domenica 19 agosto 2018

Un sabato "si ma dove?"

Questa è la storia in perfetto stile Mula: stai con gente che non hai mai visto prima, ma è davvero un piacere conoscersi. 

Questa è la storia di un sabato “ai laghi gemelli” e forse sarebbe stato meglio chiedersi “sì ma dove?” perché la geografia è un’opinione, non ci sono confini – finché le gambe vanno.

Questa è la storia di coraggiosi ragazzi che mettono alla prova corpo e mente e vengono derisi dai pastori.




E fu così che ci trovammo, chi prima chi dopo, e partimmo a fuoco verso la meta – e fin qui tutto bene. Belli i laghi Gemelli, belle le cameriere.


Ma a proposito di cameriera... Mamma mia che bocconcino! Bella, bionda, soda, calda, profumata.. Filante.. (??) Con la salsiccia.. (????) La polenta uncia, ovviamente!

La sexy cameriera?

E mentre una parte del gruppo si gustava le prelibatezze nostrane, gli altri sonnecchiavano al sole. Ma nel frattempo, il destino preparava il suo piano diabolico. Filippo, esperto conoscitore dei segreti di quelle montagne, si separa dal gruppo con Laura per andare a fare una ferrata: quella che i posteri avrebbero voluto ricordare come la variante difficile del percorso..

Ma torniamo agli impavidi escursionisti che, dopo una piacevole (e per alcuni abbondante) mangiata, pianificano un pomeriggio di relax, passeggiata tranquilla e contemplazione delle bellezze della natura.
Sí inizia alla grande, cedendo alla facile tentazione di un bagnetto fresco – gradita perfino la compagnia di due originali soggetti che a tutti i costi volevano essere immortalati nei loro tuffi e limonati dalla nostra personalissima bagnina.

Cullati dalle note dell’armonica suonata da Andrea, baciati da un tiepido sole che a poco a poco ci ha cremati e dopo un pediluvio rilassante, a un certo punto qualcosa si è incrinato e la sfiga ha cominciato a prendersi gioco di noi.

E niente, per dirla semplice: dovevamo andare a destra invece siamo andati a sinistra. Dovevamo stare in Val Brembana e siamo finiti in Val Seriana - con tappa al Lago di Branchino per rivivere i piacevoli momenti dell’ouverture di primavera.

Lungo il tragitto abbiamo incontrato una famiglia di camosci belli in posa sul crinale della montagna che il MulaContest lo vinciamo a piè pari – sempre se qualcuno è riuscito a fotografarli – ma fidatevi.

La forse foto dei camosci...

Tra di noi si sono tenute lezioni di milanesità per favorire l’integrazione di giovani fanciulle forestiere recentemente trasferite nell’hinterland milanese col risultato che al termine della giornata abbiamo portato a casa un “bene” pronunciato con il giusto accento e l’apprendimento del non semplice concetto di “Brianza” che non è facilmente definibile geograficamente, quanto piuttosto un vero state of mind.

Giovane fanciulla forestiera :)
Grazie ai consigli di sapienti rifugisti abbiamo trovato la strada nonostante il buio che avanzava, le gambe che vacillavano, l’ora tarda, l’agitazione, la fame e chi ci aspettava speranzoso alle macchine. Perché un po’ come la madre che aspetta il figlio di ritorno dal fronte, noi poveri e inesperti avventurieri delle cime avevamo chi, più esperto di noi, la strada la sapeva ed ha aspettato ore e ore il nostro ritorno chiamando addirittura i vari rifugi: meglio del Grande Fratello eravamo controllati e monitorati dagli occhi sapienti dei rifugisti che un po’ ci prendevano per il culo, un po’ ci rassicuravano “manca poco, prima che faccia buio arrivate alle macchine”. E alle macchine ci siamo arrivati alle 21, belli paciarotti, stanchi e felici accolti da Filippo che, nel frattempo…ma qui comincia un'altra storia.

Ore 12.30, tardi, molto tardi, Filippo e Laura partono per il percorso "difficile", la ferrata per raggiungere la cima del pizzo del Becco.


Sanno benissimo che faranno tardissimo cosi' avvisano gli altri che se per una certa ora non saranno di ritorno di partire pure per tornare alle macchine senza di loro. I telefoni non prendono, comunicare e' difficile ma ci si ritrovera' al parcheggio senza problemi (vero?)
Cosi' di buon passo iniziano la salita per la vetta, godendosi la natura e facendo amicizia con i padroni di casa.
Padrone di casa

Padroncino di casa...
Nel frattempo la salita si fa erta e iniziano le prime difficoltà tecniche.



Fino finalmente arrivare alla vetta.


Sfruttando un miracoloso attimo nel quale il telefono prende, Filippo chiama gli altri giu' per capire come sono messi e capendo dove sono riesce ad avvistarli dalla cima. Questa fu l'ultima volta che i due ebbero notizie del gruppo...


Dopo la pausa e il ristoro i due iniziano la discesa di buon passo per cercare di recuperare gli altri.
E nel frattempo, forse complice la stanchezza, si imbattono in discorsi di profonda filosofia come la meccanica quantistica e su "dopo quanti appuntamenti" e' giusto limonare.

Nel frattempo il tempo peggiora, inizia a piovere, tira forte vento e la discesa si fa sempre piu' ostica.
Dopo qualche ora di cammino i due arrivano al parcheggio e....
....nessuna traccia dei loro compari.

Seguono attimi di ansia e preoccupazione: "dove cazzo sono finiti?"
Grazie all'aiuto del mitico Diego, gestore del chiosco del parcheggio, iniziano a chiamare tutti i rifugi della zona (i telefoni dei compari erano irraggiungibili) fino a quando un rifugista li avvista in lontananza stanchi in val Seriana.
Non resta che aspettarli. Nel mentre Laura e Diego chiaccherano amabilmente raccontandosi vicendevolmente la loro vita.
All'alba delle 21.00 ecco che il gruppo si riunisce e si festeggia il "tutto è bene quello che finisce bene" al chiosco del parcheggio a suon di birra e patatine.




Elisa, Andrea, Filippo

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