venerdì 10 marzo 2023

UN C.D.A. ALTERNATIVO E UN ARTICOLO SCONCLUSIONATO


Di solito i nostri CDA hanno cliché ben definiti: ritrovo a casa di qualche personaggio di buon cuore che mette a disposizione la sua magione, si inizia bere qualcosa mentre ci si intrattiene nei convenevoli, si continua a bere mentre ceniamo, beviamo mentre si discutono i punti all’ordine del giorno, Danielo è ubriaco, fine della serata.

Il 4 febbraio però è stato diverso, ma andiamo con ordine. Un bel giorno infrasettimanale di gennaio mi sveglio la mattina talmente voglioso di lavorare che mi viene in mente un’idea: perché non fare un CDA alternativo? Propongo così ai muli di farlo magari in montagna, magari con salita notturna, magari sostando in un rifugio per cenare (d’altra parte la cena non può mancare nel rituale propiziatorio di ogni CDA che si rispetti), magari tornando al punto di partenza in un tempo decisamente più veloce di quello di salita, magari facendo tutto questo in una sera di luna piena che illumina da sola il percorso.

L’idea sembra raccogliere svariati pareri positivi tanto che mi metto in moto, chiamo il rifugio e chiedo di prenotare per 19 (si sa, i CDA sono aperti anche ai rispettivi “+1” dei membri democraticamente eletti) alle 19 (e trenta) del 19. No, questo no, del 4 febbraio. Sollievo, il posto c’è, le membra affaticate del CDA potranno essere adeguatamente ristorate e le assetate gole rinfrescate.

In questo andare con ordine facciamo, ovviamente, un passo indietro: ma esattamente cosa vuol dire “tornando al punto di partenza in un tempo decisamente più veloce di quello di salita”? Vuol dire che all’andata ti fai lo sbattimento di trascinarti, per i 600 mt di dislivello che separano la partenza dal rifugio, il mezzo prescelto con cui poi dovrai scendere: il bob!

Ritorniamo all’ordine, per ora ho solo detto il “come” non ho ancora parlato del “dove”. Il 4 febbraio ci diamo appuntamento alle 16.30 a Caspoggio (stupendo amore mio) per ritirare i bob di coloro i quali dei quali dei quali ne hanno richiesto il noleggio. Secondo appuntamento per tutti a San Giuseppe per le 17, partenza prevista a camminare alle 17.30. Ovviamente Marta, Bolla e me medesimo buchiamo tutti i checkpoint possibili ed arriviamo alle 17.40. Sto ancora ringraziando i due fenomeni che hanno deciso di stamparsi nella galleria del sommo Monte Barro lo stesso giorno a distanza di tre ore l’uno dall’altro, creando ovviamente code indicibili. Ringrazio anche me stesso per non aver impostato il navigatore, tanto che serve metterlo? La strada la so a memoria. Si narra che scesero sacramenti come se piovesse.

Bando alle ciance, sono finalmente le 17.45 e iniziamo a salire. Qualche mulo di poca fede è dubbioso sul portare o meno i bob, effettivamente in questo non-inverno la neve è poca e al parcheggio proprio non ce n’è. Da buon conoscitore del luogo rassicuro con paterno affetto che le loro fatiche saranno ripagate, già che ci sono li perdono anche per questo flebile atto di insubordinazione.

La salita procede spedita lungo la carrozzabile innevata che sale prima ai Barchi e, da lì, si addentra nel bosco fino a giungere dopo svariati tornanti al lago Palù e quindi all’omonimo rifugio. È una sera stupenda, non c’è una nuvola in cielo e il lago ghiacciato coperto di neve è illuminato dalla potente luce della luna piena. Bello fuori, ma la pancia chiama e così entriamo in rifugio dove ci hanno riservato un tavolata ben apparecchiata davanti ad un stupendo camino acceso. Peccato che il Brusa e il sottoscritto avessero esattamente alle spalle anche una stufa a legna ovviamente in funzione. A Ferragosto avrei avuto meno caldo.

La cena è abbondante con l’antipasto a base di salumi e formaggi, bis primi con pizzoccheri e ravioloni al ragù di cervo al quale seguono svariati bis delle suddette pietanze. Il tutto innaffiato da abbondante vino rosso della casa. Stiamo già rotolando quando arriva la crostata che chiude la nostra cena. Oh, nel frattempo abbiamo anche fatto il CDA dove sono stati stilati gli eventi salienti dell’anno, noi mica si è in giro a cazzeggiare. Caffè, ammazzacaffè e poi tutti fuori che inizia il bello.



Prima di partire facciamo la foto di rito, sia mai che qualcuno va dritto al tornante e non lo rivediamo più. La partenza è col botto, nel senso che 10 metri sotto il rifugio vedo Ernesto che si stampa col bob conto il muro. Poi si narra che si sia ricordato come si guida il mezzo e abbia gareggiato col Bolla e Medio fin sulla linea del traguardo. Detto dei primi tre piloti, ma mano partiamo tutti alla spicciolata. Alla luce delle frontali affrontiamo i tornanti in serie come fossero chicane e lasciamo andare i freni nei tratti di scorrimento. In circa mezz’ora siamo alle auto e, sorpresa delle soprese, la conta di morti e feriti recita “zero” ad entrambe le voci. Insomma, un successo!

 

                                                                            W la Mula!!!

                                                                   W i CDA alternativi!!!

                                                                             W i bob!!!

  

PS: cosa mi porto a casa da questa esperienza? Adesso metterò il navigatore anche per andare al cesso, sia mai che arrivo ed è già occupato

 

                                                                                   Loris









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