E' un sabato
pomeriggio tranquillo in cui mi sto riprendendo dalla stanchezza per lavoro e
altro e guardo le foto di 3 Muli grandissimi che hanno appena fatto una piccola
avventura nel canale Comera per il Resegone...
Quando Anna
mi chiede se bidono domani la ciaspolata in Engadina che lei sta organizzando..
Io accenno un paio di scuse come il fatto che non ho ciaspole e macchina, ma
lei con la sua naturalezza e disponibilità me le scioglie in un attimo! Così
quando mi sento accolto è ben più difficile dire di no, e alla fine dico si!
Esce perfino apposta per andarmi a noleggiare le ciaspole, si interessa per i
miei bastoni e per il passaggio: a quel punto già penso che come minimo dovrò
scrivere l'articolo!
Siamo: Gerva,
Anna e Vena da Lecco, Francesco da Lodi ed io da Cinisello.
Francesco
mostra subito grande disponibilità e mi passa a prendere praticamente dietro
casa, mi avvicino solo un po' in bici. Con gli altri ci incontriamo a Lecco.
Viaggiamo
direzione Pontresina, nella cara vecchia Engadina.
E' una passeggiata da fiaba in un paesaggio
invernale carico di neve eppure in clima apertamente primaverile, con cielo
terso e sole molto caldo! E' come se la valle si aprisse dopo il riposo
dell'inverno e si lasciasse cogliere: qualche fila di abeti sui pendii e tanta
neve intonsa appoggiata con curve morbide sui sassi, un torrente con poca acqua,
a tratti ghiacciata a tratti che scorre.
Il sole
davanti a noi illumina e riverbera sulla neve creando davvero grande luminosità,
mentre camminiamo verso quelle cattedrali dove piccoli ghiacciai si confondono
con la neve stagionale. E il sole e la montagna, si sa, quando si uniscono aprono le emozioni e vitalizzano.
Camminiamo
tra l' azzurro e il bianco che dominano con qualche spruzzo di verde e un po' di fanghiglia di sterco di cavallo fuoriuscito dalle sacche!
Sembra quasi
finalmente un riuscito esperimento di convivenza dell'uomo con la natura: a
piedi, con gli sci da fondo, c'è il percorso per carrozze e cavalli, o anche
con le mountain bike.
Poco dopo la
partenza su un sentiero in ombra, notiamo che forse al di là della neve fresca
e della pista da fondo c'è un altro sentiero in pieno sole, così tra qualche
incertezza e un borbottio del Vena (che già si stava gustando la sua camminata
con le cuffie), ci infiliamo le ciaspole per passare dall'altra parte. Anna no,
lei inizia l'attraversamento senza l'aiuto delle racchette fiduciosa e caparbia
anche se poi partecipa al gioco e se le infila a metà, quando affonda oltre la
coscia. Recuperato il sentiero tracciato siamo costretti a toglierci le nostre
ciaspole, non più utili.
Gerva,
sempre generoso fotografo, per dedicarsi alle foto pianta i bastoni nella neve,
ma poi li dimentica. Accorgendosene dopo un po' è incerto ma decide di fidarsi e
di recuperarli al ritorno... sarà triste vedere che sono rimaste solo le
impronte...
Nonostante
il passaggio di diverse persone abbiamo compagnia selvatica, scoiattoli e, a un
tratto, come novelli Franceschi ci appassioniamo al dare da mangiare alle cince
facendole posare sul palmo delle nostre mani!
Per il
nostro banchetto qualcuno propone di sedersi sulle pietre del torrente ma poi
vediamo una radura sotto un albero, sul pendio poco sopra il sentiero, che è
rimasta asciutta e sgombra da neve grazie alla chioma dell'albero. Così
chiediamo ospitalità lì. Qualcuno proprio tra le radici dell'albero...
Si condivide
quel che c'è, io divoro pane di segale e cioccolato fondente, a tratti girato verso
gli splendidi compagni di questa gita, a tratti mi rivolgo verso il profondo
della valle e lì rimango a cogliere qualcosa.
Francesco,
grande amante della montagna ma anche ingegnere, usa il grandangolo per farci
le nostre foto di gruppo.
Dopo pranzo
decidiamo di calzare le ciaspole dopotutto le abbiamo portate fin lì e
soprattutto per me e Vena è la prima volta. Così passiamo sul pendio un po'
sopra al percorso tracciato, ed è un piacere affondare quel poco nella neve
fresca, e correre affondando, e lasciarsi cadere!
Al ritorno
avvolti da tutto questo si parla di diving , di bambini e ragazzi che
nonostante tutto crescono e di educatori, noi, che li seguono stupiti. Di
diversità, di noi. E pure di yoga.
Il sole
calando crea giochi di luce illuminando i pendii innevati alla nostra destra .
Francesco ci
regala un'altra vasca guidando anche al ritorno la sua fida auto. Ci si sente a
proprio agio e in qualche modo un po' più uniti, anche quando qualcuno dorme,
anche quando veniamo sorpresi ad apprezzare il sedere di una cameriera.
Qualcosa
di questa purezza rimane e si scorre meglio tra le difficoltà della
settimana...
Non si può
che sentire la fortuna di aver incontrato questa creatura, la M.u.l.a., che regala
incontri e vita!
Simo o
Andrea
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