Cronaca di un pianto non
manifestato, la coronazione di un sogno
Premessa: Per evitare di
prendere botte dalla neo eletta nel CDA M.U.L.A. (la quale sente già le
responsabilità e vuole rimpolpare il blog), Fede Corti accetto il suo non
belligerante invito a scrivere l'articolo sull'escursione al Monte Moregallo.
Ecco spiegato il perché dell'uscita tardiva dello stesso.
Sabato (era il 21 ottobre) il buon Francesco Navoni, propone
gita al Monte Moregallo per la domenica con partenza tranquilla attorno alle
ore 10; pigramente valuto la proposta in quanto il tempo per la domenica non è
proprio l'ideale. Solo la domenica scoprirò il perché di questa proposta.
In sette persone rispondiamo affermativamente all'invito.
Giunti alla domenica il meteo ci ha rovesciato i piani: piove, l'indecisione
regna sovrana e infatti due componenti danno forfait. Noi confidiamo nei santi
e rimandiamo la partenza alle 11.30. Nel frattempo c'è chi occupa questo tempo
dormendo (puntando la sveglia per tre volte per vedere se ci sono aggiornamenti
e riaddormentandosi), chi va a messa, chi fa l'uncinetto (attività molto presa
di mira dal mondo quindi meglio non svelare troppi particolari su chi lo stesse
facendo) e chi non si sa cosa fa.
Qualcuno alle 11 a causa del meteo pessimo vuole dare buca,
ma lo si convince a venire. Fra Navoni partito con largo anticipo (non sappiamo
cosa stesse facendo nella famosa attesa) arriva al punto di ritrovo scoprendo
che c'è il mercato e l'indecisione cresce anche su dove trovarci. Da buon
membro del CDA prontamente trova un nuovo locus dove radunarci. Eccoci tutti al
parcheggio del benzinaio poco distante, dove faccio notare con tranquillità che
il tempo non è proprio dei migliori: “Che idea del ca**o che abbiamo avuto, ma
i santi non possono tradirci”, la visuale era circa questa.
Mollemente iniziamo la camminata con un umido amazzonico (meno
male che avevo i pantaloncini corti nello zaino), talmente umido che spesso
lungo il sentiero dobbiamo stare attenti a non calpestare le salamandre, bramose
di umidità.
Il tempo cupo non aiuta la camminata e addirittura Chiara riesce a
fare lo sforzo della salita e al tempo stesso sbadigliare.
Ci si ferma a Sambrosera per un sorso d'acqua e uno spuntino
che alcuni rifiutano (dicendo che c'è la salita subito dopo e non bisogna
appesantirsi) e altri mangiano con foga (in quanto è già la una passata).
Giungiamo al bivio verso la Cresta OSA e ci svegliamo
dall'intontimento della giornata uggiosa, L'ADESIVO MULA SI STA STACCANDO, ma
non disperiamo: provvediamo subito alla riparazione con del nastro isolante!!!
La cima è ormai vicina e camminiamo con più allegria,
nonostante la rampa fino alla bocchetta Sambrosera sia bella impegnativa,
sicuri di aver fatto un buon gesto per il gruppo; ed ecco che si vede
dell'azzurro nel cielo e non il grigiore stile Milano ottobrino. Subito dopo aver
superato la bocchetta, esce il sole anche grazie al forte vento che accarezza
la pelle: i santi tanto invocati ci hanno ascoltato!
A breve giungiamo in vetta e, anche se non lo dice, a Fra
Navoni scendono lacrime interiori: il Moregallo è una cima che a lui mancava da
conquistare, ma soprattutto sulla croce c'è una targa dell'oratorio del suo
paese e il cuore s’infiamma di orgoglio come si può vedere nella foto;
veramente stoici i cernuschesi sono riusciti a conquistare con tanto di due
targhe una montagna di Valmadrera. Contagiati dalla sua euforia, tentiamo di
convincerlo che le gallette sono l'alimento migliore in assoluto, ma anche se
sono fatte con sorgo e canapa
lui nega di riconoscere questa verità.
Foto di rito in cima, e scopriremo giorni dopo tramite
Daniele Cambiaghi che c'era anche Clara Didoni anche se non l'abbiamo vista…i
misteri della MULA.
La discesa passa in socialità e velocità, accompagnati dal sole
che non ci abbandona ma con l'ostacolo di non schiacciare le salamandre; passiamo
da San Tomaso fermandoci un attimo ad ammirare la splendida Lecco e poi eccoci
alle macchine.
Cosa abbiamo imparato da quest’uscita? Bisogna confidare nei
santi, pensavamo di trovare un sacco di fango per via della pioggia ma speranzosi
è uscito il sole e abbiamo anche scoperto che Fra Navoni è un grande attore che
è riuscito a non manifestare la propria commozione anche quando ha raggiunto la
cima coronando il suo grande sogno.
Bella domenica strappata al meteo!
Viva Cernusco sul Nav(igli)one rubatore di montagne a Valmadrera!
Viva la Mula!
P. il Motta
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