domenica 1 novembre 2020

2 giorni Pagaia&Bivacco Fuoriluoghi : la tomba di Bonatti, i pesci volanti ed altre cose dove non te le aspetti.

Disclaimer: articolo acquatico, forse un po’ poetico.

Nota: gita per pochi, causa ristrettezza di mezzi e bivacco clandestino. La racconto lo stesso qui perché tutto questo è possibile solo grazie alla Mula che ci ha fatti conoscere e che ci tiene legati in qualche modo.

Anche quest’anno grazie ai Ferrariopadre&figlio arriva la proposta che esaudisce il desiderio di 2 giorni a pagaiare. Hanno registrato che i partecipanti alla prima 2 giorni in pagaia (http://vivalamula.blogspot.com/2019/10/muli-filo-dacqua-pagaiomula-vol2.html) dopo aver sperimentato il lago, desiderano provare un’avventura in mare.

L’itinerario è: Portovenere-isola Palmaria- isole di Tino e Tinetto.

Si può vedere nella mappa qui sotto disegnata da Marco, il papà di Jacopo, nostra guida e mentore. Avventuriero per vocazione, costeggiatore seriale di ogni anfratto e grotta possibile.


 

Nella descrizione della gita Marco ci ha anticipato che potremo anche andare a fare visita alla tomba di Walter Bonatti a Portovenere. Tutti ci siamo chiesti: ma cosa ci fa Bonatti sepolto al mare? Non era un alpinista? All’inizio pensiamo che sia uno scherzo, ma googliamo e costatiamo che è vero, scopriremo poi il perché.  

Ci troviamo all’alba a compattare le macchine, i Ferrario e Dave si sono trovati già il giorno prima per caricare le canoe sulle macchine. Dave ha una macchina nuova, sembra meno stabile della precedente con le canoe sopra, ma io e Fede ci fidiamo e saliamo.

Arrivati a Le Grazie, l’imbarco ci prende un po’ di tempo. Togliere le canoe dalle macchine, caricare tutto nei gavoni, fare gli equipaggi.

Io mi aggiudico la doppia con la mia compagna di sempre in canoa, e non solo: Fede Corti. La convinco che nonostante il buon senso dica che la più pesante debba stare dietro, lei è la più esperta e conviene che io vada davanti. Tutto questo nonostante le raccomandazioni di Marco che ci dice carinamente che rischiamo l’inabissamento.

L’altro doppio è fatto da Jacopo e l’intrepido Rizzi-mai-giubbotto-di-salvataggio-addosso. Sui singoli Marco e il Mario.

Si parte da Le Grazie, usciamo dal golfo e nel mare più aperto iniziano ad affollarsi barche ed onde. Io con la solita allegria da avventura non ci penso molto, la mia compare più cauta e saggia si fa un po’ silenziosa e pensierosa. Vedendo le foto mi sono resa conto che forse aveva ragione lei.



Passiamo davanti a Portovenere e svoltiamo a destra iniziando a costeggiare in direzione ovest, verso la zona delle rocce rosse. Il paesaggio inizia ad incantarci.





Qualcuno intravede banchi di pesci volanti. All’inizio quando me lo dicono penso scherzino, e invece, come per la tomba di Bonatti è tutto vero. Anche io e Fede dopo un po’ ne vediamo. Mi viene in mente questa canzone dei Sulutumana che parla proprio di quando “ho visto i pesci volare” https://www.youtube.com/watch?v=3KKNv21psE8

Inizia ad avvicinarsi l’ora di pranzo e cerchiamo un posto dove attraccare, ma con la scusa che nessuna spiaggia è buona, tutte rocciose e difficili come approdo, Marco ci fa andare molto oltre dove ci aspettavamo.

Arriviamo a questa bella spiaggetta, tempo di un bagno e si pranza.

Ripartiamo pagaiando sui nostri passi e ritornando verso Portovenere. Arriviamo all’isola Palmaria e si decide, visto il meteo incerto per il giorno dopo, di fare oggi anche le isole di Tino e Tinetto.

Risultato della giornata sarà una tappa da 26 km, anziché 19.




Arriviamo alla spiaggia dei gabbiani sulla Palmaria in tempo per preparare il bivacco prima che se ne vada la luce. La temperatura è ottima, si decide di non montare le tende. Si dormirà sui teli, con il saccapelo sotto le stelle. Io dormirò sulla mia amaca e realizzo così un sogno: mi sento cullare infagottata tutta notte e un po’ la sensazione è quella di essere tornata mooolto piccola.


 



Il bivacco non è proprio autorizzato, anzi siamo vicini ad una zona militare. Quindi ci dobbiamo un po’ nascondere, a me questa cosa di essere un po’ pirati piace un sacco.

Il Mario motivato dalla ricerca di una birra si trasforma in una guida alpina e ci conduce tutti (in infradito!) su una scogliera, al buio e con le frontali. Anche qui sembra impossibile, viste le notorie vertigini del Mario, ma anche questo è proprio vero!

Torniamo e ci aspetta la cambusa in spiaggia. Tiriamo fuori i fornelletti e ci cuciniamo la cena. E’ il momento di un improbabile risotto in busta alla pescatora per me, Fede, Dave e Mario. I Ferrario sono più esperti, più sani e saggi, anche in tema di cucina da bivacco.



Andiamo a dormire al pensiero di una mattinata di relax al sole il giorno dopo in spiaggia, prima di partire per ritornare a Le Grazie dove abbiamo la macchina.

Ma l’imprevisto è dietro l’angolo. Verso le 7 veniamo svegliati da una leggera pioggerellina, che però non smette. Ci rifugiamo tutti sotto il tarp e rassegnati al fatto che non smetterà facciamo colazione rapidamente, prepariamo i bagagli e ripartiamo. Sotto la pioggia. A pagaiare.

Mi meraviglio di come sia possibile pagaiare mentre piove, sentire l’acqua del mare più calda di quella che viene dal cielo ogni volta che con le mani la sfiori pagaiando. Le onde anche ora non mancano.

Ma alla fine le avventure mi piacciono. L’imprevisto, il fuori traccia, fino a quando non c’è rischio, ma solo un po’ più di fatica da fare, li vedo come un’opportunità, di sperimentarsi e di vivere un’emozione un po’ nuova.

Bhe pagaiare sotto l’acqua a me è piaciuto (una mattinata di sole in spiaggia di certo l’avrei apprezzata), ma aver scoperto che puoi indossare un guscio anche a pochi centrimetri dall’acqua, che l’acqua è navigabile anche con un po’ di pioggia, che le mie braccia mi riescono a spingere anche così, bhe a me fa proprio appassionare a queste avventure.


 

Arriviamo a Le Grazie sani e salvi. Capiamo perché forse il posto si chiami così. Entrati nel golfo le acque si calmano, probabilmente in passato arrivare qui nei giorni di mareggiate e tempeste era una grazia. Io un po’ ci penso di quanto sono grata, di quanto aver pagaiato per 2 giorni, essere stata a bivaccare, insomma un’avventura così sulla carta potrebbeessere impossibile, e invece è reale.

Ricarichiamo le macchine, facciamo un veloce giro a Portovenere, dove andiamo davvero a cercarla la tomba di Bonatti e la troviamo. Piena di moschettoni, che guardano il mare. E scopriamo anche perché è lì, per ragioni di cuore. Di Portovenere era  Rossana Podestà, sua compagna di una vita.

Finiamo con un bel pranzo in compagnia. Divertente e sorridente, come i giorni che abbiamo passato.


 

Ritornando per evitare le code la macchina di Dave, con me e Fede finisce su per il passo della Cisa. La macchina con le canoe montate sopra è anche quella fuori-luogo tra le montagne, ma è evidente che il weekend doveva andare così.

Pagaiando ho pensato tanto che stare fuori-posto a volte sia proprio la cosa giusta, osare un po’. A volte le cose sono dove non ce le aspettiamo, ci sembra impossibile che siano lì, ma basta crederci e conservare la capacità di meravigliarsi!

Marco arrivati al parcheggio dove ci salutiamo ci chiede serio “ma stavolta non mi avete chiesto dove vi porto la prossima volta, non vi è piaciuto?” Gli dico che è perché non osiamo, che ci sembra di avere avuto già tanto. Ma invece no, certo che la desideriamo una nuova avventura! Io esprimo già da ora il mio desiderio: 2 notti in bivacco, mare, primavera 2021 ;-)


 


Viva la Mula

Viva il presidente

Viva i bivacchi, le amache e i pirati  

W le pagaiate, viva i pesci volanti

Clara











2 commenti:

  1. Dice il proverbio, non c'è due senza tre.
    Dopo il Lario dello scorso anno e ora il Ligure, siamo ormai un gruppo affiatato, è il momento di osare ancora di più.
    Come sogna Clara e su unanime richiesta, a primavera 2021 ci attende la prossima pagaiata, sarà di tre giorni sempre in mare con due diversi bivacchi. Adriatico o Tirreno? vedremo al momento.
    Ci guiderà il vento.

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  2. Molto spiaciuto per non essere stato lì con voi so che al terzo appuntamento vi troverò ancora più esperti mula_ksyakers!
    Bellissimo racconto e foto!

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