Anna mi chiede se bidono domani la ciaspolata in Engadina che lei sta organizzando.. Io accenno un paio di scuse come il fatto che non ho ciaspole e macchina, ma lei con la sua naturalezza e disponibilità me le scioglie in un attimo! Così quando mi sento accolto è ben più difficile dire di no, e alla fine dico si! Esce perfino apposta per andarmi a noleggiare le ciaspole, si interessa per i miei bastoni e per il passaggio: a quel punto già penso che come minimo dovrò scrivere l'articolo!

Siamo: Gerva, Anna e Vena da Lecco, Francesco da Lodi ed io da Cinisello.
Francesco mostra subito grande disponibilità e mi passa a prendere praticamente dietro casa, mi avvicino solo un po' in bici. Con gli altri ci incontriamo a Lecco.
Viaggiamo direzione Pontresina, nella cara vecchia Engadina.


E' una passeggiata da fiaba in un paesaggio invernale carico di neve eppure in clima apertamente primaverile, con cielo terso e sole molto caldo! E' come se la valle si aprisse dopo il riposo dell'inverno e si lasciasse cogliere: qualche fila di abeti sui pendii e tanta neve intonsa appoggiata con curve morbide sui sassi, un torrente con poca acqua, a tratti ghiacciata a tratti che scorre.
Il sole davanti a noi illumina e riverbera sulla neve creando davvero grande luminosità, mentre camminiamo verso quelle cattedrali dove piccoli ghiacciai si confondono con la neve stagionale. E il sole e la montagna, si sa, quando si uniscono aprono le emozioni e vitalizzano.






















Camminiamo tra l' azzurro e il bianco che dominano con qualche spruzzo di verde e un po' di fanghiglia di sterco di cavallo fuoriuscito dalle sacche!
Sembra quasi finalmente un riuscito esperimento di convivenza dell'uomo con la natura: a piedi, con gli sci da fondo, c'è il percorso per carrozze e cavalli, o anche con le mountain bike.



Poco dopo la partenza su un sentiero in ombra, notiamo che forse al di là della neve fresca e della pista da fondo c'è un altro sentiero in pieno sole, così tra qualche incertezza e un borbottio del Vena (che già si stava gustando la sua camminata con le cuffie), ci infiliamo le ciaspole per passare dall'altra parte. Anna no, lei inizia l'attraversamento senza l'aiuto delle racchette fiduciosa e caparbia anche se poi partecipa al gioco e se le infila a metà, quando affonda oltre la coscia. Recuperato il sentiero tracciato siamo costretti a toglierci le nostre ciaspole, non più utili.
Gerva, sempre generoso fotografo, per dedicarsi alle foto pianta i bastoni nella neve, ma poi li dimentica. Accorgendosene dopo un po' è incerto ma decide di fidarsi e di recuperarli al ritorno... sarà triste vedere che sono rimaste solo le impronte...
Nonostante il passaggio di diverse persone abbiamo compagnia selvatica, scoiattoli e, a un tratto, come novelli Franceschi ci appassioniamo al dare da mangiare alle cince facendole posare sul palmo delle nostre mani!





Per il nostro banchetto qualcuno propone di sedersi sulle pietre del torrente ma poi vediamo una radura sotto un albero, sul pendio poco sopra il sentiero, che è rimasta asciutta e sgombra da neve grazie alla chioma dell'albero. Così chiediamo ospitalità lì. Qualcuno proprio tra le radici dell'albero...
Si condivide quel che c'è, io divoro pane di segale e cioccolato fondente, a tratti girato verso gli splendidi compagni di questa gita, a tratti mi rivolgo verso il profondo della valle e lì rimango a cogliere qualcosa.

Francesco, grande amante della montagna ma anche ingegnere, usa il grandangolo per farci le nostre foto di gruppo.
Dopo pranzo decidiamo di calzare le ciaspole dopotutto le abbiamo portate fin lì e soprattutto per me e Vena è la prima volta. Così passiamo sul pendio un po' sopra al percorso tracciato, ed è un piacere affondare quel poco nella neve fresca, e correre affondando, e lasciarsi cadere!






Al ritorno avvolti da tutto questo si parla di diving , di bambini e ragazzi che nonostante tutto crescono e di educatori, noi, che li seguono stupiti. Di diversità, di noi. E pure di yoga.
Il sole calando crea giochi di luce illuminando i pendii innevati alla nostra destra .

Francesco ci regala un'altra vasca guidando anche al ritorno la sua fida auto. Ci si sente a proprio agio e in qualche modo un po' più uniti, anche quando qualcuno dorme, anche quando veniamo sorpresi ad apprezzare il sedere di una cameriera.

Qualcosa di questa purezza rimane e si scorre meglio tra le difficoltà della settimana...
Non si può che sentire la fortuna di aver incontrato questa creatura, la M.u.l.a., che regala incontri e vita!
Simo o Andrea 

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