lunedì 9 ottobre 2017

Giacomo Giacomo

...Finiamo gli ultimi passi sopra una cresta non proprio banale, la croce è solo qualche metro piùavanti rispetto a dove ci troviamo.
Sulla vetta c'è gente.
Le gambe son calde e i muscoli sono in tensione per lo sforzo di 4 ore di cammino.
Gli ultimi cauti passi e arriviamo in cima.
Ci guardiamo in faccia soddisfatti, ci scambiamo un fraterno "cinque" con la mano, sorridiamo...
Rituali ormai vecchi e collaudati che racchiudono tutta la soddisfazione della sfida vinta dopo la tanta fatica.
Facciamo la foto tutti assieme!





La pubblicità dell'amaro lucano a noi ci fa n'a pippa!!

Il vento del venerdì ha cacciato gagliardo le nuvole della bassa e smosso, impetuoso, la cappa di nebbia della pianura padana.
Dinnanzi a noi vediamo Tutto!!
E con tutto intendo proprio tutto!!!



Il Monviso, amico lontano verso il quale non riesco a provare rabbia.
Il Monte Rosa e dietro più piccolo il Cervino.
Il Pizzo Badile, il ferito Pizzo Cengalo....
Le montagne di casa, le montagne Bergamasche, il Legnone, le Montagne valtellinesi...
In silenzio contempliamo tutto quello che non riesce a sottrarsi alla nostra vista.
Ad un tratto Davide condivide un suo onesto pensiero :

"La gente che non va in montagna non può capire cosa si perde!! Guardate che spettacolo!!"

Una frase toccante detta da una persona che sino a 4 ore prima non conoscevamo e con la quale abbiamo condiviso la strada verso la meta della giornata...
Continuiamo a guardarci attorno meravigliati...

Ad un tratto incrocio lo sguardo con quello del Brusa!
C'è intesa!
Siamo sulla stessa lunghezza d'onda...
Sorridiamo soddisfatti!!

...La ragazza slava dall'eccezionale deretano ci supera incurante del nostro rispettoso ma pur sempre maschile sguardo.
Alcuni secondi dopo, sicuri di non venir sentiti, mi ritrovo faccia a faccia con il Brusa...
Le nostre voci diventano una sola....

:"Minchia che culo"!!!

Davide continua a guardare i monti soddisfatto.

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Ormai la parte bella dell'articolo è andata! Mi son giocato l'aneddoto divertente subito, così da poter narrare il resto della storia con più tranquillità.
Luca propone la gita giovedì pomeriggio.
Sabato mattina al parcheggio della funivia dei piani d'Erna ci troviamo in 6 maschietti.
Non ci son donne e siamo puntualissimi!!

Danielo, Luca, Brusa, Andre Simo Catalano, Davide ex compagno di calcio di Luca e ,a sorpresa, il buon Castagna.
Io speravo nell'avvicinamento in funivia, ma va diversamente...
Saliamo per il sentiero n.1, superando il Rifugio Stoppani dove facciamo qualche foto vista lago.





E poi su sino al passo del Fò dove  ci facciamo dare indicazioni per la ferrata del centenario.
Una grossa roccia.
Da lontano pare bella!!



Ci avviciniamo cauti...





Andre si accorge di non aver portato l'acqua, generoso gli offro da bere più volte, ma lui, un pò per rispetto un pò per imbarazzo declina più volte il mio invito ad idratarsi sinchè, dopo alcune ore di cammino sotto un caldo sole e con qualche ruga in più decide di accettare la mia proposta.
Si attacca al mio cammel pack come una vitello alla mammella della madre e comincia a ciucciare con un certo imbarazzo.
Ad un tratto è quasi paonazzo!
Si ferma e mi dice:" Ma non esce più niente... non son tanto bravo a usare sto coso".... Controllo...
In realtà l'acqua è semplicemente finita e Andre stava mettendo "sottovuoto" la busta di plastica che conteneva il liquido.

...Ma torniamo a noi...
Arriviamo all'attacco della ferrata!!
Dei graffettoni metallici escono dalla roccia non troppo esposta.
Ci prepariamo!!
Andre non ha il casco...Indosserà un inutile cappello di tela che non gli impedirà di prendere una testata contro la dura roccia.
Ci prepariamo e cominciamo a salire.















Il cuore pompa forte, le braccia spingono, lo sguardo guarda in alto  e le gambe...
Bhè... le gambe fanno "Giacomo Giacomo".
Inutile provare a contenerle.. Han vita propria!!
Poco abituati a gesti del genere, timorosi delle cadute e dell'altezza, la paura prende il sopravvento sul corpo e spinge gli arti a tremare...
Pian piano le cose vanno meglio.
Si sale, si prende confidenza.
Personalmente inizio un auto training motivazionale ad alta voce:

"Dani Dani, bravo!! Il piede più su, la mano li...Su...Bravo così...Alè"

Da dietro mi guarda paterno il buon Brusa che sta attento ai miei movimenti.
La ferrata non è difficile.
Si entra in un anfratto nella roccia e si va su e poi suuuu...Fittoni nella roccia, catene e corde agevolano la salita.
Siamo sempre ancorati, sempre in sicurezza.
(Per quanto si possa essere in sicurezza su una ferrata)
Come sempre la cosa bella è fermarsi per voltare per un pò le spalle a quella roccia a cui ci si avvinghia con forza.
Si guarda oltre, si guarda sotto, si guarda lontano!!
E' uno spettacolo che non so descrivere.





Superiamo agilmente l'ultimo tratto della ferrata, la stanchezza inizia a farsi sentire nelle gambe e nelle braccia.
Siamo soddisfatti!!
Ogni tanto vediamo adesivi muleschi amici e ne facciamo attaccare uno anche al buon Davide su un palo metallico all'uscita della ferrata del centenario...











Riprendiamo il sentiero n.1 per poi raggiungere l'attacco della ferrata Franco De Silvano.



I torrioni del Resegone ci sovrastano.
L'ambiente è bellissimo!!





Della ferrata  cosa dire?!
Dico che la Franco De Silvano pare essere stata attrezzata da un Bipolare....

Un tizio che in se conteneva una duplice personalità in conflitto...Uno era Franco e l'altro Silvano...
Me lo immagino proprio, l'unico ma multiplo Franco De Silvano aggrappato alla roccia che discute con se stesso su dove mettere fittoni e catene!!

-Ma bisogna spittare li dice Franco!
-Ma che cazzo dici risponde Silvano!
-Ti ho detto che la catena è corta per quel tratto dice Franco!
-Ma cosa vuoi saperne te di catene, te che non hai neanche studiato risponde Silvano!!

Insomma, questo vuole essere un simpatico ed inutile , oltre che maleducato excursus, per dire che la ferrata non era proprio (a mio parere), attrezzata al massimo!
Solo catene messe un pò così su roccia un pò unta...
Li si che le gambe han fatto "Giacomo Giacomo". Un gran lavoro di braccia per riuscire a salire.

E' anche vero che dimenticandomi di rinviare mi è toccato più volte tornare indietro sui miei passi o chiedere aiuto a chi veniva dopo di me.

Comunque alcuni tratti di ferrata possono essere agilmente saltati salendo per un facile canalino.
Apriva il Castagna che, baldanzoso e "sbruffone" ha tirato dritto come un camoscio.










Usciamo finalmente dalla ferrata e vediamo la vetta!!





In 4 orette portiamo a casa la "partita"
Un buon battesimo per Davide che non aveva mai ferrato.

Il ritorno come sempre non si racconta....
Anche perchè al ritorno non si fanno mai neanche le foto.
Che sta cosa è strana, sapete!!
Sarà che non si hanno energie al ritorno...O che al ritorno si pensa solo alla birra...
Perchè il ritorno mica è peggio dell'andata...
O meglio..Al ritorno si han prospettive diverse, belle, suggestive, emozionanti...
Ma mica nessuno pensa a fare delle foto...

Scendiamo dal sentiero n.1 che nella parte alta non è proprio bellissimo...
Anzi!!
Dichiaro che per me, la parte alta dell'1 sotto l'Azzoni è proprio tosta!!

Nel bosco Luca e Castagna sono avanti, io più indietro a chiacchierare di musica.
Ci smarriamo a causa mia visto che da buon maschietto non so parlare e controllare la numerazione dei sentieri nello stesso tempo.

Brusa corregge il tutto.
Raggiungiamo gli altri e dopo arriviamo al parcheggio.
Il tempo di bere una birra e si scappa a casa.

Il Resegone ha regalato scorci che ignoravo totalmente.
Bellisssimo!!!

Una bella giornata!!
Una grande scommessa!!
Una grande faticata!!


W LA M.U.L.A.!!!
W IL VENTO AMICO!!!
W LE PROPOSTE DI LUCA LUCHINO!!!

Danielo

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