PREMESSA: Post scritto a 4 mani, non c’è nessun sdoppiamento
di personalità…indi per cui, se trovate delle incongruenze tra un paragrafo e l’altro
non preoccupatevi.
23 Marzo: come sempre siamo qui a decidere come
sfruttare un sabato che stando alle previsioni pare con meteo accettabile dopo
un periodo in cui il fine settimana si è sempre dimostrato alquanto funesto. A
dire il vero le premesse non sono comunque il massimo: la domenica precedente
(il 18) una slavina per poco non si porta via dei tizi sulla Cresta Cermenati, ed
il bollettino dell’ARPA con un pericolo valanghe 3 su 5 lascia poche
possibilità di scelta. Sti cazzi!
Figura 1
- Post su Faccialibbro che testimonia il distacco della valanga (foto di
Richard Thomas).
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Dopo varie elucubrazioni e seghe mentali si opta per la
Grignetta dalla trita e ritrita Cresta Cermenati. Lettore attento hai ragione! Abbiamo scritto un attimo prima che il 18
c’è stata una valanga proprio su questo percorso, però considera due cose: (i)
la valanga c’è già stata e (ii) sappiamo che il sentiero è già battuto
(maledetti social che tolgono il piacere della scoperta)…Se poi hai da
rimuginare qualcosa relativamente al fatto che stiamo scrivendo un articolo
sulla Cresta Cermenati che ogni buon cristiano ha fatto almeno 5 o 6 volte
negli ultimi 5 anni non posso darti torto, ma sappilo a noi ce ne frega ben
poco.
L’invito sul gruppo Mula si rivela un buco nell’acqua e
siamo quindi in 2: Paolino (il Motta)
e Davide (Medio vorrai dire…probabilmente
si è dimenticato pure lui il suo nome...)
Ben inteso, altri Muli http://vivalamula.blogspot.it/2018/03/il-troppostroppia.html optano per quote minori.
24 marzo: Come da almeno 7 anni a questa parte arriviamo ai
Resinelli, ed alla Capelletta svoltiamo a destra per via Caimi. Vietato parcheggiare
subito ai Resinelli, la nostra etica infatti (“non fare a piedi il dislivello che puoi fare in auto!”) ce lo
impedisce.
Ci prepariamo, partiamo, passiamo sotto al Canale Caimi e
vediamo dei tizi intenti a salire da lì…la voglia è tanta ma con la scusa di
non avere il casco ahimè non li seguiamo. Viene da se che la nostra non è solo
codardia, entrambi infatti lo reputiamo periglioso per via della tanta neve
fresca venuta nei giorni scorsi.
La salita è tosta, la neve fresca ed abbondante rende la
progressione difficile, inoltre a noi piace complicarci la vita...il Motta
mette le ghette al contrario e se ne accorge solo verso metà salita, poi
inverte i ramponi: il destro sul sinistro (e sta volta se ne accorgerà solo
alla fine) A questo si aggiunge una nevicata leggera (pensa te che il meteo dava solo qualche nube la mattina presto ma così
non è).
Mentre saliamo ci accorgiamo che se non ci fosse la nebbia
il paesaggio sarebbe decisamente super. Scenografiche cornici di neve svettano
dalle creste. Il pezzo finale della salita è grandioso e sembra di essere in
cima ad un 4000 (seeee…con
l’immaginazione vorrai dire), il bivacco Ferrario è poi mezzo sepolto cosa
che da qualche inverno non avviene.
Ci rifocilliamo, scherziamo con gli altri vagabondi che come
noi hanno deciso di salire in Grigna (i più tosti sono saliti dal Canale
Pagani), salutiamo gli uccelli che ci fanno compagnia in cima.
Figura 2
- Bivacco ferrario semi sepolto e l'uccello appollaiato sulla croce ci osserva
con fare beffardo.
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La discesa, come sempre sulla Cermenati si rivela un mezzo
calvario, guardiamo il Caimi dall’alto ma anche stavolta decidiamo che è meglio
desistere.
Andiamo da Alva a magnà e ci trattiamo bene, in seguito
passiamo pure da Gabiate speranzosi di incontrare i soci che non hanno
preferito stare a quote basse (mortacci
vostri! J) ma ritardano e quindi ce
ne andiamo ognuno a casa sua.
W la grignetta
W la neve
W la nebbia
W gli uccelli
W la M.U.L.A
P. “il Motta” e Medio
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