"Buongiorno muli :) oggi è venerdì, quindi... si
stringono i denti e si lavora pregustandosi il weekend di sole
Chi ci sarebbe a camminare sabato e domenica?
Per sabato proporrei qualche meta forse nuova per i più (proposte per ora monte alben nelle Orobie bergamasche e lago del truzzo/Alpe lendine in val Chiavenna, ma ben accetta qualsiasi altra proposta!), Per domenica lascio la parola al @fra navoni ! Daje con le presenza che danno un tempo bomba!!!"
Chi ci sarebbe a camminare sabato e domenica?
Per sabato proporrei qualche meta forse nuova per i più (proposte per ora monte alben nelle Orobie bergamasche e lago del truzzo/Alpe lendine in val Chiavenna, ma ben accetta qualsiasi altra proposta!), Per domenica lascio la parola al @fra navoni ! Daje con le presenza che danno un tempo bomba!!!"
Messaggio nel gruppo Mula.
Io fra me e me penso: “Wow! L’Alben non l’ho ancora fatto,
ottima idea!!” e quindi scrivo di buona lena alla Fede che, da quel che mi
comunica il Mottadelli, è l’organizzatrice della gita.
Le premesse sono molto buone e traspare entusiasmo, ma pian
piano questo scema e la sera le notizie giungono sempre più nefaste: sembra ci
sia poca gente, che ci si voglia alzare ad un orario umano e la gita viene
ridimensionata. Si concorda quindi per il monte Magnodeno (cimetta di 1241 m alle penddici del Resegone) con ritrovo alle 9.30 a Lecco. Io penso: “Il Magnodeno?? Troppo corto!! Ho voglia di fare
una scammellata!!”
Comincio quindi a
testare il terreno e a far balenare l’idea di una possibile variante sul tema
“Cresta della giumenta” e chissà, magari vetta del Resegone…rientro a casa dalla serata un po' alticcio e punto la
sveglia alle 8.30.
Mi si perdoni l'antefatto, veniamo ora alla gita vera e propria...
Gli effetti della serata alcolica si fanno sentire, così
perdo la prima sveglia e mi alzo dal letto alle 8.45, colazione frugale, preparo
di corsa lo zaino e mi fiondo quindi sulla SS 36 in
direzione Lecco.
Al ritrovo scopro che siamo in 4: la Fede, sua sorella
Chiara (che ci raggiunge direttamente al parcheggio dei piani d’Erna), Drummin
Simo e Luchino. Già dall’inizio però mi accorgo che i Muli paiono entusiasti
all’idea di aggiungere quanto meno la cresta della giumenta alla gita.
Partiamo, e di buona lena, seguendo un percorso tra le fresche
frasche e mezza siamo in cima al Magnodeno…si vede che tra i partecipanti c’è
gente che ha fatto la ReseGup!! Foto di rito, pausa ristoratrice, un’occhiata al Canadair che continua incessantemente a far la spola tra il lago e la val taleggio e via per la cresta!!
I muli, ridenti, non sono ancora pienamente consapevoli della fatica che li aspetta. |
La cresta, nonostante l’abbia fatta già una miriade di volte
si presenta sempre divertente, aerea (al punto giusto) appagante e mai
difficile. Infatti i muli (tra cui figurano anche dei boulderisti incalliti)
la superano senza alcun problema ed in breve raggiungiamo il punto più alto
(Cima del Fo), un breve saliscendi con un passaggio un po' più pepato ed in
breve siamo al termine del percorso.
Prima "paretina" |
Drummin Simo mostra le sue doti arrampicatorie |
Sembra più esposto di come è realmente :) |
Caminetto finale |
Scendiamo quindi al passo del Fò dove ci concediamo la prima
vera pausa ristoratrice della giornata ed essendo un posto nuovo per la Mula
cogliamo l’occasione per attaccarne l’adesivo, segno ai posteri del passaggio della Mula in questo luogo. Ringrazio per avermi lasciato l’onore dell’incollaggio (che
paraculo!).
Il sottoscritto che cerca, con far maldestro, di incollare l'adesivo. |
Foto di rito ed arriva il momento di prendere delle
decisioni, chiediamo quindi ad uno dei personaggi intenti a far bagordi al rifugio info su come poter proseguire per raggiungere la cima del
Resegone. Il tizio ci consiglia vivamente di fare il “bus della carlotta” (nome
più che eloquente sulle caratteristiche del percorso), caminetto dal nome
curioso, che sale parallelo alla ferrata del centenario.
La Fede è inizialmente titubante, ma le parole del vecchio sono per noi un’importante assicurazione e decidiamo quindi che quella sarà la
nostra meta.
Si, dobbiamo salire da lì! |
A questo punto Chiara ci lascia e corre giù come un razzo a
scrivere la tesi, mentre noi ci fermiamo per una pausa ristoratrice. Io, come
al solito, ho una scorta di cibo alquanto esigua costituita da n. 2 barrette
energetiche un rinforzino di n.1 brioche e vista l’abbondanza di vivande
portata dai muli alla fine finisco per scroccare (ah, va fatta menzion d'onore alla maionese svizzera portata dalla Fede, decisamente impareggiabile...).
Finito il lauto pranzo ripartiamo e ricominciamo quindi la
salita all’interno del caminetto, cerchiamo di stare il più vicini possibile
tra di noi in quanto il percorso è pieno di sassi instabili ed è facile far
cadere del materiale sulla testa di un eventuale malcapitato che si trova di
sotto.Salgo quindi alla testa del gruppo, passiamo la prima
catena, un passaggino leggermente esposto e poi di nuovo dentro al caminetto.
La Fede, forte degli allenamenti al Boulder sale con grande spensieratezza. |
A questo punto, il sottoscritto, forte di un eccessiva
sicurezza avendo fatto il percorso l’anno precedente (che pirla!) sbaglia strada e sale per 5-6 m in un caminetto che porta nel nulla.
Il sottoscritto ritorna sui suoi passi. |
Fortunatamente Drummin Simo, occhio di falco, vede una
catena in realtà evidentissima che permette di traversare verso sinistra e di
portarci sulla retta via. Si prosegue quindi nella salita e si giunge a quello
che dovrebbe essere vero il “buco della carlotta” che consiste in una apertura
posta al di sotto di un masso incastrato. Come si può vedere dall’immagine
sottostante, il nome “buco” è decisamente appropriato…
La Fede in uscita dal Buco. |
Ultimo passaggio "pepato". |
Un ultimo passaggino dove l’aiuto della catena è spesso
provvidenziale e un pezzo dove è facile far volar giù di tutto ci deposita
infine a pian Serrada. Salutiamo dall'alto il gruppo alla capanna Ghislandi, e ripartiamo nuovamente.
Il percorso appena fatto: in basso, a picco sotto la parte il passo del Fò con la capanna Ghislandi, la cresta percorsa ed il Magnodeno in fondo. |
Il pezzo difficile è finito, vero, manca ancora però tutta l’ultima
parte per poter raggiungere la vetta, che sotto il sole del primo pomeriggio si
presenta come un bel calvario, specialmente nell’ultimo tratto...
Il Rifugio azzoni ci guarda con fare beffardo, mancano infatti, a detta di Luchino, 20 min. alla cima! |
Giunti in cima, foto di rito e ci rintaniamo nel rifugio
Azzoni dove la Fede tira sfodera i suoi famosi biscotti al cioccolato
(buonissimi) che offriamo anche ai rifugisti (giovanissimi e
simpaticissimi), i quali per ringraziarci ci offrono a loro volta del salame di
cioccolato, un drink rosso a base di una miscela di alcool non definita e della
grappa Homemade (non mi ricordo a che cosa, ma era decisamente forte!).
In cima, notare i volti sconvolti... |
Incolliamo anche qui l'adesivo della Mula e stavolta lasciamo fare al rifugista :)
Anche qui si incolla l'adesivo... |
Rifocillati e brilli incominciamo quindi la discesa che
facciamo a passo decisamente svelto per giungere alla macchina alle 5.00
passate decisamente provati, ma felici e pronti per le attività del giorno
successivo (e si, perché c’è chi ha una partita di calcio e chi ha in programma
un’altra uscita Mula….ma questa è un’altra storia).
Per concludere, bella gita e bella compagnia, si spera la prima di una lunga serie!
W LA M.U.L.A.
W IL PRESIDENTE
W IL RESEGONE
W LA GIUMENTA
W IL BUCO (IN GENERALE), MA SOPRATTUTTO QUELLO DELLA CARLOTTA...
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