martedì 17 aprile 2018

COLICO - TIRANO: LA CICLABILE LA' AVANTI!


Sabato nel pomeriggio arriva la proposta di Annarosa: pedalatina domenicale per accompagnare Loris che deve rimettere apposto il ginocchio. A leggere sembra una sgambata fisioterapica, ma da subito si cerca di alzare l’asticella. Io l’ho già fatta e propongo di tentarla tutta da Colico a Tirano. Affare fatto: si punta ai 76 km.
Claudiano si ritira prima del via, ma il suo spiritò sarà con noi per tutta la giornata.  
Ai blocchi di partenza Anna, Marta, Gerva, Brusa, Loris e io. La mattina inizia sotto un buon segno: l’incontro sul treno di un Fulgenzio, segno che lo spirito dei ciclisti folli era con noi! Sul treno incontriamo anche una passeggera oracolo (che ci tiene a farci vedere la sua bici pro) e una valligiana ansiosa di informarci sulle frane di giornata.


Con tutti questi buoni auspici non ci facciamo scoraggiare dal cielo che contro ogni previsione è coperto e da un frescolino non tanto primaverile. Partiamo e Anna ha in mente un solo obiettivo: l’arrivo a Tirano e la foto per Claudiano, che non si è presentato credendo 70km una distanza fuori portata.
I primi 20 km sembrano non passare mai, complice anche un vento contrario inatteso, praticamente l’unico giorno dell’anno in cui sulla ciclabile soffiava la Breva invece che il Tivano.  Io a tratti risento echeggiare nella mia testa un “ma con sto vento dovevo stare a casa” simile a quello del canale dei Camosci. Altri iniziano a sognarsi una ritirata in un agriturismo o crotto per pranzo e fine della gita.

Ma la squadra ha gamba e un seguito di tifosi pronti a sostenerla. Al 40esimo km si presentano un gruppo di struzzi. Brusa riesce pure ad improvvisare una lezione di etologia: pure sugli struzzi ha saggezza da dispensarci.

Arrivati a Sondrio Marta e Loris abbandonano la missione. Il resto del gruppo continua e nei momenti di difficoltà per continuare visualizza solo una cosa: la foto finale da mandare a Claudiano. Altro che guardare i meleti, l’Adda che scorreva a lato della ciclabile, i pavoni e le cime innevate ;-) solo la foto al cartello di Tirano avevamo in mente!!
Iniziano i saliscendi, Anna si lancia in qualche sterrato e arriva pure la prova del guado. La più pavida e bollita (io) si toglie scarpe e calze e attraversa con la bici a mano. I temerari Anna, Gerva e Brusa attraversano il torrente. Anna la prende a tutta velocità e fa un’onda che si trasforma in una doccia, ma che divertimento!!


Iniziamo a dire che dopo il 55esimo km ci possiamo fermare a fare pausa. Ma non abbiamo abbastanza di cui sfamarci e così decidiamo di andare avanti fino al primo bar. A me viene in mente che sul percorso c’è un bar gestito da dei tipici cinovaltellinesi e che ci possiamo fermare lì, di certo è aperto anche di domenica. Sono sicura che sia  tra pochi km, me lo ricordo benissimo, al massimo passati uno o due saliscendi. Ehm non era proprio così….Facciamo praticamente tutti i saliscendi, con me che continuo a dire “Ma si me lo ricordo è li avanti!”. Alla decima volta divento poco credibile. Il resto del gruppo oramai pensa che il bar non esista e che in effetti non avrebbero dovuto credere all’esistenza di un Bar di Cinesi in Valtellina, è chiaramente una bufala!
E invece: il bar Fanny esiste davvero! Ed è un luogo incredibile: ci si mangia la pizzapiadina (chiedere e Gerva per la recensione gourmet), le cameriere cinesi parlano con l’accento valligiano e giocano d’azzardo a carte con i clienti.



Risalire in sella è la cosa più difficile, i sederi si lamentano e gli ultimi km li facciamo parecchio sui pedali.

Ci mancano oramai poco più di 10 km, inizia a piovere, in fondo alla valle sembra anche che inizi a nevicare. Indossiamo i gusci e dritti fino alla stazione di Tirano: MISSIONE COMPIUTA! 76km
 pedalati J


La lezione?! Là avanti c’è sempre qualcosa che ti aspetta, magari anche più incredibile di un bar di cinesi in Valtellina, il cui piatto forte è la pizza-piadina J

W la mula
W la bicicletta
#mifapedalare

PS. A pedalare ci abbiamo preso gusto, in arrivo altre proposte ;-)


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