mercoledì 23 dicembre 2015

La M.U.L.A. ai Barbellini (8 Novembre 2015)

Sono ancora un mulo cadetto, eppure mi è stato conferito il sacro compito di scrivere l’articolo della gita sul blog. In mille si sono ribellati pur di avere questo onore (...), ma è toccato a me, e lo svolgo con immensa gioia, seppure con un po’ di ritardo...
Ma bando alle ciancie. Eccovi il resoconto di questa mia seconda uscita mulesca.
Inizia in una casetta su nel Lecchese, all’ombra del Resegone. È casa della Babi, la mia mitica compagna di stanza al 2° compleanno MULA. La Babi si è gentilmente offerta di ospitarmi per la notte del sabato, così da essere più comodi per gli spostamenti del giorno dopo, e per permettermi di dormire qualche ora in più… Santa Babi.

Domenica. La sveglia (O_O)
Pochi minuti prima dell’alba avverto un piacevole aroma di caffè provenire dalla cucina, quindi mi alzo, e mi avvio verso la sorgente. Arrivo in cucina, mi siedo, e assaporo l’ottimo caffè. Dopodiché, con orrore crescente, scopro anche tutta la calma e la tranquillità che Babi è capace di dimostrare di prima mattina… cioè nemmeno l’ombra. Abbiamo fretta! Ci siamo svegliati all’orario previsto, certo, ma per qualche motivo dobbiamo comunque andare di fretta! Ai miei tentativi di tranquillizzarla lei risponde con pugno di ferro dicendo di essere una persona molto puntuale, e che quindi dobbiamo darci una mossa! La sfotto un po’, ma mi dò ugualmente una mossa, probabilmente per paura, e la mattina si avvia fra tante risate! (ti voglio bene Babi :>)

Come a voler compensare la sveglia ansiogena, l’universo ci fa un regalo inaspettato. Dal balcone possiamo vedere ad occhio nudo un raro allineamento astronomico. Luna, Venere, Marte, e Giove, tutti in fila sulla nera silouette della valle, circondati dai colori di un’alba splendida (un evento che succede solo ogni 3-5 anni a quanto dice google). Mi prendo un secondo per fare una foto, non più di uno perché già sento provenire dalla cucina: “MA NON SEI ANCORA PRONTOOO?”.


Penso di poter giurare, o forse no, che non siano passati neanche sette minuti dalla sveglia, passando per colazione, foto, bagno, e cambio di vestiti, a noi che precipitiamo giu per le scale con uno scarponcino in mano e uno slacciato ai piedi. A prendere Gugly! Di fretta tanto per cambiare!
Il povero Gugly è lì che ci aspetta in mezzo alla strada, con solo due ore di sonno, e nemmeno un pretesto abbastanza valido da convincere Babi ad esentarlo dalla gita, e a farlo tornare a letto. Lo carichiamo di peso in auto e ripartiamo (il suo portafogli invece rimane sul cofano della sua auto, ma questa è un’altra storia). Di li a poco la guida di Babi comunque lo libera gentilmente dal problema del sonno.

Sono le 07:10 circa, e siamo nel parcheggio del Bennet per il primo rendez-vous programmato. Un rapido saluto ad Anna, Gerva, e Vena, e via verso quel di Bergamo per incontrarci con gli altri, e per fare la seconda colazione (da bravi hobbit) a suon di strafarcite brioche calde, e altro buon caffè. Troviamo Ari “Gambetta” (scusa Ari :D), conosciamo gente nuova, perché con la M.U.L.A., a quanto pare, si conosce ad ogni uscita un sacco di gente nuova e simpatica, e via si parte infine per la destinazione prefissata: Valbondione (a quanto pare anche la patria del Merlo).

In un orario imprecisato fra le 09:00 e le 09:30.
Lasciamo la Babi-mobile in un parcheggio a Valbondione (dice wikipedia che siamo a 900m s.l.m.), mettiamo gli zaini in spalla, e partiamo su per i sentieri verso il lago del Barte.. Barco…, “Anna, era mica Bardellino?”. La buona Ana in varie occasioni si sforza di farci fare qualche sillabazione di gruppo “BAR-BE-LLI-NO!” per farci memorizzare il nome. Fiato sprecato purtroppo, e facebook del giorno dopo ne è triste testimone.

Il cammino verso la nostra destinazione non è breve ma facile. Ogni tanto qualche piccolo corso d’acqua interrompe la via, coperta da una miriade autunnale di foglie che vanno dal giallo, all’arancio, al rosso. Ed eccoci finalmente nella parte illuminata dal sole, un sole assurdamente caldo contando che siamo a metà Novembre! E fuori le maniche corte.
Al primo scorcio degno di nota possiamo osservare niente po po di meno che le cascate più alte d’italia! Sono le famose Cascate del Serio (scoperto a posteriori grazie ad un collega che vive da quelle parti, e che vedendo le foto in ufficio ha esclamato “ah ma sei andato a vedere le Cascate del Serio dietro casa mia”, e io “ah, si certo, sapevo perfettamente che si trattava delle famose Cascate del Serio”). Le cascate non sono proprio al loro massimo purtroppo (c’è una diga lì sopra che le regola), ma abbastanza da fornire un grande spettacolo. Con tanto di arcobaleno annesso.


Qualche foto, qualche strapiombo da vertigini e qualche chiacchiera spensierata più in là, ed eccoci finalmente arrivare sul prato davanti al lago del Barbellino, il primo, quello artificiale (1862m s.l.m). Un angolino davvero incantevole e rilassante delle Alpi Bergamasche.



E qui i nostri eroi piazzano il campo base, e un bell’adesivo M.U.L.A. dritto sotto il simbolo del CAI, sul segnavia ufficiale… un po’ arrogante, ma la M.U.L.A. è spavalda, quindi ci sta! (no foto purtroppo)

Sono le 12:00 circa e ci diamo da fare assaltando i pranzi al sacco. Svacco pazzo, vino in scarponcino, e panini a go-go. Niente caffè purtroppo perché ahimé non ci ha pensato nessuno!





Dopo una breve pennichella, solo i coraggiosi che dopo tre ore di salita ancora non ne hanno abbastanza di camminare, si lanciano per quella del secondo lago del Barbellino, quello naturale questa volta, a ben 2128m s.l.m., con tanto di ghiaccio e neve di contorno! Uno spettacolo solo a pensarci, quindi mi unisco ai coraggiosi. E si va.
Il percorso fra i due laghi richiede un’oretta circa. Un sole cocente fa da contrappunto al freddo gelido dell’altezza, ma i nostri eroi riescono, fra una chiacchiera, una risata, e uno sprint qui e la per riscaldarsi, finalmente a raggiungere la tanta agognata meta.
È il momento di festeggiare e fare qualche foto di gruppo per commemorare il risultato. “Facciamo i fighi piazzandoci tutti a casaccio, magari anche con lo sguardo perso nel vuoto come fossimo gente profonda e sofisticata”




Un’altra oretta per fare la strada al contrario, e quando arriviamo al campo base al laghetto artificiale, invece dei ragazzi e degli zaini che avevamo lasciato lì, troviamo solo una cicciotta e solitaria mula intenta a brucare l’erba, e un gruppo di ragazzi che non conosciamo. Chiediamo se per caso hanno visto i nostri. Che ci abbiano fatto uno scherzo? Magari sono in combutta con questi ragazzi per farci uno scherzo! Macché, li ritroviamo che sonnecchiano pigramente sotto il sole pochi metri più avanti… sulla veranda del rifugio chiuso.
Merenda e svacco pazzo parte seconda, per racimolare un po’ di energie. Meno di mezz’ora purtroppo perché ci conviene scendere finché c’è luce, per vedere dove mettere i piedi. Vorremmo tutti rimanere a prendere ancora un po’ di quello che probabilmente sarà uno degli ultimi soli caldi del 2015, ma, purtroppo, bisogna ripartire.

Ad un certo punto della discesa diventa infatti buio pesto, ma il buon Vena illumina ad entrambi la via con il suo frontalino (senza di lui sarei probabilmente ancora lì a vagare). Gli altri non sono più in vista, sparsi un po’ dietro di noi, un po’ più avanti, sulla via verso valle.

Al nostro arrivo alle auto ci raduniamo, lo spirito è ancora alto, e ci rendiamo conto che, nonostante il buio, è ancora presto per rientrare a casetta, quindi si decide all’unanimità di concludere la giornata al primo pub a portata di tiro. Qui pizze e birre come se non ci fosse un domani. Gli animi sono rilassati e allegri, e la cena scorre piaceve.
Purtroppo però tutto giunge ad una fine. Quindi, giro di saluti, e via, si parte per tornare a casa. Stanchi e provati, ma non abbastanza da impedirci di pensare già alla prossima uscita.
Spero che l’articolo vi sia piaciuto almeno un decimo di quanto sia piaciuto a me scriverlo, e ricordarlo! Chiedo scusa se son stato un po’ lungo, e soprattutto perdonatemi se ci ho messo tanto.
Alla prossima uscita mulesca!
Un abbraccio a tutti, belli, muli, e brutti!
                                                                                            Claudio (:

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